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Visualizzazione dei post da febbraio, 2019

Think locally, f*ck globally

Ma voi ci fate caso, quando fate un acquisto, alla provenienza dell'oggetto che state comprando? Io sì, sono abbastanza fissata. Prima cosa per le cose che mangiamo. Perché se ho voglia di ciliegie a settembre mi mangio comunque un grappolo d'uva e non compro quelle che vengono dalla Turchia, che costano come i diamanti (o peggio, come le caldarroste) e sono piene di cera per farle durare più a lungo. E non protesto per il prezzo perché non sono un coglione che non ha ancora capito che le ciliegie ci sono a maggio. [Ho lavorato ad un Frutta e Verdura e so di cosa parlo]. E poi in generale cerco il bollino, rarissimo, "Made in Italy". Se lo trovo, magari l'oggetto in questione nemmeno mi serve, ma tanto è l'entusiasmo che non riesco a lasciare lì qualcosa che alimenterà una fabbrica del nostro paese. Il "Made in China", mascherato abbastanza recentemente con il "Made in PRC", la fa comunque da padrone, anche nelle grandi marche. Ma

Colloquium vitae # 3

Vi è mai capitato di essere in attesa del vostro turno per una selezione di un ente pubblico, vedere arrivare il padre di una candidata, scoprire che è un ex impiegato in pensione di tale ente e vederlo entrare a salutare la commissione d'esame composta da suoi ex colleghi appena prima che entri la figlia a colloquio? A me sì. THE END. Ah beh, avete ragione, lo scopo di questa serie di post era passare un po' di informazioni utili derivate dalla mia esperienza nella ricerca del lavoro. Quindi per casi come questi vi dico semplicemente: non prendetevela che tanto il mondo funziona così e ci sarà sempre qualcuno più raccomandato di voi. Difatti la tizia in questione non è stata assunta. Il concorso l'ha vinto un'altra, storica militante del partito. APPLAUSI. SIPARIO. Se vi è piaciuto il colloquio  Vi-saluta-papà , potrebbero interessarvi il  colloquio/interrogazione-scolastica-questo-non-lo-studio-tanto-non-lo-chiede   e il colloquio a mia insaputa .

Vento

L'altra notte mi sono svegliata che tirava un gran vento. Quel forte sibilo non mi ha fatto prendere sonno per un bel po'. Il vento da qualche mese a questa parte mi fa paura. Il vento non è più quello di una volta: da noi venivano le libecciate, quelle che d'estate fanno gonfiare il mare (e le palle dei bagnini che devono fare la spola per tirare via dall'acqua i turisti incoscienti). Al massimo tiravi qualche parolaccia perché trovavi la macchina appena lavata impastata con il salmastro. Invece ultimamente no. Il vento ha fatto di tutto. Alberi divelti, danni alle case, coltivazioni danneggiate, tratti di costa quasi cancellati. E quello che ho visto nella mia zona è niente a confronto con quanto accaduto sulle Alpi. Se ne è parlato per giorni di quegli interi boschi abbattuti dalla furia del vento. Io, in tanti anni di vacanze sulle Alpi, non credevo neanche che in montagna il vento potesse tirare più di una leggera brezza. Il vento più forte che conoscessi era il

Colloquium vitae # 2

Non ricordo se l'ho mai scritto esplicitamente ma per dovere di chiarezza lo ripeto. Per alcuni anni, io di lavoro (precarissimo e sottopagatissimo) cercavo lavoro agli altri. Era un servizio rivolto ai giovani ma in realtà ho visto di tutto e di più. Ho organizzato anche dei corsi per rendere più autonomi e competenti durante la ricerca del lavoro. Non vi dico la fatica: spingere gli altri a crederci quando io ormai vivevo nella rassegnazione del non riuscire a trovare di meglio che essere sfruttata fino all'osso, la rassegnazione del "meglio così che nulla". Pensieri depressi a parte, un tema fondamentale che trattavo era proprio il colloquio. Ho ripetuto a tutti fino alla nausea di arrivare preparatissimi a quel momento e capire bene per chi ci si candida, per essere pronti a qualsiasi domanda trabocchetto sull'azienda. Mission, vision e favate varie. Perché non c'è peggior cosa presentarsi dando l'impressione di fregarvene di dove siete capitati o ch

