Passa ai contenuti principali

Quella tua maglietta fina

Quando si dice che l'abito non fa il monaco non si considerano casi come questi.

L'altro ieri ero seduta nel centro di Forlì, in attesa di entrare in ufficio. Purtroppo il centro non è proprio ben frequentato, a qualsiasi ora del giorno, alla faccia dell'immagine ridente della Romagna.
Detto ciò proseguo. Ero lì bellina bellina e vedo arrivare uno vestito un pò... a tossico. Diciamo un abbigliamento che ti scatena un attimino di pregiudizio. Tanto per non alimentare l'immagine di me un pò razzista che credo di aver dato ultimamente posso dire che il tipo in questione era italianissimo.

Insomma, il tizio riceve una telefonata e parlando a voce molto alta io riesco a capire chiaramente tutto ciò che dice. A parte che chiamava l'interlocutrice sia "mamma" sia "amore", il che è giusto un pelino patologico. Sia che fosse stata la madre o la fidanzata, il risultato non cambia.

Ma poi ad un certo punto sento questo, testuali parole: "Preparami la felpa, quella bianca con le scritte... sì, quella, quella che avevo in galera!". L'abito non farà il monaco... Ma forse fa il delinquente!

Commenti

  1. Irene dal titolo mi sono detta...ops il mio Claudioneeeeeeee...invece fantastico post come sempre ...ahahahah

    RispondiElimina
  2. Sarebbe stato peggio se avesse chiesto di fargli trovare pronta giacca e cravatta .. almeno così ha mantenuto fede al suo status ;)

    RispondiElimina
  3. a me non scatena il pregiudizio "un attimino"..a me lo scatena proprio! io quelli "vestiti un po' (si fa per dire un po') a tossico" non li sopporto proprio!
    Mi dispiace ma è così.

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  5. Purtroppo l'abito molto spesso fa il monaco!

    p.s. il commento prima l'ho cancellato perchè mi son sbagliata!

    RispondiElimina
  6. Bisogna essere chiari quando si vuole qualcosa. Sai mai che gli dava la felpa che indossava in tribunale!

    RispondiElimina
  7. ma in carcere avrà indossato solo quella per tutto il tempo da identificarla così facilmente????????

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Diversamente titolati

Premessa numero 1. Io non ho nessun tipo di pregiudizio legato al titolo di studio: conosco dei laureatissimi e pure masterizzati ignoranti come capre e persone che con un serale hanno fatto una mega carriera nella dirigenza di grosse aziende. Che, fra l'altro, mi hanno raccontato di ingegneri da 110 e lode che non sapevano da che parte rifarsi per svitare un bullone. Ognuno sa fare il suo, lo può avere imparato studiando o lavorando, e ognuno può essere un genio o un caprone, a prescindere. Ma soprattutto (premessa numero 2) io la penso così: Per capirsi, quando ho iniziato a sentirmi stretta nel posto in cui lavoravo, ho preso a cercare QUALSIASI lavoro mi desse la possibilità di non restare a casa disoccupata e mandai CV anche per fare le pulizie. Mi chiamarono con L'UNICA FINALITÀ di chiedermi se ero proprio sicura, perché "hai una laurea". Risposi che certo che ero sicura, che avevo bisogno di lavorare e che NONOSTANTE LA LAUREA ero perfettamente in grado