Passa ai contenuti principali

Ognuno al posto suo

Una è il nuovo nuovo fenomeno mediatico, scoperta da una delle tanti trasmissioni culturali che vanno in onda di questi tempi. Non so quanti anni abbia ma sicuramente non ne ha più 18. Ma si veste da diciottenne (troia) e va a ballare progressive in discoteca. O almeno lo faceva prima di diventare una star in tv.



L'altra è più o meno suo coetanea, amava agghindarsi con vestitini osè e andare a ballare progressive in discoteca. Proprio come la prima. Solo che non è diventata una star della tv. No, la seconda è attualmente "rinchiusa" nella comunità psichiatrica che ho bazzicato fino a non molto tempo fà.



La mia domanda è: chi delle due sta nel posto giusto???



PS: nell'articolo che vi ho linkato questa fantastica cubista è definita come la nonna che molti vorrebbero. Io una  nonna così non ce l'ho. E manco la vorrei!!!

Commenti

  1. #4 Lunga


    @grissino:

    @serena: invece pare che i suoi nipotu ne vadano fieri...

    @federica: secondo me c'è sempre una certa predisposizione... resta il fatto che a pari condizioni il trattamento per le due è assolutamente impari!
    18 aprile 2010 13:50
    #3 Grissino


    Manco io! Datemi la nonnina che mi fa la torta!
    17 aprile 2010 22:23
    #2 Serena


    No...proprio così una nonna non la vorrei...che tristezza...anzi direi che vergogna!!
    17 aprile 2010 19:13
    #1 federica


    io quando vedo e sento questi casi mi chiedo: "si saranno rincoglionite con l'età o già erano deficienti da giovani?"

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Gli strati della lasagna

Ho letto in diverse recensioni che Coliandro piace perché è uno di noi . Indubbiamente, con quell'aria da eterno sfigato, è molto più umano e "reale" di tanti poliziotti eroi che si vedono in tv. Non è difficile, come avevo già scritto, ritrovare un po' della nostra vita nella sfortuna e nella voglia di rivalsa coliandresche. Soprattutto se si è diversamente occupati. In fondo anche Coliandro lo è. In questa serie oltretutto ha fatto pochissime cazzate, ha preso pure un encomio, eppure è ancora relegato a tappare buchi negli uffici più sfigati del commissariato. Certo, è pur sempre una fiction e i Manetti Bros non sono i soliti registi che costruiscono una storiella così, già vista e sentita, scontata e piatta. I Manetti Bros hanno dei picchi di genialità unici. Roba trashissima. A volte i loro cattivi sono talmente malvagi e sopra le righe da risultare quasi caricature pulp. Ricordo un dj Francesco tossicomane e psicopatico che ciao. Nell'ultima puntata andata