Oggi, sul treno, ho dovuto (di nuovo) nascondere le lacrime che voleva scendere copiose sopra le mie guance. Il motivo non è (soltanto) il fatto che ripartire per Vecchiolandia è stato quanto mai traumatico.
Il motivo delle lacrime è stato, come sempre più spesso accade, un libro.
Il libro in questione è "Ogni cosa è illuminata" di Johnatan Safran Foer.
Che dire?
Che è meraviglioso. Potrebbe essere questa una cosa da dire, ma si rischia anche di banalizzare. Per me anche un piatto di salame è meraviglioso.
Il fatto è che lo stile di Foer è così particolare da essere una di quelle cose che si possono "comprendere" se non si provano, come quei gusti così particolari che uno può solo dire "assaggia, poi mi dici".
E, anche se credo che scriva in modo magnifico anche la lista della spesa, Foer narra delle storie che sono così toccanti e profonde che non possono non emozionarti. Anche stavolta, come in "Troppo forte, incredibilmente vicino" c'è una ricerca, una ricerca delle radici, del passato, che porterà a risvolti inaspettati, soprattutto inaspettato è chi alla fine della storia uscirà con una profonda conoscenza del suo passato e attraverso di esso, di se stesso.
Dovrò rileggerlo con calma per apprezzarne meglio le sfumature.
Intanto stasera mi vedo il film.
Ogni libro ci regala qualcosa...e ci lascia qualcosa...beata te che riesci a leggerne così tanti!
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