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Visualizzazione dei post da ottobre, 2018

Nonna e il karma

Anche se parlavamo di tutt'altro, mia nonna mi ha dato uno spunto di riflessione su uno dei miei ultimi post. Nonna, ultranovantenne la cui vita è stata tutt'altro che facile , mi raccontava che in uno dei tanti lavori di fatica che ha fatto, le colleghe (simpaticissime) la chiamavano la Gobbaccia. Il tutto perché lei lavorava nonostante un dolorosissimo problema alla schiena in alcune coltivazioni in cui bisognava stare per ore piegati, aggravando ovviamente il problema. Mentre mi raccontava, faceva proprio l'imitazione sguaiata delle altre "Eccola, arriva la Gobbaccia". Poi, titubante, ha precisato che "era una burla, mica per cattiveria, certo che dillo oggi, dillo domani, bello non è". Oggi lo chiameremmo mobbing, forse. Lei l'ha risolta con poche parole. "Anche ora sono più dritte di me. Sono stese. Tutte morte". Così per dire. Bisogna stare sempre attenti al karma.

Elogio alla noia

Visualizza questo post su Instagram Il cielo è sempre più blu. #octobersky #bluesky #tree #greenandblue #nature #blogger #bloggeritalia #vitadablogger #earlyinthemorning #goingtowork Un post condiviso da Diversamente Occupata (@diversamente.occupata) in data: Ott 5, 2018 at 12:53 PDT A lavoro non abbiamo finito tutti insieme. I primi ad andarsene sono venuti a trovare noi sopravvissuti dichiarandosi in preda alla noia. "Che palle stare a casa, non so che fare tutto il giorno". Una volta per tutte: ma che problemi avete voi che senza andare a lavoro vi annoiare subito? Non ce li avete un hobby, un amico, una casa da pulire? Un conto è lo sconforto da "sono senza lavoro, come mi sostento?" che conosco fin troppo bene. Ma se si sceglie e sottolineo sceglie di fare uno stagionale e poi prendere il sussidio di disoccupazione senza cercare altro perché diavolo lamentarsi?! Io mi sono fatta una lista talmen

Ovunque vai...

Chi è diversamente occupato si ritrova a frequentare una gran varietà di ambienti di lavoro, costellati da altrettante varietà di personaggi fra capi e colleghi. La parola d'ordine è ADATTAMENTO. È probabile che il diversamente occupato provenga bellino bellino da un ambiente universitario in cui ha frequentato dei pari, ha chiacchierato con loro di esami, libri, copisterie, prof stronzi e via dicendo. E magari avrà fatto battute dell'élite, di quelle che fanno ridere solo una certa categoria. Per dire, da me andava forte la risatina sul "cocktail Petty&Cacioppo ". Poi la realtà (e il precariato) riportano il povero diversamente occupato sulla Terra. Si troverà a dover imparare continuamente un mestiere diverso, ma soprattutto a dover imparare a gestire categorie di persone diverse. Lungi da me fare del classismo. Ma non credo di dire una cavolata affermando che le persone che si incontrano facendo i camerieri al ristorante sono diverse da quelle che trovi in u