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Visualizzazione dei post da aprile, 2019

M***a a tempo indeterminato

Fra chi mi legge ci sono almeno un paio di persone che hanno abbandonato il lavoro a tempo indeterminato e, dalle loro parole, ho capito che avevano le loro buonissime ragioni per farlo. Certo è che il famigerato posto fisso è, per chi è da sempre diversamente occupata come me, una chimera, una sorta di sogno proibito e che sentire che qualcuno lo lascia per l'incertezza della disoccupazione o del precariato lascia quanto meno perplessi. Però ricordo anche che, fra i tanti studi citati in psicologia sociale, ce n'erano diversi che dimostravano che la soddisfazione economica viene sempre al secondo posto rispetto alla soddisfazione personale nel valutare un posto di lavoro. Certo, studi ormai vecchi, pensando a quanto il mercato stia velocemente cambiando in peggio. Però è certo che il benessere personale, fisico e mentale, deve venire prima di tutto, anche di uno stramaledetto contratto di lavoro. Tutto questo per dirvi che qualche giorno fa ho letto di una selezione per u

Il campanile sommerso

Federica, nel suo post su "La teologia del cinghiale ", mi cita in quanto psicologa con il pallino dei manicomi abbandonati. In realtà il mio pallino è un po' più ampio e riguarda un po' tutti i tipi di posti abbandonati. Il fatto che sia purtroppo diventata una moda rende alcuni luoghi fantasma più rintracciabili e "accessibili". Rispetto a quando ero piccola e guardavo con una curiosità mista ad inquietudine le tendine lasciate alle finestre delle case abbandonate , adesso c'è il web che in molti casi ti fa da guida per cercare i "Ghost Place". Devo ammettere che, anche  se da inizio anno ho visitato alcuni paesi fantasma ed edifici abbandonati, le visite più interessanti le faccio virtualmente seguendo certi canali su Instagram. Purtroppo e per fortuna i più si tengono per sé le coordinate di certe bellezze,  ville abbandonate in primis. Dico per fortuna perché poi non tutti vanno solo per curiosare e quindi si rischia di non trovare più il

I colleghi Matia Bazar

Parlando di varietà di colleghi, il mio ultimo posto di lavoro mi offre una fauna veramente interessante. Soprattutto perché come vi dicevo non hanno (di solito) un passato da precari o di ricerche disperate di un lavoro a tutti i costi.  Dopo tanti anni fra i miei simili, è stato interessante scoprire un così diverso modo di vivere. Più che lavorare, praticamente conduco uno studio antropologico. Ma questa settimana, a causa della notizia della maestra che ha contagiato la sua classe con la Tbc , torno indietro ai miei colleghi di associazione. Che certi ambienti di lavoro siano competitivi è fuori discussione, ma ormai ci hanno abituati non a competere per posizioni di rilievo, bensì anche per una semplice ora (sottopagata) in più. Senza entrare in inutili dettagli, vi spiego semplicemente che c'erano dei sospetti per cui uno dei ragazzi ospiti della nostra struttura potesse avere la tbc. In qualità di coordinatrice e pasionaria delle ingiustizie subite da noi operatori, f

Happy!

Ci sono due tipi di disoccupazione: quella che sto vivendo, col sussidio e con il pensiero che a breve tornerò a lavoro, e quella in cui passi dall'invio compulsivo di CV al piangere sul divano perché non trovi neanche da pulire un sottoscala in nero "perché sei laureata" (true story). Durante questo tipo di disoccupazione c'era SVU a farmi compagnia. Da diversamente occupata avevo orari troppo incasinati e ne avevo vista ogni tanto qualche mezza puntata. Da disoccupata invece mi sono fatta delle vere maratone. Ed è lì che mi sono innamorata di Elliot Stabler e del suo sguardo torvo.   Fonte: lawandorderfandom Ed è inutile precisare che quando ho saputo che Meloni, l'attore che lo interpretava, aveva lasciato la serie non me ne sono fatta una ragione. Almeno non fino a quando ho visto Happy! Qua Christopher Meloni interpreta Nick Sax, neanche a farlo apposta, un ex poliziotto espulso per averla fatta troppo grossa, ormai alcolizzato, drogato e divenu

Diversamente colleghi

No, non ho finito l'elenco di disavventure ai colloqui di lavoro e sì, il post sulla mia fame smodata non era campato per aria perchè voglio ancora parlare delle abitudini poco salutari indotte da certi ritmi di lavoro. Però... Sara nel suo commento all'ultimo post ha scritto una parolina magica sulla quale era da qualche giorno che mettevo il pensiero: i COLLEGHI. Un diversamente occupato si trova ad avere a che fare con una miriade di colleghi, principalmente perché si troverà a cambiare molti luoghi di lavoro (e spesso i più disparati) ma anche perché di solito laddove si offrono posti precari c'è un gran via vai di persone.  Avete dei colleghi da diversamente occupati è un'esperienza totalmente diversa da quella che può avere un lavoratore a tempo indeterminato: quest'ultimo conoscerà persone completamente nuove solo all'inizio, poi lavorerà al loro fianco fino alla propria o all'altrui pensione. Magari vedrà passare qualche stagista, qualc