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Visualizzazione dei post da 2017

Body building

Ve lo do io il #workout ! #palestraalavoro #working #workingday #autoironia #autoironiaportamivia #backtoschool #heavywork #postmangiata #smaltendo #nopainnogain Un post condiviso da icaro (@diversamente.occupata) in data: Dic 28, 2017 at 1:24 PST Giusto per chiarire questo malinteso: durante le feste di Natale il personale scolastico non se ne sta spalmato sul divano a levare i canditi dal panettone. Io ieri ho dato per sei ore di fila di ramazza e mocio, per tirare a lucido da sola un'intera scuola (piccola, se non la devi pulire). La sera ho invocato più volte la morte, affinché mi portasse via e smettessi di sentire dolore in ogni singolo muscolo. Ma vuoi mettere avere un lavoro che ti fa risparmiare la palestra?!

Un (quasi) buon Natale

Sotto l'albero ho trovato: - gli stipendi arretrati, visto che ormai erano mesi che lavoravo pagata puntualmente (che rarità!) e mi ero disabituata a lavorare per la gloria. - una porta aperta per il futuro - una finestra da cui fuggire per entrare in quella porta - la tredicesima con cui penso di potermi comprare ben due scatole di cioccolatini deluxe. Certo che un lavoretto anche per Lui ci darebbe più serenità. Ma andiamo avanti. Tutto sommato è stato un buon Natale.

Babbo Natale

Non mi aspetto più niente dal Natale da quell'anno in cui avevo visto chiesto a Babbo Natale il Friggi Friggi ma non me lo portò, nonostante fossi stata buona, perché "ci ha detto che al negozio di Babbo Natale era finito". E quindi voleva dire che Babbo aveva preferito accontentare qualcun altro, piuttosto che me. Da lì in poi non è che la vita sia cambiata molto, a parte lo scoprire che Babbo Natale non esiste, però è stronzo lo stesso, Che io il friggi friggi lo volevo proprio tanto. Questo per dire che nei prossimi giorni dovrei avere delle risposte sul mio immediato futuro, che probabilmente mi apriranno altre domande sul mio futuro più lontano. Io non chiedo tanto, non una bella notizia, figuriamoci un po'. Ma almeno un minuscolo piccolo segno che mi indichi la via, in uno dei tanti bivi che mi troverò davanti. Perché ho 35 anni, tanti qualche capello bianco e le scatole piene di questa sensazione di incertezza. Guarda, caro Babbo Natale, quest'anno è

Mario Rossi, ricciolo, 2' C

Ci sono cose che per fortuna hai un testimone perché se le racconti non ci credono. Ieri a scuola è arrivato un papà, voleva che consegnassi una cosa al figlio. Mancavano neanche 10 minuti all'uscita e già mi chiedevo quale arcano motivo gli impedisse di aspettare pochi minuti per consegnarlo lui stesso. C'era anche la mia collega, in sostituzione dell'altra. Due novelline insomma. Il tipo mi dice "lo puoi dare a Mario Rossi, tanto lo conosci no?". "No, sono tipo due minuti che son qui, non me li ricordo tutti i vostri pargoli". "Ah, è in 2'C, ma lo vedi, ha una testa piena di ricci!". Quindi al suono della campanella, in due, affrontiamo la mandria per trovare il riccioluto ragazzino. Niente. Chiediamo a una insegnante. "No guardate ma lui è in 2'A". Basite, ci chiediamo se abbiamo capito male in due e se il ragazzino sopravvivrà senza il prezioso oggetto. Stamani l'ho cercato comunque per consegnarlo e... Lo so ch

Anticoncezionali

E quindi sono due mesi che giro per le scuole, diciamo in incognito, diciamo sotto mentite spoglie. Io per natura e per professione osservo le persone, in silenzio. In questo caso un po' nell'ombra, in una sorta di ricerca psicosociale in cui il ricercatore è inserito nell'ambiente da studiare. Ecco, io dopo due mesi così sono arrivata alla conclusione che conoscere da dietro le quinte la scuola sia il miglior sistema anticoncezionale del mondo. Ci sono (troppe) insegnanti a cui non solo non affiderei un mio ipotetico figlio, ma nemmeno un pesce rosso di un altro.

Sapori d'infanzia

La strana coppia. #bitter #bitterrosso #bitterred #orange #orangejuice #arancia #red #aperitivo #garibaldi Un post condiviso da icaro (@diversamente.occupata) in data: 4 Dic 2017 alle ore 15:07 PST Di pensieri ce ne ho, eccome. Lui senza lavoro, io precaria, in difficoltà per decidere se cercare altre strade o sperare che prosegua questa. La rabbia di aver abbandonato la mia strada maestra e la necessità di percorrerne una, che vada dove vada, pur che vada da qualche parte. Ma se mi guardo indietro, nonostante tutto, posso dire di avere un lavoro senza pensieri. Prima mia mamma si lamentava che stavo sempre con il telefono in mano e la testa altrove per 300€, ed era vero. Le mie giornate era monopolizzate: o lavoravo, o mi lamentavo del lavoro. Ora le cose sono decisamente cambiate. Quest'estate parlavo a casa del lavoro per raccontare della fauna che mi ritrovavo davanti e farci una risata. Ora, posso tenere praticamente sempre in stand by il cervello. E se da un

