Passa ai contenuti principali

Basta poco

*basta una telefonata alla mia tutor (la tutor di TLA) per mandare all'aria la convinzione costruita giorno dopo giorno, dopo un periodo di scoramento, di aver fatto bene a mollare un posto che, nonostante tutto, mi ha dato tanto
*bastano 2 minuti di chat su skype con il mio "collega" tirocinante per capire che quando se ne andrà sarà ancora più dura. E' inutile, tra pari si crea più complicità che con i capi, a meno che non ci siano affinità personali, che in questo caso ci sono un pò poco.
*basta un bel pomeriggio passato con Amicollega  e un'operatrice spassosissima del TLA per trasformare una rimpatriata in una piacevole uscita tra amiche
*basta ascoltare le esperienze di vita e le riflessione di una persona più grande e soprattutto più saggia di me per ripensare sotto un'altra ottica questo periodo così astruso della mia vita, un periodo che si potrebbe tranquillamente chiamare "Ma ne varrà la pena?"
*bastano pochissime parole per farmi perdere la stima in una persona, stima che avevo mantenuto nonostante un atteggiamento assolutamente scorretto nei tuoi confronti. A cui avevo dato una giustificazione che alla fine stava in piedi: "divergenze di orientamento" (non sessuale, orientamento psicologico, diciamo così!). Alla fine beh, questa spiegazione valeva poco, la più giusta dovrebbe essere divergenze di imbecillità.

*basta sentire le ultime novità per capire di essere stata, al TLA, la donna giusta al momento giusto. Da quel che mi hanno raccontato, sono già al degero! Diciamo che a volte fa proprio piacere rendersi conto di aver avuto fortuna! E quindi...

*bastano i suddetti aggiornamenti per smontare il punto 1 della lista!

Il cerchio si chiude... e la giornata di oggi potrà proseguire come una giornata delle tante!

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Gli strati della lasagna

Ho letto in diverse recensioni che Coliandro piace perché è uno di noi . Indubbiamente, con quell'aria da eterno sfigato, è molto più umano e "reale" di tanti poliziotti eroi che si vedono in tv. Non è difficile, come avevo già scritto, ritrovare un po' della nostra vita nella sfortuna e nella voglia di rivalsa coliandresche. Soprattutto se si è diversamente occupati. In fondo anche Coliandro lo è. In questa serie oltretutto ha fatto pochissime cazzate, ha preso pure un encomio, eppure è ancora relegato a tappare buchi negli uffici più sfigati del commissariato. Certo, è pur sempre una fiction e i Manetti Bros non sono i soliti registi che costruiscono una storiella così, già vista e sentita, scontata e piatta. I Manetti Bros hanno dei picchi di genialità unici. Roba trashissima. A volte i loro cattivi sono talmente malvagi e sopra le righe da risultare quasi caricature pulp. Ricordo un dj Francesco tossicomane e psicopatico che ciao. Nell'ultima puntata andata