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Cronache sanremesi #3 (e poi basta)

Fine, the end. Anche per quest’anno il Festival ha chiuso i battenti e possiamo tirare un sospiro di sollievo. Pare che gli ascolti siano stati altissimi e la Clerici se lo merita, nonostante fosse stata, soprattutto le prime sere, parecchio sottotono. Se non altro se lo merita per quanto le hanno fatto, togliendole il suo programma con la scusa della maternità. Quello che trovo di negativo (canzoni a parte) è che sono stati scelti degli ospiti assolutissimamente interessati alla promozione di un disco e/o altro, ma comunque mai per il gusto di esibirsi in una manifestazione che vuoi o non vuoi fa parte del bagaglio “culturale” italiano.Dio quattrino regna!
E ovviamente i vincitori… ma mi pare una cosa ovvia e scontata!
Apro una parentesi sui giovani. Ovviamente non mi piacciono né la canzone né il tipo che la canta. Mi piaceva Nina Zilli o come cacchio si chiama. Tra l’altro mi ha tubato non poco la scena di questo Tony Maiello quando è stato annunciato vincitore. Sembrava Miss Italia. Commozione fintissima, lacrimo di più io ogni giorno grazie alla congiuntivite allergica che allieta le mie giornate romagnole. Ho saputo poi che veniva da X Factor, il che mi spiega la scena. In questi reality/talent show le scenate sono “per contratto”, ed è questo il principale motivo per cui mi rifiuto di vederli.
Come avevo promesso ho stillato la mia personalissima classifica e, già che ci sono, parlerò un po’ anche dei duetti di venerdì sera. Cominciamo dall’ultimo classificato per arrivare poi in cima alla vetta…
15- Ovviamente le tre grazie, i tre figli di mamma ignota. Che venerdì sono diventati quattro, grazie alla presenza di Lippi.Che leccata di culo stratosferica. I tre, consapevoli che gli italiani quando vedono una pallone da calcio non capiscono più un tubo, hanno ben pensato di chiamare colui che ha portato a casa il titolo di campioni del mondo. Ieri mattina ho acceso la tv e c’era Luca Giurato che, sconvolto quasi quanto me, si sdegnava di come un viareggino avesse potuto mai fare una parte così presuntuosa, arrivando addirittura dire che quello di Filiberto poteva essere il canto di tutti gli emigranti. Ma vai a fanculo vai! Mi ha fatto più schifo delle tre grazie messe insieme. Ai prossimi mondiali io tifo Francia, guarda.
14- Nino D’angelo. Sono contrarissima alla canzone in dialetto. E’è il festival della canzone italiana?? E allora bello mio canti in italiano. Punto.
13- Povia. Tema e titolo quanto meno pretenziosi. Non si se ci avete riflettuto ma il signorino s’è permesso di cantare intitolandolo "la verità" quello che secondo lui era il pensiero di Eluana Englaro. Allora, magari la pensava veramente così, ma magari no, e magari le sono pure girati i coglioni di come sono finite le cose. Nessuno può saperlo. Tanto meno Povia. E poi parliamo del duetto con Masini. Quest’ultimo s’è tanto lamentato che l’avevano bollato come “colui che porta male”, ma certo fiondarsi sulle disgrazie come maiali nel letame non aiuta. E poi… ma quella bambina da dove è spuntata? Di chi è parente? Certo non si può dire che ballava, piuttosto si dimenava come se avesse il diavolo in corpo. Non a caso aveva una somiglianza con la bimba dell’Esorcista e un colore bluette che faceva impressione.
Ecco, ora possiamo iniziare la vera classifica, in quanto secondo me questi tre non avrebbero nemmeno dovuto esserci.
12- Toto Cotugno. Non si può andare a San Remo stonando a quel modo. Tra l’altro portarsi dietro Belen per il duetto ha rinforzato l’idea che ho di lui quando lo guardo: il magnaccio.
11- Arisa. Troppo uguale a se stessa. Per una volta la canzoncina dal motivetto studiato a tavolino per entrare nella testa di chi lo ascolta ci può stare. Due no. Per il duetto ho notato che ha lasciato a  casa le sorelle Trombetti, ehm volevo dire, Marinetti. E appariva triste e sconsolata.
10- Sohnora. Avendoli visti dal vivo so che sono migliori di quanto vogliono far apparire, soprattutto il biondo. Ha un bel timbro di voce ma, scegliendo la via più semplice della canzoncina da ragazzina, non la fa fruttare. Stavolta non ha fruttato nemmeno per il pubblico, essendo stati eliminati quasi subito.