Il medico della mutua

Se il mio nuovo lavoro ha un lato veramente positivo, questo è la forma del contratto, che si può veramente definire tale, con i doveri ma anche (udite udite) i diritti. Sicché quando mi sono beccata una bella influenza di quelle coi controfiocchi, dopo il primo giorno in cui sono tornata dal lavoro rantolante e febbricitante, mi sono messa in malattia. Un'ebrezza quasi inedita per me, abituata ad andare al lavoro col testamento pronto sotto il braccio oppure a rinunciare ad andarci e con ciò rinunciare anche alla (magra) paga. Ora, in questa nuova situazione, sono andata dietro al sentito dire, e cioè che i controlli degli ispettori INPS si sono fatti più severi e frequenti. E di certo piena di cimurro come ero non me ne andavo in giro. Quindi sono stata ben allerta. Tutto stava nel sentire il campanello. E secondo voi tutto il vicinato quando ha iniziato a usare martelli, trapani e seghe? Sembrava l'inferno. Ecco, ho fatto tesoro di questa esperienza un po' esotic

#coliandroisback (e ti prego, torna presto!)

Probabilmente la prima serie di Coliandro ce la siamo vista in ventitré. Era il 2006, era estate, e nulla di più strano era vedere una serie tv a marchio Rai data in prima visione d'agosto, quando la televisione di solito sta spenta, in favore dello struscio in centro, a frescheggiare con le infradito. Come è, come non è, invece adesso è diventato un piccolo cult. Personalmente, posso dire che per me è stato amore a prima vista. E non solo perché Giampaolo Morelli è un gran figo. Per me è stato Amore dal momento che Coliandro, relegato allo spaccio della Polizia, ha ordinato per sbaglio diecimila vasetti di yogurt. " Tutti quanti al mirtillo ". Guardo la mia vita, soprattutto ma non solo lavorativa, e non posso non identificarmi in questo poliziotto tanto imbranato quanto sfigato nato dalla penna di Lucarelli. Con la voglia di rivalsa, l'impegno e la dedizione per un mestiere che non mi ha voluta, tante volte ho citato Coliandro, prospettandomi nuovi futuri .

Farsi delle conoscenze

Quando ho accettato questo lavoro, più di impulso che ragionando, ero assai poco convinta. Ho decisamente cambiato idea, ma all'inizio è stata una fatica farmelo accettare. Ho snocciolato tante volte una lista di pro e contro, e nei pro ci ho infilato a più riprese il poter infilare in ambiente scolastico (che potrebbe essere un posto dove potrei esercitare il mio lavoro vero, o giù di lì), conoscerlo meglio e farmi conoscere.   Detto fatto.   Ho una maestra che mi stalkera per farmi diventare venditrice tipo dei prodotti Avon, cosa che ho intuito io perché in realtà non me ha mai fatto parola sul lavoro che mi proponeva. E anzi, ha creato intorno alla cosa un alone di mistero talmente fitto che a un occhio più ingenuo poteva sembrare una proposta per entrare nei servizi segreti!    

Sublimare

Lo so, so benissimo che queste parole non stanno bene sulla bocca di una donna, che non è socialmente accettato che la si possa pensare così. Ma tant'è. Lo dichiaro e lo sottoscrivo, a me i bambini non piacciono, non li trovo teneri, ne non ne voglio e no, con uno mio non sarebbe diverso. Non mi hanno dotato di istinto materno e anche come sopportazione stiamo bassi bassi. Ovviamente il piccione questa cosa la sa e come primo giorno del nuovo lavoro mi ha mandato in una materna. Non ero sola per fortuna, perché ad un certo punto un odore inconfondibile si è diffuso tra i nano quattrenni ed è stato scovato il cacatore. Lavalo, cambiato, volevo morire anche se non toccava a me. Tra l'altro... e chi lo ha mai cambiato un bambino?! #workplace #murales #muralesart #art #miroart #miromural #workingday #details #kids #kidsart Un post condiviso da icaro (@diversamente.occupata) in data: 10 Nov 2017 alle ore 15:32 PST Uscita da quel turno gridando MAI PIÙ, ovviamente m

Non mollare

Io ho un compagno. Non in senso comunista, vivo col mio fidanzato da qualche mese. Dall'esatto giorno in cui è riuscito a strapparsi dalla casa materna e ha fatto le valigie. Lo stesso giorno in cui ha saputo che di lì a breve avrebbe perso il lavoro. I curiosi casi della vita. Non lo dico per dire, ma la sua testa funziona benino. Avesse fatto delle scelte diverse anni fa adesso potrebbe fare una di queste roba sottopagate come il ricercatore. In ambito accademico durante la stesura della tesi, è stato molto apprezzato ed è rimasto in buoni rapporti con prof, assistenti e quant'altro. Una manciata di settimane fa abbiamo deciso di fare un giro di saluti. Che fai, che non fai, lavori, ma l'università l'hai smessa, alla fine ha dovuto confessare di essere disoccupato. O ma che peccato, uno come te, ma come mai? E la fava e la rava, la solita solfa. Poi sono arrivati i consigli. E fai questo corso, costa solo 4500€, e dopo questo master, che ne costa 5000€. E via and

Diciamo

Origliando una lezione di storia. Prof: "... Mussolini era... (esita) Un dittatore... Diciamo." Eh, diciamolo va'. Fonte: fanpage.it