Amore indeterminato

Visualizza questo post su Instagram #sanvalentino #passeggiateromantiche #passeggiatesulmare #allineedisyou #mare #maredinverno #relax #walkingonthebeach #bluesky Un post condiviso da Icaro - Diversamente Occupata (@diversamenteoccupata.blog) in data: Feb 14, 2019 at 12:20 PST Ho aspettato il giorno degli innamorati per fare un importante annuncio: Lui non è più diversamente occupato, Lui è INDETERMINATO. Sembra talmente assurdo che fatichiamo a renderci conto. Forse perché quando uno è diversamente occupato lo è proprio nell'anima e nemmeno IL contratto può cambiare questo status. Certo, è un lavoro che non c'entra niente coi suoi studi, anzi, non c'entra proprio niente con gli studi in generale. Certo, non è un ambiente semplice e sicuramente può ambire a qualcosa di meglio ma intanto... Posso essere diversamente occupata quanto mi pare e a cuor leggero, tanto uno stipendio fisso arriva sempre in famiglia!

Colloquium vitae # 1

Essendo stata praticamente sempre una diversamente occupata e non una disoccupata al 100%, ho fatto meno colloqui di lavoro di quelli che ci può aspettare. Considerandoli tutti, ma proprio tutti, direi che comunque non arrivo a 15. [In compenso credo che alcune aziende possano ricostruire delle Piramidi a dimensione naturale mettendo uno su l'altro i curriculum che ho inviato loro]. Pensa che ti ripensa mi è venuta un'idea che chissà, potrebbe diventare una rubrica fissa, una guida semiseria con dritte e consigli per affrontare la disoccupazione o il precariato. Chissà. Intanto, un po' alla volta, vi propongo i colloqui in cui ho imparato di più, nella speranza di aiutare qualche lettore nella mirabolante impresa di affrontare serenamente i colloqui  (no, in realtà punto a diventare influencer della disoccupazione, col fine ultimo di lanciarmi nel web e porre fine alla mia. Ecco, vi ho svelato il mio piano diabolico 😈). Inizio con uno facile facile. Il colloquio a

Devo cercarmi un hobby

Se la memoria non mi inganna, la prima volta è stato in vacanza coi miei da ragazzina. Ai tempi non c'erano i vari booking e tripadvisor e, se l'appartamento o l'hotel prenotati erano una catapecchia, lo scoprivi solo quando era troppo tardi. Ricordo perfettamente il brivido gelido che attraversò la mia schiena quando all'indirizzo indicato nel dépliant trovammo una casa quasi franante con le tendine a tutte le finestre. Poi scoprimmo che il nostro appartamento era tre case più avanti e che avevano semplicemente riassegnato i civici della via. Ma quella casa abbandonata con ancora sù le tende ancora nuove mi aveva rapita. Mi aspettavo ogni sera di vedere accendere una luce e passare un'ombra da una stanza all'altra. Gli anni sono passati e ho iniziato a far caso a quelle case abbandonate che ancora facevano bella mostra di qualche oggetto della vita che fu. Le tende, un vaso con una pianta ormai morta sul balcone, qualche sedia abbandonata sull'ingresso...

SVU-binar

Confesso che nel mio periodo  " palline al formaggio " ho teso ad abusare della tv. La tengo molto accesa anche adesso quando sono a casa da sola, ma la tengo più che altro per compagnia mentre faccio altre cose. Invece quando sei nella fase oscura della disoccupazione la usi proprio come mezzo di annientamento. L'ho visto su di me, su di Lui. E su altri ancora, purtroppo. In questo post ironizzavo sul fatto che guardavo continuamente Law and Order Svu. A parte che non sono mai uscita da questa dipendenza e ne faccio un uso spropositato ancora oggi... Ieri riflettevo sul fatto che i saggi hanno ragione quando dicono che tutte le esperienze servono e che nella vita non si sa mai cosa torna utile. Difatti, se ho superato il test del corso di aggiornamento che la stessa legge che non tutela la professione impone di fare anche a chi la professione non la fa più, è grazie a questi due qua. Devo dire che ero preparata anche sulla parte processuale, ma mi sono accontent