9- Malika Ayane. Non mi piace e non ce la faccio a farmela piacere.  Canzone ma soprattutto voce.
8- Valerio Scanu. Dai e dai nonostante non mi piacesse per nulla si è ritrovato a metà della mia classifica. Le parole mi fanno a tratti ribrezzo però alla fine ascoltando meglio la melodia non mi è parsa così male. Carino il duetto con l’Amoruso,la quale non mi fa impazzire ma non mi schifa neanche. Però meno male che venerdì s’è tolta la cresta, giovedì era inguardabile!!! E invece ha un taglio proprio bellino di solito!
7- Enrico Ruggeri. Era carina come canzone, la sera del duetto, quando è stato escluso, mi era piaciuta ancora di più. Anche se concordo con Arpista, la tenuta nerofascista se la poteva evitare.
6- Marco Mengoni. Sarebbe più in alto nella classifica e non per la canzone senza senso perché alla fine ci sta, bensì per il modo di gestire voce (splendida a mio avviso) e personaggio. Mi fa pensare alla caricatura di Mika. Mi metto un appunto: da conoscere meglio.
5- Fabrizio Moro. Un altro perito troppo presto sotto i colpi dell’Armata Brancaleone, dei tre figli di mamma ignota per intendersi. Non mi dispiaceva affatto, ritmica, con un senso e non urlata a casaccio (urlava ma in modo meno stonato!). bella la scelta del duetto con Jarabe de Palo, il quale però mi ha un po’ turbata. Sarà che era tanto che non lo vedevo ma… lo trovo un pelino ingrassato e trascurato! Bah!
4- Irene Fornaciari feat Nomadi. Riascoltandola appare meno brutta, il duetto di venerdì mi è piaciuto, ma continuo a chiedermi che diavolo ci facessero i Nomadi. Forse per prestare “io vagabondo” allo stacchetto di ingresso di Irene, perché evidentemente lei non ne possiede. Lo poteva chiedere al padre, senza stare a scomodare gente non imparentata. Tant’è. Quarta posizione stiracchiata in mancanza di meglio, mettiamola così. E comunque dite a Danilo Sacco che coi capelli fa impessione!
3- Noemi. Sorpresonaaa! La prima sera non mi aveva detto assolutamente niente, né la voce né la canzone. Adesso le adoro entrambe, e ogni volta che l’ascolto mi piace sempre di più. La voce è quel timbro che piace a me, particolare ma non troppo. Anche lei da conoscere meglio.
2- Irene Grandi. Mi è piaciuta da subito e il duetto con Cocci è stato davvero azzeccato. Ma non potevano battere…
1- SIMONI CRISTICCHI!!! E’ stato il mio numero 1 dalle prime 3 note che ho sentito! A parte che mi piace lui per come sa essere “completo”, il teatro, le canzoni con tema impegnato, i “matti”, il coro dei minatori, il libro, un documentario… e l’esempio lampante che si può creare un tormentone e metterci dentro qualcosa di sostanzioso (ogni riferimento ad Arisa è puramente voluto). Ieri sera l’ho apprezzato ancora di più e non (solo) perché ha fatto una battutaccia sulla Carlà, ma perché ha voluto ricordare Alda Merini, scomparsa alcune settimane fà. Che poi qui… apro e chiudo parentesi. Mi scappa di dire una cosa e la dico. Tutta questa celebrazione di Micheal Jackson non la capisco proprio.  Per carità, il re del pop eccetera eccetera. E’ che è perché è morto, quando era in vita era stato definito un mostro pedofilo. Se lo saranno scordato. Io non mi permetto di giudicare se ha fatto o meno quelle cose, però dico che venerarlo come stanno facendo ora mi sembra eccessivo e soprattutto mi sembra una contraddizione in termini con quello che si diceva da vivo.
Comunque, ormai le luci si sono spente, per un po’ se ne parlerà e poi si parlerà solo di quegli artisti che saranno in grado di fare successo, senza ricordarsi più se venivano da San Remo o no.
Spengo le luci anche io, e chiudo con il messaggio che mi ha mandato il Ranocchia stamattina (che mi ha fatto ridere da sola per un bel pezzo).      Buonogiorno, hai visto chi ha vinto? Quello che deve fare l’amore in tutti i posti! Si vede che siamo un popolo di trombatori!
 

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