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Visualizzazione dei post da febbraio, 2010

Un certo Signor N

Ebbene, sono riuscita a sfatare il mito che a svelare i programmi prima poi ti vanno a monte. Anche se devo dire che ho rischiato parecchio. Ieri pomeriggio alle 16 iniziavano le prevendite per lo spettacolo "Un certo signor G" di cui avevo parlato lo scorso post, quello con Neri Marcore. Alle 14.30 ho caricato mia mamma e sono andata a Piombino per vedere se riuscivo a procurarmi i biglietti. Alle 15 siamo arrivate davanti al teatro e c era già una discreta fila. Una quindicina di persone, non male per essere un ora prima! Poi sono arrivati sempre in di più e diciamo che è stata una fortuna trovare persone oneste che hanno rispettato educatamente l ordine di arrivo. Penserete che essere la quindicesima in fila non doveva farmi temere di restare senza gli agognati biglietti e invece no! perchè forse non lo sapete ma per andare a teatro tocca essere raccomandati! Ebbene sì... ok, la metà dei posti (487) erano per gli abbonamenti, quindi riservati a prescindere.

Day after day

Più non ci "voglio" credere più trovo somiglianze con i miei genitori. Uno con la mia mamma? Che il 30% delle volte che prendiamo un coltello in mano ci tagliamo e altrettanto spesso ci bruciamo quando armaneggiamo con forno e fornelli . Lei ormai c'è avvezza, io mi concedo ancora di lamentarmi della mia imbranateggine. "E' il mestiere che entra nel sangue". Sì, sarebbe bello farcelo restare un pò di sangue in corpo, giusto per sapere dove far entrare il mestiere. Sabato sera mi sono portata via un pezzettino di ciccia, non ha nessuna voglia di risarcire e per di più è come ogni volta: se ti fai male in un posto ci sbatti continuamente. Tra l'altro stavo riflettendo su cosa stavo tagliando le ultime volte che mi sono ferita: affettavo la zucca, pelavo le carote, sbucciavo un arancio e facevo le chips di patata. Interessante. Mica abbattevo un albero o spezzavo un maiale vivo. No, era banalissima frutta e verdura. Spero assomigliare solo a

Cronache sanremesi #3 (e poi basta)

Fine, the end. Anche per quest’anno il Festival ha chiuso i battenti e possiamo tirare un sospiro di sollievo. Pare che gli ascolti siano stati altissimi e la Clerici se lo merita, nonostante fosse stata, soprattutto le prime sere, parecchio sottotono. Se non altro se lo merita per quanto le hanno fatto, togliendole il suo programma con la scusa della maternità. Quello che trovo di negativo (canzoni a parte) è che sono stati scelti degli ospiti assolutissimamente interessati alla promozione di un disco e/o altro, ma comunque mai per il gusto di esibirsi in una manifestazione che vuoi o non vuoi fa parte del bagaglio “culturale” italiano.Dio quattrino regna! E ovviamente i vincitori… ma mi pare una cosa ovvia e scontata! Apro una parentesi sui giovani. Ovviamente non mi piacciono né la canzone né il tipo che la canta. Mi piaceva Nina Zilli o come cacchio si chiama. Tra l’altro mi ha tubato non poco la scena di questo Tony Maiello quando è stato annunciato vincitore. Sembrava

Firmino

Ho notato questo libro durante un’incursione in libreria, incursione finalizzata come al solito a scovare qualche titolo interessante da prendere poi in biblioteca. Stava accanto ad un altro dal titolo buffo “Il lamento del bradipo”. Sempre di Sam Savage. Come titolo e come storia, anche, mi incuriosiva più quest’ultimo, però ho deciso di iniziare  dal primo scritto, Firmino appunto. La trama è piuttosto singolare: un ratto nasce in una libreria da una mamma alcolizzata. Siccome Firmino è il più debole della nidiata, al momento della poppata non riesce mai a nutrirsi a sufficienza. Questo lo salva e gli cambia la vita: innanzitutto non si ciba del latte alcolico che rende alcolizzati i suoi fratelli, ma soprattutto è così che si avvicina alla lettura. Per cibare il corpo si avvicina alle pagine di un libro e poi un altro e un altro ancora. Dal mangiarli passa al leggerli. E mentre i suoi fratelli una volta cresciuti abbandonano la libreria, Firmino decide di restarvici f

Cronache sanremesi e non solo

Visto che quest'anno sto seguendo il festival minuto per minuto, grazie alla compagnia esilarante, volevo fare anche una cronaca minuto per minuto. Ieri ero quasi pronta per sistemarmi sul letto con il mio portatilino quando a sorpresa han suonato alla porta: era il figlio del proprietario con il piastrellista a fare un controllino al pavimento. Ho dovuto perciò rinunciare al post per stare dietro ai due che si sono messi a togliere le piastrelle rialzate. Non avevo ancora pubblicato le foto del disastro perchè in realtà in foto non è che si capiva bene l'entità del danno. Vedere per credere: Immaginatevi però un dosso di quelli usati per ridurre la velocità. Ecco. Mi si era formato nel salotto. Quando ieri han tolto le piastrelle ho potuto simpaticamente constatare che al centro erano rialzate 15 ma fai anche 20 cm!!! Che ganzata eh! Questa foto è come è messo ora il pavimento, ho piazzato al centro una delle mie ciabatte (porto un 38) per rendere meglio la

Cronache sanremesi

Dopo non so quanti anni ieri mi sono vista per intero la puntata del festival, complice Bernacca (che ha predetto di nuovo neve, aiuto! ) che mi ha convinta a superare il dosso che si è formato in sala* e a piazzarci sul divano per commentare insieme. Mai festival è stato tanto spassoso, quella donna è troooppo forte! Comunque... Iniziamo dall'inizio. Apertura di Bonolis e Laurenti . Esageratamente lunga, volgare (mi dite cosa mi rappresentavano i due canguri che si ingroppavano, che poi se non s'era capito, l'hanno pure detto che facevano quella cosa lì, incrementando il livello di volgarità ) e inutile. Lo stile Bonolis. So che piace ai più. A me no, tra l'altro il fatto di andare di qua e di là da una rete all'altra seguendo l'offerta economica migliore è disgustosa: Bonolis è la maiala della tv. Sulla volgarità faccio un piccolo inciso. Io dico parolacce, un mucchio. E come è ormai noto, amo il personaggio di Coliandro e libri e serie tv sono i