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Meme (r)evolution

Ringrazio Mina per avermi premiato (il mio primo premio da blogger!). Qui le istruzioni precise del premio. E ora ecco chi premio (e ringrazio) io:
  • Luce. Perchè la conosco "dal vivo" ma l'ho imparata a conoscere meglio tramite il suo blog e gli interventi del mio. E quella che ho conosciuto è una bella persona!
  • Lindoz. Perchè una delle mie prime lettrici. E poi il suo blog è troppo carino!
  • Arpista. Anche lei perchè la conosco davvero e perchè stiamo condividendo un momento un pò particolare della nostra vita universitaria.
  • Callista e Mafalda... o meglio Le Derelitte. E non c'è bisogno di spiegare il perchè!
  • Federica. Perchè il suo blog è carino e... ha adottato la teoria del piccione!
  • Vale. Adoro il suo modo di scrivere!
Una menzione speciale a Moma aggiorna raramente ed è in un periodo un pò delicato...Ma quando lo fa, regala belle emozioni.
E comunque grazie a tutti quelli che passano di qui..




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Almeno un saluto.

Ho lasciato qualche parola distratta sulla pagina Facebook del blog senza neanche passare da qua. Senza nemmeno fare un saluto. È quando meno da maleducati, me ne rendo conto. È che in questo periodo pur avendo le idee su cosa scrivere non ho voglia di farlo. Avete capito bene: voglia. Non me ne manca il tempo, che comunque non è che abbondi. Avrei potuto trovare una scusa ma voglio essere onesta. Mi si è spenta la "passione" in un qual modo e non ho altro di che dire. Però ecco non è certamente un addio. È senz'altro un arrivederci, che tanto sarò diversamente occupata per ancora tanti e tanti anni.

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia ...