Passa ai contenuti principali

364 giorni

A me Giovanni Paolo II piaceva. Come Papa e come uomo.
Non mi piace chi lo ha seguito, e sopratutto non mi piace l'andazzo che ha preso la Chiesa. Non ho ancora ben chiaro se tale andazzo sia da sempre presente e io non me n'ero accorta oppure se la situazione sia peggiorata mano a mano. Sicuramente negli ultimi mesi ho conosciuto nuove sfumature della Chiesa che mi hanno fatto riflette molto.
Ma non è questo il punto.

Il punto è questo: beatificare Giovanni Paolo II è DOVEROSO, e se lo dico io che credo poco in Dio... Ma non c'erano altri 364 giorni per organizzare la cerimonia?! Perchè proprio il 1° maggio? La beatificazione sarà una data "storica", perchè volerla piazzare in un giorno che ha sempre avuto un sapore storicamente molto diverso e IMPORTANTE?

Sono amareggiata, e non poco.

Commenti

  1. Premetto (come ormai molti sanno): non credo minimamente nè nella Chiesa nè nella religione o nei suoi emissari.
    Detto questo, sono cmq concorde che Giovanni Paolo II vada beatificato, più che altro per il seguito che aveva e per il lungo pontificato in cui, nel bene e nel male, ha "governato".

    Però sono talmente non-praticante che nemmeno ci avevo fatto caso che la cerimonia sarebbe stata il 1 maggio .. beh, in effetti potevano anche scegliere un'altra data!

    RispondiElimina
  2. Anche io l'ho saputo solo 2 giorni fa, quando c'è il tg io e la mia coinquilina parliamo e metà notizie me le perdo. Io cerco sempre di non fare di tutta l'erba un fascio, ma credimi che ultimamente mi risulta tanto difficile! E questo sovrapporsi di date è emblematico!

    RispondiElimina
  3. Io lo sapevo, infatti Roma sarà impraticabile credo...

    RispondiElimina
  4. infatti sarà un casino... io avrei una mezza idea di andare giù, ma non mi sono ancora decisa!

    RispondiElimina
  5. Dicono sia una trovata di marketing... e non mi stupirei! Cmq concordo... un qualsiasi altro giorno no eh?!

    RispondiElimina
  6. Devono sempre far qualcosa che non va 'sti religiosi...

    RispondiElimina
  7. Sono daccordo con te Lunga, anche perchè io il 1 maggio lavorerò e al centro ci sarà un bordello!! Non oso immaginare!! Potevano benissimo scegliere un' altra data!!

    RispondiElimina
  8. Anch'io trovo fuori luogo la data e c'è una voglia di "grandi eventi" che mi lascia perplessa, quando poi le chiese sono sempre più vuote.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Il cuore dei luoghi abbandonati

Anche se ne ho visitato un numero irrisorio posso affermare con certezza che i luoghi abbandonati portano sempre su di sé i segni delle vite che vi sono passate. Sembra strano ma la storia di un luogo è raccontata anche da cosa è rimasto, e come è rimasto, dopo l'abbandono. Ed è questo secondo me che li rende tanto affascinanti.  Probabilmente in molti sono attratti dal loro lato dark e misterioso, io invece sono interessata alle vite passate di lì. Nonostante sia quello che mi ha portato a scegliere certi studi che mi hanno condannata ad essere diversamente occupata, non sono ancora riuscita a sedare il mio desiderio di osservare da vicino l'esistenza delle persone.  Io non ho avuto la possibilità di visitare il cimitero di San Finocchi, quello del manicomio di Volterra. Però ho letto che sono croci tutte uguali, senza un nome, senza una foto. Anonimi in vita per le loro malattie mentali, anonimi anche dopo la morte. Invece sono stata in un cimitero di un borgo disabitat