Dammi solo un minuto

Col mio nuovo lavoro guardo la Scuola da una prospettiva che non avrei mai creduto (voluto). Ma, per una questione di autoadattamento volto alla mia sopravvivenza psicologica, metto sempre in campo quella parte di me che mi aveva spinta (accidenti a lei) verso la professione che mi ero scelta. E osservo le persone intorno a me. Non ne esce un bel quadro. Genitori e insegnanti farebbero impallidire quello del mohijto e se già da un pezzo non mi meravigliavo dell'andamento del mondo, ora ne comprendo a fondo il motivo. La numero uno per ora è lei, una prof delle medie. La campanella va fatta suonare alle 13 e già alle 12.40 sento irrequietezza dentro le classi. Poco a poco vedo delle teste preadolescenti con spalle già caricate dagli zaini. Venti minuti prima?? Passa il tempo e sale l'inquietudine ed ecco che fra le teste si affaccia una un bel po' più attempata. Mi mima stizzita col ditino l'orologio "Non si esce?". Guardo l'orologio, le 12.56. "G

Precariato e certezze

Gli ultimi giorni mesi anni, professionali e non, dovrebbero avermi insegnato che per quanti programmi tu possa fare, per quante variabili tu possa considerare, la vita farà comunque a modo suo. Eppure io non lo riesco ad imparare. Sarò dura io, non so. La mia mente non riesce a "vivere alla giornata". Cosa che va decisamente poco d'accordo con la condizione precaria di diversamente occupata. Col tempo ho fatto di necessità virtù e la mia capacità di adattarsi è diventata il mio punto di forza. In pratica dove mi mettono sto . Ma vorrei sapere in anticipo dove, quando, come e perché. E invece niente. Mi ero immaginata a casa, con un bell'indennizzo di disoccupazione, a cercare altri lavori e aspettare la nuova stagione estiva, e invece niente. Tutto cambiato. Mi ero immaginata quindi per qualche mese a lavoro per poche ore a settimana, e invece niente. Full time. Non si sa fino a quando, non si sa dove. Il mio equilibrio mentale vacilla. Tiro un respiro e mi

Il centenario Allan Karlsson

Allan Karlsson è il protagonista del "libro della svolta", così come lo ha definito la mia amica blogger che me lo ha consigliato caldamente. Raramente ho incontrato un compagno di ombrellone migliore di lei, mr #AllanKarlsson. Un post condiviso da Federica (@federica_zucca) in data: 15 Ago 2015 alle ore 12:52 PDT Allan Karlsson è un vecchietto centenario svedese che scappa dall'ospizio in cui lo vorrebbero costringere a passare gli ultimi (ma sono veramente gli ultimi?!) giorni della sua vita. E da il via ad una rocambolesca avventura a cui si uniranno una serie di sconclusionati personaggi. Senza che mai il centenario perda la calma o si scomponga anche solo un pochino. Perché, e ce lo raccontano i tanti flash back, la storia di Allan Karlsson è stata tutto fuor che noiosa, e si è intrecciata molte volte con la Storia. E si scopre che il nostro Allan ha dato una significativa svolta agli eventi più importanti dell'ultimo secolo. Viene tutto talmente

Blogger Recognition Award

Nat  mi ha assegnato un premio e ne sono ben lieta, perché è il primo da quando ho ripreso a scrivere nel blog. Quindi grazie mille Nat! Queste le "regole" del gioco. 1) ringrazia chi ti ha nominato 2) scrivi un post per mostrare il tuo premio riconoscimento 3) raccontaci in breve la nascita del tuo blog 4) dai qualche consiglio ai nuovi blogger 5) nomina 15 blog a cui vuoi passare il premio riconoscimento 6) commenta sul blog di chi ti ha nominato mettendo un link al tuo articolo. Racconto come è nato il blog , anche solo per tirar le fila della questione. Il Diario nasce da una costola di Sotto il segno del piccione , che avevo chiuso ormai anni fa ma di cui potete sbirciare i post, sfogliando le pagine virtuali dell'archivio. Non era un blog tematico, piuttosto uno scorcio sulla mia vita. E lo è tutt'ora. L'ho solo caratterizzato sulla triste realtà lavorativa che mi attanaglia . Un consiglio ai nuovi blogger ? Scrivete, anche se nj diventerete l

Le soddisfazioni, quando meno te le aspetti

Mi toccherà ricredermi su quella faccenda per cui si dice che tutto nella vita torna indietro. O magari inizierò a credere nel Karma, chissà. Fatto sta che ho saputo che a una di quelle che, felice di racimolare le briciole, si è data a danze scomposte dopo che sono stata cacciata dal mio vecchio lavoro l'anno scorso, è toccata la mia stessa fine. Oh, precisa. Io secondo loro costavo troppo e il "volontario" di turno non riusciva abbastanza a farci la crest a farsi i rimborsi spesa. Lei uguale. Con un'unica differenza. Il mio alito è ancora fresco e profumato, mentre il suo... Dopo i tanti culi peccati ad alimentare questo sistema viscido di ottenere i lavori... Visto il calibro dei culi, non saprei. Brrr, rabbrividisco. Che bella cosa il Karma. Fonte: Lisi Gianni

