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NOI CHE...

Una cosa che mi è rimasta indietro è senz’altro il raccontare innanzitutto la vacanza in Valle Aurina di fine settembre (ma se non ricordo male mancano un paio di giorni). Ma anche gli altri mini-viaggi in avanscoperta di posti nuovi.
In questo caso la compagna di avventure è stata mia mamma. Tra i lati positivi dell’essere così lontana da casa devo dire che c’è la possibilità di visitare posti che altrimenti non avrei mai neanche pensato di vedere. E mi fa piacere che mia mamma possa godere di questo beneficio perché, purtroppo, per svariati motivi, non si è molto goduta la vita in gioventù e sono orgogliosa di poterle far rimettere un po’ del tempo perso.
Per esempio a fine ottobre l’ho iniziata al mondo delle sagre romagnole, portandola alla sagra della polenta di San Cassiano e quella delle castagne di Marrani.
La gita di cui voglio parlare adesso invece è una gita particolare. Voluta proprio da mia mamma. Ho voluto infatti esaudire il suo desiderio di visitare Predappio. E prima che si gridi allo scandalo ci tengo a specificare che non è una nostalgica del fascismo, bensì era curiosa di capire “cos’è rimasto da quei tempi là”. E, adesso che ho vissuto questa esperienza, mi sento di consigliare a tutti quelli che ne hanno l’occasione di andarci a Predappio. Per avere un tassello in più da posizionare nel grande puzzle della vita, per comprendere meglio passato, presente e, perché no, futuro.

La prima cosa che colpisce è l’architettura. Tutto, ma proprio tutto, urla “fascismo”. Il teatro, il comune, la chiesa (oh, io il tricolore in chiesa non l’avevo mai visto!), la caserma, la scuola. Una scuola dove prima di mandarci mio figlio preferirei crescerlo analfabeta.

Per non parlare della casa del fascio, ormai in un deprimente stato di abbandono. Un palazzo del genere poteva benissimo essere rimodernato, defascistizzato, e reso uno spazio fruibile dalla cittadinanza. Evidentemente piace più così, messo lì ad inneggiare ai tempi che furono.
Ad incorniciare il tutto, svariati negozi di souvenir, se vogliamo chiamarli così, e la casa natale di Mussolini trasformata in un “museo” (le virgolette sono doverose).


Ma la cosa più terribile è il cimitero. E’ un po’ fuori dal centro abitato, ci si arriva con la macchina. Da fuori sembra un cimitero come tanto altri, forse un po’ più macabro, perché fatto tutto da piccole cappelle, molto diverso dallo stile “toscano”. Comunque, quando si entra nella cripta della famiglia Mussolini e si vede quello che c’è là sotto non si può non rimanere scioccati. Non so neanche descriverlo a parole. Terribile. Non la tomba in sé, ormai i morti non fanno più niente. Ma l’aria di venerazione che si respira. Un sentimento che mi è veramente incomprensibile, non lo capirò mai e mi suscita forse la violenza che è solita albergare in quegli “animi” (anche qui le virgolette sono doverose). Ma come si fa ad adorare Mussolini??? Come, come???



In conclusione una piccola perla dal “libro degli ospiti”.
“Al traditore Fini, ripensaci e resta con noi”.

Ora, se sapete fare due più due potete capire quale valore ha quel noi in tale contesto.

E potete iniziare ad inorridire.

Commenti

  1. Sono senza parole.
    Non tanto per la cittadina in sè, che nel bene o nel male si deve portare dietro un tale bagaglio culturale .. ma per la gente che ancora oggi santifica certe persone e certi atteggiamenti ..

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  2. katiu mi ha rubato le parole di bocca!

    quello è un pezzo di storia del paese, tra il conservare per ricordare e il venerare ce ne dovrebbe passare....

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  3. @federica e katiu: io invece avrei fatto di tutto per non conservare niente di quel periodo, rimodernando anche l'architettura!!! però ragiono come una che non ha "memoria storica" del mio paese. lo dico con cognizione di causa perchè è stato argomento della mia tesi... da noi non ci sono luoghi storici, e quei pochi che c'erano sono stati rimodernati/abbattuti, così che se ne è perso completamente le radici. ecco, se si è potuto fare con piazze e palazzi innoqui non vedo perchè non farlo con quella roba là!!!

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  4. ti stimo per il coraggio. Io credo che sarei venuta alle mani con il primo mussolinano che incontravo, e amiè pare ce ne siano tanti.

    Vale

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  5. @vale: io ti consiglio di andarci (mimetica però, perchè davvero secondo me si rischia di buscarne!) perchè è una cosa... a parole non si può descrivere!!!!

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  6. oh mamma mia...altro che in mimetica in versione ninja proprio...O_O

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