Diciamo la verità, la notte prima degli esami non è tutto quel granchè che Brizzi ci ha voluto far vedere nei suoi due film. Nessun professore che ci chiede di farsi una canna insieme a lui (non che non se le facciano eh, solo che se le tengono per sè) nessuna nottata di sesso nelle cuccette del treno Roma-Milano, nessuna rincorsa in moto col padre Peter Pan che se la fa con la prof fichissima di matematica (che per inciso è surreale: le prof di matematica sono tutte racchie) e sopratutto nessun figaccione stile Vaporidis.
La mia notte prima degli esami è stata tranquilla, a quei tempi (che bei ricordi...) dormivo senza problemi qualsiasi cosa accadesse il giorno dopo.
Piccola premessa: per studiare mi sono rinchiusa in casa a maggio, saltando sabati e domeniche, uscendo solo una domenica per vedere le Frecce Tricolore che si esibivano sul litorale del mio paese. Secchiona!? Forse, ma più che altro perfezionista e determinata a vincere la sfida con alcuni professori che per anni avevano cercato di non darmi quello che mi meritavo. Non volevo farmi trovare impreparata, in nessun argomento.
Andai sempre a scuola in macchina: erano i tempi di " Salirò" e ogni mattina per ognuna delle quattro prove trovai quella canzone facendo zapping alla radio. L'ultima mattina, quella dell'orale, stavo già uscendo dalla superstrada e non l'avevo ancora beccata. P-A-N-I-C-O! Perchè non è che sono superstiziosa ma (parafrasando una frase di Coliandro) metti portasse sfiga non sentirla!? Per fortuna a 500 metri dalla scuola ho sentito il famoso ritornello e questo è bastato a tranquillizzarmi.
Il giorno della prova di italiano sono finita in seconda fila e oltretutto han chiamato me a fare la parte della manina innocente che estraeva la lettera per vedere da che cognome si iniziava l'orale. Avevo tutti gli occhi addosso, sudavo freddo (strano per essere a giugno inoltrato!)e ho davvero capito cosa si prova ad essere minacciata di morte. In più il mio cervello stava valutando quanto male mi sarei fatta buttandomi dalla finestra nel caso avessi tirato su la C, lettera del mio cognome. Invece il sorteggio è andato bene, per me, nè troppo vicino nè troppo in là. Qualcuno mi ha mandato in posto buio e brutto ma vabbè. A conti fatti, anni e anni dopo, posso dire che se l'è meritato. Apparte questo, iniziata la prova di italiano mi buttai anima e corpo sul saggio breve sul passato che si ripete, mentre l'80 % dei miei compagni fece l'analisi della poesia perchè avevamo già fatto in classe quel testo. La mia non fù volontà di distinguermi o altro, è che proprio non mi piaceva e mi riusciva poco analizzare poesie & co, mentre adoravo scrivere in modo, per così dire, più libero. Mi alzai dal banco per consegnare soddisfatta di come e cosa avevo scritto. Arrivo a casa tutta feliciona e mia mamma, che di secondo nome fa INCORAGGIAMENTO, mi incomincia con la lagna:"Ecco, hai fatto una cazzata, al tg hanno detto che era quello più difficile, dovevi fare la poesia, ora ti penalizzano, vedrai che hai sbagliato." GRAZIE MAMMINA. Meno male che ci sei tu a farmi coraggio, e meno male che ci sei tu a chiedermi, dopo, come mai non credo nelle mie possibilità. Santa donna mia mamma, ma quando ci si mette è una piaga. La seconda prova è scorsa via con più tranquillità, avevo preparato bene la lingua da portare, il tedesco, e sapevamo che la prof sarebbe stata magnanima nelle correzioni e così fù. La mattina della terza prova l'ho praticamente rimossa, ricordo solo il panico davanti agli esercizi di matematica, niente di nuovo quindi. Io e la matematica siamo andati d'accordo per un pò, poi lei ha voluto rompere quell'idillio e una volta vinceva lei e una volta. Io una volta 9, quella dopo 4 e mezzo. Nemmeno la prof si è mai saputa dare una spiegazione, forse troppo impegnata a frugare nella mia vita privata...Ma questa è un'altra storia che senz'altro racconterò.
E poi... i temutissimi orali. Ero la prima della mattinata. Ansia. Ansia incredibile. Gli scritti erano andati benone (43/45) ma avevo una paura bestiale. Quella di italiano era entrata in classe il primo giorno pensando "Io quella lì la boccio", come Benigni in "Non ci resta che piangere". Quella di francese era la classica tipa che soffre di complessi di inferiorità perchè nelle sue mettevano sempre gli incontri sul sesso e sulla droga (mai sul rock 'n roll purtroppo) e lei protestava sempre inutilmente. Io ero l'unica della classe che non aveva portato francese nè alla seconda nè alla terza prova e nemmeno l'avevo messa sulla tesina. AAAAH la tesina, quello stupendo foglio scritto, in cui tutti misero un sacco di impegno ma che i professori non lessero (e io ho le prove).
Insomma, tornando agli orali, avevo paura mi facessero il culo. E così fù. Tranne quella di arte perchè mi voleva bene visto che, essendo al primo banco, quando spiegava facevo sì sì col capino e scrivevo. In realtà non prendevo appunti ma spettegolavo con la mia compagna di banco. A vedermi c'erano qualche mia amica e il mio compagno di banco che ai tempi mi faceva battere il cuore... Quindi ero doppiamente emozionata! Alla fine andò bene, molto bene, e sono partita contenta per Londra, un'altra parentesi divertente e sfigata della mia vita...
Io ho rimosso tutta la parte del liceo...tranne una materia Storia dell'Arte e l'ultimo anno di filosofia che mi ha spinto verso la psicologia. Quindi il film sulla mia notte prima degli esami, dopo e durante è impensabile da proporsi, solo una piccola vendetta vorrei prendermela con la mia prof di italiano ma ogni volta che mi convinco di andarla a trovare qualcosa mi fa desistere.
RispondiEliminaguarda, io ci sono tornata una volta sola ma vidi che non era cosa, e poi l'incontro illuminante con quella di matematica (e quando lo racconterò capirai il perchè)mi ha fatto capire che se volevo mantenere la fedina penale pulita dovevo star lontana da tutti...
RispondiEliminacome ben sai ire il mio liceo l ho vissuto malissimo la notte prima degli esami fu bella perchè un tipo che i tempi mi garbava molto mi lascio un bigliettino sulla porta di casa con la scritta ricordati stasera al parco
RispondiEliminacioè mi chiedeva di uscire dopo gli esami che belle ste cose da adolescenti
per il resto la scuola e l esame furono penosi
mi tocco tradurmi 20 righe di greco
senza vocbolario all orale idem per latino l unica cosa postiva inglese avevo 9 solo li e la prof fu bravissima a farmi parlare gli altri nn capivano na mazza di quello che dicevo
mitica poi lestate a londra della nno prima che mi servi molto e dove ho conosciuto te ire
nina