Sui libri di testo che ho tanto studiato per laurearmi (che orrore!), ho letto che sono stati condotti diversi studi che dimostravANO che la motivazione al lavoro non è fatta per prima cosa dal compenso economico, bensì dalla soddisfazione che vi si ricava.
Credo che nell'epoca della diversa-occupazione questi studi debbano essere rivisti. I parametri sono proprio ribaltati. La diversa-occupazione è fatta solitamente di poche ore di lavoro, retribuite pochissimo, a fronte di tante e tante ore di lavoro obbligatorio ma non pagato. Il tutto condito dal fatto che molto spesso si richiede una professionalità che è solo sfruttata e mai riconosciuta.
Il mio percorso lavorativo è costellato di queste simpatiche esperienze. La più simpaticissima di tuttissime è stata quella in cui sono stata messa alla porta da un giorno per il giorno dopo perché avevo osato chiedere almeno un minimo compenso da tariffario (sai com'è... laurea, tirocinio, abilitazione, esperienza...). Per un lavoro in cui ero stata poi sotto il comando di uno con la terza media che pretendeva di saperne più di me, dall'alto del suo contratto full time a tempo indeterminato.
L'ultima invece è il lavoretto di doposcuola coi bambini. Per l'esorbitante cifra di 7€ all'ora, mi squilla spesso il telefono per presentarmi un nuovo bambino, il caso difficile di turno, sbolognato da scuola e famiglia. "Siccome sei psicologa...". Psicologa la minchia, scusa.
Mi ritrovo a fare la maestra, la psicologa, l'educatrice e a distribuire abbracci materni, con un ritorno pari a zero. Perché due ore alla settimana sono molto meno della proverbiale goccia nel mare, e soprattutto perché una donna delle pulizie al nero prende sicuramente più di me.
Cacciate i soldi, e il mondo salvatelo da soli.
In culo a tutti gli scienziati che indagano la motivazione al lavoro.
Credo che nell'epoca della diversa-occupazione questi studi debbano essere rivisti. I parametri sono proprio ribaltati. La diversa-occupazione è fatta solitamente di poche ore di lavoro, retribuite pochissimo, a fronte di tante e tante ore di lavoro obbligatorio ma non pagato. Il tutto condito dal fatto che molto spesso si richiede una professionalità che è solo sfruttata e mai riconosciuta.
Il mio percorso lavorativo è costellato di queste simpatiche esperienze. La più simpaticissima di tuttissime è stata quella in cui sono stata messa alla porta da un giorno per il giorno dopo perché avevo osato chiedere almeno un minimo compenso da tariffario (sai com'è... laurea, tirocinio, abilitazione, esperienza...). Per un lavoro in cui ero stata poi sotto il comando di uno con la terza media che pretendeva di saperne più di me, dall'alto del suo contratto full time a tempo indeterminato.
L'ultima invece è il lavoretto di doposcuola coi bambini. Per l'esorbitante cifra di 7€ all'ora, mi squilla spesso il telefono per presentarmi un nuovo bambino, il caso difficile di turno, sbolognato da scuola e famiglia. "Siccome sei psicologa...". Psicologa la minchia, scusa.
Mi ritrovo a fare la maestra, la psicologa, l'educatrice e a distribuire abbracci materni, con un ritorno pari a zero. Perché due ore alla settimana sono molto meno della proverbiale goccia nel mare, e soprattutto perché una donna delle pulizie al nero prende sicuramente più di me.
Cacciate i soldi, e il mondo salvatelo da soli.
In culo a tutti gli scienziati che indagano la motivazione al lavoro.
Siciliani DOC!Work in regress..Wiva l'Italia.
RispondiEliminaMaurizio
Non so se sia un modo di dire... Ma io non sto in Sicilia bensì nella tanto avanzata e decantata Toscana. Che tristezza.
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