Io e i libri

Coi libri ho sempre avuto un buon rapporto. Mia mamma racconta che da piccola alle fiere raramente chiedevo una bambolina, piuttosto preferivo un libretto da bambini. Poi ho iniziato a leggere i grandi classici e mi sono innamorata di Piccole Donne che ho letto e riletto e di cui conservo gelosamente una copia che è stata di mia mamma, con la carta ingiallita ma le illustrazioni bellissimissime. Sono stata una grande frequentatrice della biblioteca, da quando con la scuola elementari ci fecero vedere cosa era e come funzionava. Poi lei, la stronza di lettere al triennio delle superiori. Ci obbligava a leggere talmente tanti libri (noiosi, fra l'altro) da non aver spazio per coltivare la lettura per passione. A fine liceo ho smesso di botto di leggere, quasi in preda ad una innaturale repulsione. Per fortuna qualche anno dopo ho ripreso regolarmente la buona abitudine di infilarmi in biblioteca alla ricerca di un bel libro da gustare. E poi sono arrivati loro, gli stronzi del mio

Loop social

Chiamiamolo post di incoraggiamento. Ho creato la pagina Facebook del blog per sponsorizzare il blog, ma uso il blog per sponsorizzare la pagina Facebook per sponsorizzare il blog. Insomma, mipiaciatemi la pagina che sennò vado avanti all'infinito. La trovate qui ---> https://www.facebook.com/icarodiversamenteoccupata/

L'indignazione

fonte: Clipartlogo Mentre cercavo il tempo per scrivere 3 o 4 post che ho in mente e tentavo di stabilirne una priorità, mi sono imbattuta in questo articolo . Un drappo rosso sventolato davanti agli occhi infuriati di un toro. In Italia, e non me ne meraviglio, un presidente di commissione può evidentemente nominare e stesso per un incarico. L'articolo precisa che era un incarico misero misero, quasi a scusarla. Della serie "ha rubato, ma poco". La cosa che mi fa veramente incazzare è che l'articolo doveva finire così: "i candidati esclusi hanno protestato e ottenuto le dimissioni della signora, e l'assegnazione è stata riottenuta in maniera più trasparente". No. Ormai questi episodi sono all'ordine del giorno, ci si indigna, ma non ci si oppone. Neanche pacificamente, quando in realtà bisognerebbe scendere in piazza e ribaltare anche qualche scrivania. Ma ci basta indignarci per sentirsi in pace con la coscienza. E niente cambia. __

Un altro inizio

Quando si parla di vocazioni... Ho accettato un mezzo lavoretto, sicuramente sotto pagato, per poche ore a settimana, e via dicendo. La storia si ripete. Per mancanza di informazioni, non sono riuscita a far bene due conti sul quanto mi convenisse starmene a casa DISOCCUPATA PAGATA DALLO STATO, oppure accettare quanto ho accettato. Ho messo alcune cose sul piatto dell'incertezza e ho detto sì. Che fatica non sapere ma cosa fai bene e cosa sbagli. Che fatica vedere i propri sogni andar via sempre più lontani. Quello che rimane l'unica certezza è questa. Io a fine di questo lavoro sarò diventata come lui! Fonte: ddimensione.tv

Bella la mi' Firenze

Si dice che le donne abbiano degli ormoni specifici per far dimenticare i dolori del parto. Deve essere lo stesso per gli studenti delusi. Io ho studiato a Firenze e quel periodo non lo ricordo mai con gran piacere, per l'università orribile, le coinquiline stronze e tante altre pessime cose. Firenze la collego a quel preciso momento della mia vita, quindi la dovrei associare a sentimenti negativi. E invece confesso che quando ho saputo che dovevamo andarci, anche se non per una gita di piacere, ero contenta. Eccitata di rivedere quella che era stata un po' casa mia, dopo 10 anni, chissà quanti cambiamenti! Ecco, il principale cambiamento che ho trovato è che se vuoi visitare Firenze devi per forza sborsare un miliardo per parcheggiare, in quanto adesso anche nelle zone "di fiducia" di periferia le strisce sono tutte di un salatissimo colore blu. Per una serie di questioni che non sto qui a snocciolare, alla fine ho avuto solo il tempo di affacciarmi in piazza Cr

"A fine stagione mi riposo"

Se il proverbio tutto il mondo è paese è vero, nelle zone come la mia in cui "si vive di turismo" molte persone scelgono di fare il lavoro esclusivamente estivo e stagionale, per poi farsi sovvenzionare dallo Stato con il contributo di disoccupazione. L'ho sempre trovato raccapricciante, anche perché quando sono stata veramente disoccupata, con pile di lacrime e curriculum da inviare, non ho mai visto un soldo, per gli assurdi requisiti che si impone di avere per usufruirne. Lo stagionale lo si sceglie da giovanissimi e si porta la "carriera" estate dopo estate. Per me che, mea culpa, ho preso una laurea, questo tipo di lavoro era inarrivabile. Per fortuna un colpo di culo e una buona parola hanno cancellato questo madornale errore di gioventù e finalmente, con già troppi capelli bianchi in testa, ho fatto la mia prima stagione. E proprio mentre mi crogiolavo all'idea del contributo e il dolce far niente retribuito, è arrivata una telefonata. Che mi

Chi dimentica è complice.

