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TRE

Eravamo in tre
Tutti quanti sul bidet
C’eravamo io e te
C’era pure Josè
No, non sono impazzita o almeno non del tutto! Questa canzoncina stupidissima ce l’eravamo inventata con un’amica quand’eravamo pargolette e per la cronaca Josè era quello dell’estathé perché ai tempi era reclamizzato da quei due messicani col sombrero.
Mi è venuta in mente qualche giorno fà questa canzone. A quei tempi là, che a dir così paio vecchia decrepita, eravamo davvero in tre. Eravamo un terzetto inseparabile, o almeno così ci vedevamo, e niente al mondo poteva separarci, o almeno così pensavamo.
Chiaramente non è andata così.
Certo, eravamo diverse già ai tempi, ma quel diverso che a 14 anni ti sembra non esistere perché sei “come sorelle”, un legame che nessun piccolo dettaglio di diversità può intaccare. C’era quella sportiva, quella studiosa, quella timida, quella che aveva mille amici, quella che amava la campagna, quella che rideva e non la finiva più, quella mascolina coi capelli corti, quella coi boccoli biondo-bruciato-dal-sole, quella che si innamorava ad ogni piè sospinto, quella che aveva un unico grande amore.
E’ stato proprio l’"amore", con quel migliaio di virgolette per lato a dividere il terzetto. Una si infatua di un amico dell’altra. Lei dice che per lei lui è solo un amico, però al contempo ritiene che non siano assolutissimamente fatti per stare insieme, macchinando in modo tale che i due evitino di incontrarsi, e cercando di coinvolgere la terza amica in questo torbido piano. La terza amica, quella che ci finisce nel mezzo senza assolutamente volerlo ed esserne consapevole. Indovinate chi è??????????
La terza amica quando ha visto che la situazione si faceva bigia ha ben pensato di fare da paciere, e non è successo come succede in tutte queste storie che le prime due amiche si coalizzano contro la terza tornando ad essere amiche per la pelle. No. E’ successo che la terza amica è stata totalmente ignorata da entrambe le parti. Ah, l’autorevolezza, che gran cosa!
L’atmosfera si era fatta pesante a quel punto, perciò ognuna prese la sua strada, anche perché questo fu in concomitanza con gli anni delle superiori, e andando in scuole diverse il percorso di separazione era già in atto.
Ognuno s’è fatta la sua strada dunque, e per come eravamo unite e “uguali” da piccole, così siamo lontane e diverse da grandi.
Io, l’eterna studente fuori sede, anche ora che non studio più mi viene chiesto “quand’è che c’hai l’esame?” “non faccio più esami, ho finito, faccio il tirocinio” “ah, allora dov’è che lavori?”. Ecco. Io, l’eterna fidanzata, roba che altri in 6 anni e mezzo che siamo insieme con il Ranocchia, altrimenti detto Eddie, han fatto almeno 3 matrimoni e 3 divorzi. Io, l’eterna “quando capiti in giù usciamo!” “sì, ci vediamo tra un anno, forse a Natale” perchè ormai il mio paese natale lo vedo col contagocce. Io l’eterna incompresa, o almeno così mi son sentita per anni, perché ero l’unica universitaria (o almeno l’unica che non stava lì a far pagare tasse e affitto per ubriacarmi ogni notte –uh se son perbenista!)che non voleva far tardi perché voleva studiare il giorno dopo ecc ecc…
L’altra, fidanzata e sposata nel giro di poco più di un anno. Si è fatta un po’ di storie prima, al contrario di me che ho fatto buona la prima, visto che quelle precedenti al Ranocchia non le si possono contare come storie vere e proprie. All’apparenza era una che la elargiva con singolare generosità. Ma io sapevo che era il suo modo per cercare l’anima gemella. Poi, che nel frattempo se la spassasse non lo si può negare, però ecco, il fine ultimo era serio. Sono andata a trovarla nel suo nido d’amore prima e dopo il matrimonio, la vedo felice, felice di quello che ha ottenuto e che si è creata, la sua piccola quotidianità che va sempre meglio. E’ stata la prima (e unica per adesso) delle mie amiche che ho visto piccole e ho visto con vestito bianco. Beh, io non mi commuovo per queste cose, però i brividi son stati tanti, nonostante fosse fine maggio e il pensiero comune di tutti gli invitati era di buttarsi a mare per rinfrescarsi.
L’ultima del terzetto ha fatto il contrario della seconda: ha chiuso una lunga storia con un tipo, e la sottoscritta era talmente dispiaciuta che ha tirato fuori i petardi, il cappello colorato dei compleanni e le lingue di Menelicche. Solo poco dopo ho capito che avevo sprecato i festeggiamenti, visto che è andata ad infognarsi in un casino dietro l’altro. Ritagliandosi per sé il personaggio della donna vissuta ed eterna infelice che non se le va a cercare. Mappperniente proprio. Il risultato è decisamente patetico. E non sapete quanto può far male dire questo di una amica.

Commenti

  1. #3 Lunga


    @federica: no, non mi ricordo se ho messo anche quella comunque ora su face te le faccio vedere

    @serena: imnvece quelle storiche hanno vacillato un pò perchè siamo cambiate crescendo.... però ne ho altre come con la collega che sono bellissime!
    02 febbraio 2010 14:09
    #2 Federica


    il matrimonio di cui parli è quello delle foto di fb con il mare di sfondo?!


    01 febbraio 2010 15:20
    #1 Serena

    Quante amiche ho perso lungo il percorso della vita...ma perse soltanto "fisicamente", l'università, la lontananza, gli impegni ...fortunatamente le vere amiche sono ancora accanto a me e siamo legate sin dai tempi dell'asilo ...ci sono stati brutti momenti, come credo in tutte le amicizie, ma li abbiamo superati con l'affetto che ci legava...

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