Passa ai contenuti principali

Variabili nuove


Le cose al lavoro vanno, non dico bene, non dico meglio, ma dico meno male. Le persone sono sempre  quelle che sono: il Boss continua la sue inutili provocazioni a cui io non rispondo perché mi hanno insegnato che in certi casi “bisogna essere superiori”.  Santa Stronza, dopo averla pettinata ben bene, ha modificato leggermente il suo atteggiamento nei miei confronti. Risponderle per le rime e avere ragione non ha veramente avuto prezzo. Isteria è così: quando è serena il sole splende nel cielo, gli usignoli intonano canti melodiosi e sbocciano i fiori al suo passaggio; quando è nervosa si scatena la tempesta, corvi neri disegnano traiettorie che un aruspice interpreterebbe come presagi di morte e le rose perdono la loro bellezza.
Ma in tutto ciò si sono inserite (finalmente!)delle variabili favorevoli dal mio punto di vista. Innanzitutto sono riuscita a mettermi l’anima in pace e ho capito che non serviva mantenersi “integerrimi” bensì serviva mettersi una maschera e assecondare il loro modo di essere. Si vive meglio, far finta di essere dalla loro parte poi in realtà è portare loro dalla propria. Non è facile ma è più facile che svegliarsi la mattina e pensare che sarà un altro giorno orribile. E poi il lavoro è stato organizzato in un modo che tutti vedono chiaramente chi fa errori e toh, ma guarda un po’, quella non sono io. Non mi fa piacere quando Superpiù sbaglia, ma mi fa piacere che finalmente la colpa non ricada su di me. Anche questo mi permette di stare più a cuor leggero. Non è che io non sbagli mai, lungi da me anche solo pensarlo. Ma mi piace mortificarmi dei miei errori e non avere sulle spalle quelli degli altri.

Commenti

  1. E' incredibile come le nostre situazioni lavorative si assomiglino...ho imparato a fregarmene un pò di Lei, farà quello che le pare...non posso farmi il "fegato amaro" tutti i giorni per una che per me non vale una mazza in fatto di considerazione...

    RispondiElimina
  2. eh infatti... solo che col carattere "locco" come si dice da me, come abbiamo noi... non è semplice!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Gli strati della lasagna

Ho letto in diverse recensioni che Coliandro piace perché è uno di noi . Indubbiamente, con quell'aria da eterno sfigato, è molto più umano e "reale" di tanti poliziotti eroi che si vedono in tv. Non è difficile, come avevo già scritto, ritrovare un po' della nostra vita nella sfortuna e nella voglia di rivalsa coliandresche. Soprattutto se si è diversamente occupati. In fondo anche Coliandro lo è. In questa serie oltretutto ha fatto pochissime cazzate, ha preso pure un encomio, eppure è ancora relegato a tappare buchi negli uffici più sfigati del commissariato. Certo, è pur sempre una fiction e i Manetti Bros non sono i soliti registi che costruiscono una storiella così, già vista e sentita, scontata e piatta. I Manetti Bros hanno dei picchi di genialità unici. Roba trashissima. A volte i loro cattivi sono talmente malvagi e sopra le righe da risultare quasi caricature pulp. Ricordo un dj Francesco tossicomane e psicopatico che ciao. Nell'ultima puntata andata