Sebbene possa sembrare una neofita del mondo dei blog, in realtà scrivevo già quasi 10 anni fa. Lo testimonia il fatto che nell'archivio siano spuntati i vecchi post che, fra l'altro, per me è divertente rileggere. Il blog non si chiamava così, anche perché è nato quando ancora studiavo e certo non mi immaginavo (o quanto meno ci speravo) di fare la fine lavorativa che ho fatto. Il mio primo blog si chiamava "Sotto il segno del piccione", traccia che ho comunque voluto tenere nel sottotitolo di quello nuovo. Lo avevo scelto per metaforizzare, diciamo così, la sfiga che avrei raccontato. E questo perché, neanche troppo di rado, se un qualche volatile doveva mollare in mezzo a una folla di persone, sceglieva me. Dando origine anche a racconti per cui ho visto facce incredule da tanto la situazione era assurda. Se non è una metafora della mia vita quella... Bene, gli anni passano, il titolo l'ho cambiato, ma gli escrementi restano. Metaforici e non. Per non

Impossibile non accorgersene

Sono molte le volte che ho chiuso un'esperienza lavorativa. A volte era previsto, a volte no, a volte ho scelto io, a volte gli altri. Tutti vissuti differenti. Ma una cosa li ha accomunati ed è stata la sensazione di estraniamento provata alla fine. Una fine che era come improvvisa e destabilizzante. Anche quando mi ripetevo ossessivamente che erano gli ultimi giorni. Anche quando l'avevo deciso io. Forse tutto dipendeva dal fatto che in un modo o nell'altro ero io ad andare via, ma il lavoro che lasciavo non moriva con me. C'era qualcun altro che sarebbe andato al posto mio e tutto fino alla fine scorreva nella piena normalità. Stavolta è impossibile non accorgersi della fine imminente. I turisti se ne sono quasi andati tutti, il lavoro è ridotto della metà della metà e anche molti dello staff  se ne sono già andati. Per farla in breve: c'è il deserto. E si capisce che siamo alla fine. Veramente molto sospirata, perché sono stanca. Ma pur sempre una fine è. E

Normale (turisti #5)

"Come la vuole la birra, grande o piccola?" NORMALE "Coca alla spina o in lattina?" NORMALE "Caffè espresso o americano?" NORMALE "Vuole un the caldo o freddo, non ho capito" NORMALE "La crepe la vuole con la Nutella o preferisce il pancake?" NORMALE. Ecco. Io da tutte queste risposte ho capito una cosa. Che tutto è normale, tranne la gente.

Il rovescio

Insomma, ci siamo. Pochi giorni e ultimerò questa esperienza lavorativa. Intanto sto apprezzando la veridicità del proverbio "non ci sono più le mezze stagioni": siamo passati dall'asciugarsi ettolitri di sudore anche a tarda notte al fare la nuvoletta di fumo dalla bocca come a Natale in tipo tre giorni. Ho dovuto rivedere molto il giudizio su alcune persone. Purtroppo la mia indole non si cambia e non sono portata per vedere subito l'anima nera della gente. Ma al contrario del passato, non ho dato loro nessuna possibilità di smentita, anche perché ne va un pochino anche della possibilità di un mio rinnovo. Quindi: chi mi era diventato un appoggio sicuro adesso mi funziona come il rosso ai tori. Ho ceduto tantissimo con le persone che lavorano intorno a me. Piccole confidenze, tante risate, una crepes alla Nutella condivisa perché "almeno fa male entrambe", qualche pettegolezzo. Sono stata molto  isolata per 4 mesi, volutamente, ma ora, quando le acqu

Il fondo (turisti #4)

Quando pensi di averle viste tutte ti arriva uno alle 8.10 della mattina e ti chiede un bombolone, e lo ripete due volte, e invece vuole un leccalecca.

Saluti

Non so se chi ha scelto di vivere con lavori stagionali e magari si sposta qua e là per l'Italia vive diversamente questo momento. Io mi sento strana forte. Manca ancora un po' alla fine del mio lavoro ma già penso ai saluti. Penso che persone che ho visto tutti i giorni per oltre quattro mesi, con cui ho scambiato battute, sorrisi e piccoli sfoghi sul caldo e la gente rompiballe, forse non le vedrò più. Ho già salutato (senza salutarli per altro perché non ero in turno) due dei miei preferiti. Uno di loro sperava di stabilirsi in pianta stabile all'estero. Beati i giovani, senza pensieri e con tante energie! Forse sto solo convogliando nei saluti ai ragazzi tutta la nostalgia che proverò per questo lavoro che, nonostante la fatica, il nervoso, il caldo, mi è piaciuto e rifarei. Forse il saluto più impegnativo sarà proprio quello.

Turisti #3 (premio padre dell'anno)

Anche se manca ancora parecchio alla fine del mio lavoro, credo di poter stilare una classifica definitiva sui migliori padri che mi sono sfilati davanti questa strana estate. Premesso che dove lavoro è il tipico posto per famiglie, devo dire ne ho viste veramente di ogni. E soprattutto ho riso sotto ai baffi di fronte ai nonni costretti a sopportare questi piccole pesti anche in ferie. E mi sono intristita vedendo invece tanti, troppi, genitori che potevano godersi i figli solo in ferie, lontani dai ritmi del lavoro, e invece si capiva benissimo che non li sopportavano e non vedevano l'ora di sbolognarli al mini club. Li capisco, hanno partorito dei piccoli discendenti di Satana. Ma cavolo, allora perché far figli se vuoi smollarli sempre ad altri?? Ma bando alle ciance, ecco il meraviglioso podio dell'ambito premio "padre dell'anno". - Medaglia di bronzo e menzione speciale nella categoria "autostima" per il padre di un bimbo piccino piccino che,

Carriera

  Sentendomi assolutamente un outsider dell'ambiente in cui lavoro e trovando motivazione praticamente solo nello stipendio, devo ammettere che non mi sono aperta mai granché, nè coi colleghi, nè con i clienti. Vedo la mia collega che stringe un rapporto diverso con quest'ultimi. "Salve, quanto rimanete? Siete stati bene? Prendete in gelato, beati voi, io sono intollerante al lattosio". Ben diverso dal mio "buongiorno, fanno 4 €, grazie arrivederci". Rare le volte in cui mi sono spinta oltre, al  sorriso di circostanza e alla battuta "tanto per". Al di là della soddisfazione personale di riuscire a far battute ironiche anche in lingua straniera, dopo aver dovuto grattare via tanta ruggine dai miei studi linguistici. Capita l'altro giorno un tipo a cui ho venduto una quantità tendente all'infinito di birre medie. Tipo assolutamente stravagante a cui l'alcol ha fatto sciogliere la lingua. Ad un certo punto annuncia che mi lasce

Sembrava finita, sembrava!

Non credevo, ma sono passata semi indenne non solo dal Ferragosto, temutissima data della stagione turistica estiva, ma anche dal dritto di due settimane senza riposo. Ho festeggiato il mio primo giorno libero da tempo immemore svegliandomi presto (stramaledetto ritmo biologico) e stando a rigirarmi nel letto, aggrovigliando metaforicamente le palle che mi son venute a sopportar la gente, con le occhiaie, causate dalle poche ore di sonno di questi mesi. Credevo che passata la settimana di fuoco, il tempo sarebbe scorso veloce fino a fine stagione, e quindi a fine lavoro. Credevo... perché ogni giornata sembra eterna e chi fa da anni questo tipo di lavoro, mi ha confermato che da adesso in poi tutto scorrerà più lento e non sembrerà arrivare alla fine. Bene, quindi posso rimandare la dolorosa domanda: e poi, senza lavoro, che faccio?!?

Turisti #2

A voi che mi avete chiesto: - un Culone invece che un cucciolone - un Pierino invece che una Peroni (italianissimi, fra l'altro) - una pisciata invece che una pizzetta E a voi che vi ostinate a cacare in posti in cui abitualmente si nuota o si mangia... A voi tutti devo dire grazie per aver reso meno difficile aver gettato nel cesso (posto da voi assai poco frequentato) 10 anni di formazione e una professione tanto sudata.

Coincidenze

Considerato l'andamento della mia esistenza, io NON CREDO che il fatto che io stia lavorando per la prima volta come stagionale 9 ore al giorno dentro una stanza in cui si rasenta la temperatura del centro della terra e il fatto che questa sia l'estate più calda degli ultimi anni non siano una coincidenza.

L'odore

Ce l'ho fatta, con un mese di ritardo, a riscuotere l'ultimo lavoro dei miei ex datori. Tra le mille scuse assurde, alla fine mi sono beccata pure un cazziatone perché io, laureata e psicologa abilitata, durante l'anno non ho chiesto consulenze educative al vecchio quasi ottantenne che spadroneggia là dentro, chiamandosi volontario, a 300/400 € di rimborsi alla volta. Sono felice di una cosa. Quando sono andata a colloquio non mi sono deodorata. Così a fare schifo non erano solo loro.

Turisti #1

Ridendo e scherzando è oltre un mese che ho iniziato il nuovo lavoro. Più che ridendo e scherzando direi piangendo e sudando, perché l'inizio non è stato dei migliori e le temperature, beh, le sentirete anche voi. Questo lavoro è il più diverso rispetto a quelli svolti fino ad adesso, anche se ho dovuto far comunque funzionare le mie competenze da psicologa perché sì, i malati psichiatrici sono difficili da trattare, ma i turisti all'ora del pranzo che non sanno decidere se il panino o la piadina, quelli sì che sono imperscrutabili! Ho imparato veramente tante, tantissime cose. Ecco dunque le nozioni fondamentali  da sapere se si lavora in un villaggio turistico, zona bar (se non sei una barista). - chiedere ad un tedesco se la birra la vuole piccola credo che corrisponda ad una bestemmia pronunciata in Vaticano. Dopo i primi sguardi atterriti e sdegnati, ho iniziato a chiedere "birra grande, vero?" - la metà delle persone che ordina un caffè lo ordina strano e

La nonnina malata

Allora, io da ragazzina sono sempre stata una studentessa secchioncella e non ho mai dovuto sfoderare qualche penosa scusa per giustificare una mia mancanza nello studio. Ma so che una che andava per la maggiore era la nonnina ammalata. Ricordo che un comico, non ricordo più se Panariello o Brignano, fece della faccenda uno sketch di un suo spettacolo, con questi nonni che morivano e resuscitavano per l'interrogazione successiva. Mi aveva fatto molto ridere. Mi fa un po' meno ridere adesso che, per non pagarmi un lavoro iniziato mesi fa e chiuso giorni e giorni addietro, i miei ex datori stanno trovando la stessa scusa.

