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Turisti #3 (premio padre dell'anno)

Anche se manca ancora parecchio alla fine del mio lavoro, credo di poter stilare una classifica definitiva sui migliori padri che mi sono sfilati davanti questa strana estate.

Premesso che dove lavoro è il tipico posto per famiglie, devo dire ne ho viste veramente di ogni. E soprattutto ho riso sotto ai baffi di fronte ai nonni costretti a sopportare questi piccole pesti anche in ferie. E mi sono intristita vedendo invece tanti, troppi, genitori che potevano godersi i figli solo in ferie, lontani dai ritmi del lavoro, e invece si capiva benissimo che non li sopportavano e non vedevano l'ora di sbolognarli al mini club. Li capisco, hanno partorito dei piccoli discendenti di Satana. Ma cavolo, allora perché far figli se vuoi smollarli sempre ad altri??

Ma bando alle ciance, ecco il meraviglioso podio dell'ambito premio "padre dell'anno".

- Medaglia di bronzo e menzione speciale nella categoria "autostima" per il padre di un bimbo piccino piccino che, rimasto incantato dai colori e dalle tante cose intorno a me, non mi ha risposto quando, in un raro impeto di tenerezza, gli ho fatto ciaociao con la mano. Il padre l'ha incitato a rispondere ma niente. Ed ecco il commento del fiero padre: "non lo fai ciaociao alla signora? Non fa più neanche ciaociao adesso. Non sa fare niente...". Credo che molte scimmie ammaestrate siano trattate con più dignità.

- Secondo posto e un plauso all'ingegno al padre che per rinfrescare il proprio piccoletto dalla grande calura del mezzogiorno l'ha letteralmente lavato con il ghiaccio mezzo sciolto del mojito che stava bevendo.

- Il tizio vincitore di questa classifica è stato coprotagonista di una scena apocalittica che è stata sulla bocca dello staff per molti e molti giorni. Io mi sono vista arrivare questo fenomeno con un bimbetto di 7/8 anni in braccio, apparentemente in preda ad un capriccio. Parlano in ostrogoto (o olandese, che è la stessa cosa) e non capisco. Il bimbetto piange e il padre gli mostra il panino con la cotoletta sul menù al bancone dietro il quale lavoro io. Tempo un secondo e, grazie a un santo a cui non credo ma che mi ha protetta lo stesso, il piccolo SI GIRA e vomita tutto quello che aveva mangiato dal pranzo fino alla sua prima poppata, a giudicare dal quantitativo. Io sono rimasta talmente shockata che non ho reagito e ho continuato come niente fosse a vendere roba ai clienti, che non riuscivano ad aspettare quei cinque minuti che servivano per ripulire il disastro. Hanno scavalcato (i più svegli, gli altri hanno attraversato... E qui lasciamo cadere la faccenda) la pozza e via. Non avevo ancora realizzato quanto fosse stato coglione il padre che voleva comprare la cotoletta al bambino con la congestione che me lo vedo arrivare, appena posato a terra il figlio ancora stravolto e piangente, a comprare le sigarette!  E qui mi vengono in mente quelle immaginette simpatiche sulle scatole delle sigarette e nello specifico questa.


Fosse vero!

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