Ho notato questo libro durante un’incursione in libreria, incursione finalizzata come al solito a scovare qualche titolo interessante da prendere poi in biblioteca. Stava accanto ad un altro dal titolo buffo “Il lamento del bradipo”. Sempre di Sam Savage. Come titolo e come storia, anche, mi incuriosiva più quest’ultimo, però ho deciso di iniziare dal primo scritto, Firmino appunto.
La trama è piuttosto singolare: un ratto nasce in una libreria da una mamma alcolizzata. Siccome Firmino è il più debole della nidiata, al momento della poppata non riesce mai a nutrirsi a sufficienza. Questo lo salva e gli cambia la vita: innanzitutto non si ciba del latte alcolico che rende alcolizzati i suoi fratelli, ma soprattutto è così che si avvicina alla lettura. Per cibare il corpo si avvicina alle pagine di un libro e poi un altro e un altro ancora. Dal mangiarli passa al leggerli. E mentre i suoi fratelli una volta cresciuti abbandonano la libreria, Firmino decide di restarvici fin quando non si ferisce e viene adottato da un tipo stravagante e solitario che fa di Firmino il suo amico più caro. Poi però capita qualcosa che fa degenerare tutto fino allo struggente finale.
Mentre leggevo, una pagina dopo l’altra, cambiavo continuamente idea: adoro questo libro, che palle questo libro, che schifo i topi, non metterò mai una tagliola per i topi…
In realtà ho amato Firmino dalla prima all’ultima pagina, anzi, mi sono sentita Firmino dalla prima all’ultima pagina. Mi sono sentita Firmino quando si sentiva solo, mi sono sentita Firmino quando si è sentito tradito, mi sono sentita Firmino quando avrebbe voluto essere come gli altri ratti perché essere lui non era facile, mi sono sentita Firmino quando si sdraiava e, guardandosi i piedini, sognava.
La mia infanzia e la mia adolescenza sono state così. Poi sono cresciuta, sono diventata più forte, e soprattutto ho conosciuto gente nuova che non assomigliava più ai ratti-alcolizzati… ma mi sono comunque ritrovata e mi ritrovo spesso a guardarmi i piedi e sognare…
Le note negative??! Alcune parti troppo lente, troppo pesanti, che si discostano alla narrazione favolesca che invece caratterizza il libro.
Però è una bella favola.
Una favola triste.
#3 Ste
RispondiEliminaLetto appena uscito, è un libro particolare. Mi è piaciuto molto =)
20 febbraio 2010 19:50
#2 Grissino
Niente cose tristi per me. Consiglio, in tema di topi, Ratatouille!
20 febbraio 2010 18:23
#1 Serena
Ma che tenero! \\\"\\\" l\\\'avevo visto anche io questo libro...\\\"\\\" ora però non posso proprio "innamorarmi" di nulla, ho 2 libri in attesa e poi via alla lettura...so di certo che mi sono ripromessa di non comprare mai più dei mattoni come quello che sto leggendo adesso di 600 pagine \\\"\\\"