Perdersi, ma ritrovarsi

Insomma, inutile dire che ci avevo sperato, anzi ero CONVINTA che pur restando una diversamente occupata, dare una svolta così grossa alla mia vita lavorativa non poteva che portare cose buone. Io sono sempre stata a favore delle svolte, anche se difficili, perché tante volte mi sono trovata a sguazzare in dei pantani che si rivelavano poi sabbie mobili, in grado di portarti sempre più in giù, nonostante la fatica immensa per risalire. Sono bastati dieci giorni per ritrovare me stessa e  "quel vago senso di averlo preso in culo" (cit. Daniele Silvestri). Ah, che sensazione familiare.

Ricominciamo...

"La vendetta è come la politica: si accanisce fino a quando il brutto diventa peggio e il peggio diventa ancora peggio". #ilcentenariochesaltòdallafinestraescomparve #quotes #readingonthebeach #jonasjonasson #book #bookstagram Un post condiviso da i_caro in data: 23 Mag 2017 alle ore 13:53 PDT Inutile forse precisarlo: il precariato ammazza l'entusiasmo. Anche delle piccole cose. Quando hai troppi lavori da fare per portare a casa due soldini non hai né il tempo né le energie di dedicarti ad "altro". Quando il lavoro, nemmeno precario, non ce l'hai, hai l'umore talmente a terra da non aver voglia di "altro". Un "altro" che era sparito dalla mia vita era la lettura. Ora, ad un passo da un nuovo inizio lavorativo, ho ripreso in mano un romanzo che avevo già abbandonato due volte. E non perché non mi piacesse, ma per i motivi di cui sopra. In un paio di orette in spiaggia ho fatto fuori un quarto di pagine. E, copiando

Eh?

Di fronte a questa pagina bianca di oggi mi sento un po' come ad un colloquio di lavoro, dove sai che non sta bene parlare male degli ex datori di lavoro, ma poi ti scappa detto qualcosa. Anche se qui ho un nick name e pochi dettagli riconoscibili, nonché un'alta improbabilità che qualcuno della vita reale e sopratutto del lavoro fasullo avuto finora mi rintracci. Ma il web è un mondo strano e qualche esitazione ce l'ho. Oggi però è un giorno storico, da imprimere nero su bianco. Mi hanno finalmente ultimato i pagamenti dell'ultimo progetto fatto. Nel senso che l'ho fatto io e riscuotono anche gli altri, as usual. Si vestono da compagno comunisti e poi fanno così. Boh, io la "condivisione"  comunista l'avevo capita diversamente. Comunque, nello stesso istante in cui guardavo l'estratto conto e realizzavo che stavo chiudendo quel capitolo di sfruttamento assoluto, mi arrivava la mail della mia ex capa che mi chiedeva disponibilità VOLONTARIA p

Prove

Di tante cose abominevoli della diversa occupazione merita una menzione speciale l'arrivare senza alcun tipo di preparazione (perchè le maestre, quelle con la vera occupazione, si aggiornano, ma tu che nella scuola ci sei capitata per sbaglio no) alle prove invalsi. E apro e chiudo con una sola considerazione: 13 anni di scuola al massimo dei voti, una laurea triennale, una specialistica e tanto studio in più per l'abilitazione alla professione non servono a niente. Io le prove invalsi di quinta elementare non le so fare.

Il 25 aprile del sig. G

Io sono sempre stata una di quelle che al 25 aprile ci credeva. Cioè, per me certi valori si ricordano ogni giorno, con quello che fai nel tuo piccolo, ma una ricorrenza così importante l'ho sempre percepita come necessaria. Da qualche anno questo sentimento in me è fortemente scemato. Sopraffatto dalle frasi di Pertini e dai video di Bella ciao pubblicati sui social solo per ottenere like da personaggi di dubbia morale che conosco purtroppo al di là dei social e che so benissimo quanto si gongolino nel chiamarsi compagni e cambiare sponda politica ad ogni piè sospinto. Sopratutto verso sponde che di compagni non ne hanno visto mezzo. Mi fanno venire in mente certi altri personaggi che ai concerti al minimo cenno di canzone "comunista" (Cohiba in primis) fanno pugno sì, ma con la mano sbagliata. Sarò fatta male io ma questa mancanza di coerenza mi fa accapponare la pelle. Soprattutto quando attraverso di essa si offendono persone che hanno dato la vita per restituir

Ed è subito mutanda

Ma di che siete fatti voi che scattato il 21 di marzo e uscito il primo tiepido raggio di sole, uscite di casa in short, canotta ed infradito? Come è possibile che siamo fatto della stessa materia voi in costume sotto il mio stesso cielo che ho ancora la maglia della salute e il maglione?! Comunque da ieri allerta meteo e temperature a picco. Ben vi sta.

Vecchio e nuovo

Giornata particolare, quella di ieri. Lo so da un po' ma per scaramanzia ho fatto l'annuncio solo ai pochi intimi: ho trovato una occupazione un po' meno diversa da quelle alle quali sono abituata. Dopo mesi di stasi, ricerche stressanti e momenti di di-sperazione mi sono ritrovata ad un bivio che addirittura era un trivio. Tre possibilità di lavorare un po' meglio che a 7€ orarie di prestazione occasionale. Alla fine ho scelto quella più duratura e spero più sicura. Ieri ho avuto la prima riunione ufficiale del personale, ho conosciuto le nuove colleghe e respirato il nuovo tipo di ansia che mi assalirà nei prossimi mesi. Sono curiosa di iniziare e, si dovrebbe essere capito, molto in ansia. È tutto così enormemente diverso da ciò che ho fatto finora. Ma le mie finanze e la mia salute fisica e mentale hanno richiesto a gran voce che appendessi aspirazioni varie al chiodo e, potendo svoltare così tanto, sono veramente felice. Il pomeriggio invece ho avuto il primo

Minacce

Sicuramente l'aria che si respira nel mio (quasi) ex ambiente di sfruttamento lavoro non è la norma ma purtroppo è comunque molto molto comune. É fin troppo comune veder subire (o rimpiazzare) chi non vuole farsi mettere i piedi in testa e ha comunque sufficiente masochismo nel voler mettere impegno nel lavoro che fa. Solitamente si preferiscono, in certi ambienti, persone che, come si dice, mettono il carro dove vuole il padrone, senza discutere. Non arricchiscono il lavoro che stanno facendo ma almeno non danno problemi. La mia "collega" ai doposcuola è un po' un tipo così, ci sa fare coi bimbi ma non brilla di luce propria e soprattutto probabilmente sarebbe portata per altri tipi di impieghi. Ma lì l'hanno messa e lì sta. Quando mi sono dovuta far sostituire i miei bimbi mi hanno poi chiesto a più riprese di non farla venire più perché coi compiti ci beccava poco. Addirittura è successo che, siccome con le sue classi c'è poca frequenza, i miei dato

La felicità di chi nemmeno ci ha provato

Ho giusto appena saputo dal mio migliore amico di gossip (facebook) che una mia compagna di università si è sposata. Conviveva da molto ed era fidanzata da una vita. Col suo adesso marito viaggia, condivide passioni e sfizi (fonte: facebook). Non siamo rimaste in rapporti stretti, sebbene ottime compagne di studi, non eravamo confidenti. Le ultime notizie dirette sulla sua carriera post universitaria erano che stava cercando di studiare per l'esame di stato, ennesimo scaglione di difficoltà di una professione che indietro ti da poco. Poi la gran virata: cercare un lavoro vero, di quelli che hanno malattia, contributi, ferie, stipendi che ti consentono di VIVERE, rompimenti di coglioni sì, ma al giusto tariffario. Addirittura il TEMPO INDETERMINATO. L'ho vista viaggiare, arredare, comprare (sempre fonte facebook)... Mentre io al momento sto assumendo tre diversi tipi di fermenti intestinali per riuscire a superare le ultime esperienze lavorative, in cui ho provato a costrui

127 ore

Se dovessi trovare un solo aggettivo per descrivere il film "127 ore", direi che è IPNOTICO. Sì, perché giuro che io ero fermamente convinta di non volerlo vedere. Stavo solo facendo zapping in attesa del sonno, mi ci sono imbattuta e ho pensato solo "Ah. Questo deve essere il film ispirato a quell' escursionista che per salvarsi dal canyon dove era caduto si tagliò il braccio da sé". Punto. Non so neanche più da quanto non vedo un film se si escludono quelli di Star Trek. Ormai ho consacrato la mia vita a un numero ristretto e ben selezionato di serie tv. Ma tu guarda se dovevo riprendere stanotte. Dal pensiero "ok, ora cambio canale", ad "altri cinque minuti" e infine "tanto non ho neanche sonno..." Il passo è stato breve. Bello, bellissimo. Consiglio vivamente. Un filino ansiogeno magari. Giusto quel che che mi ha fatto terminare il cambio armadio alle 2 di notte per smaltire l'angoscia. ps. Il mio non è un blog di re

Motivazioni

Sui libri di testo che ho tanto studiato per laurearmi (che orrore!), ho letto che sono stati condotti diversi studi che dimostravANO che la motivazione al lavoro non è fatta per prima cosa dal compenso economico, bensì dalla soddisfazione che vi si ricava. Credo che nell'epoca della diversa-occupazione questi studi debbano essere rivisti. I parametri sono proprio ribaltati. La diversa-occupazione è fatta solitamente di poche ore di lavoro, retribuite pochissimo, a fronte di tante e tante ore di lavoro obbligatorio ma non pagato. Il tutto condito dal fatto che molto spesso si richiede una professionalità che è solo sfruttata e mai riconosciuta. Il mio percorso lavorativo è costellato di queste simpatiche esperienze. La più simpaticissima di tuttissime è stata quella in cui sono stata messa alla porta da un giorno per il giorno dopo  perché avevo osato chiedere almeno un minimo compenso da tariffario (sai com'è... laurea, tirocinio, abilitazione, esperienza...). Per un lavor

Visita al Manicomio

La chiusura dei manicomi sarebbe dovuto essere un importante passo sociale, se non fosse stato che non è corrisposta un'azione di vera integrazione dei matti. Tuttora reputo che sia una pagina nera della nostra società. Lo dico con una piccola cognizione di causa, visto che il lavoro per cui ho studiato riguarda proprio la salute mentale e, per quanto poco abbia avuto l'opportunità di "esercitare", ho ben presente quanto ancora ci sarebbe davvero da fare. Per intendersi: ho visto far cose dai servizi sociali che se matto non ci sei, ci diventi. A testimonianza dell'opera incompiuta ci sono i manicomi abbandonati. Edifici giganteschi (ospitavano centinaia di persone) lasciati a franare, senza prevederne un recupero storico per non perderne la memoria o quanto meno un recupero funzionale, per dar loro una nuova vita. Abitando abbastanza vicino a Volterra, ho voluto visitare ciò che rimane del manicomio di San Girolamo. La visita è stata parziale perché mi sono