Passa ai contenuti principali

5

Qualche giorno fa’ è stato il secondo anniversario di laurea ma, detto con sincerità, ci ho fatto poco anzi pochissimo caso. Non che sia un evento da festeggiare, però vi viene buono come data “di riflessione”, quando ti metti lì e fai dei bilanci.
Confesso che se ci penso sembra che questi due anni neanche siano passati, soprattutto se mi guardo adesso e mi vedo uguale alle tante estati divisa tra i libri e un po’ di mare. Verrebbe da dire che questi due anni non sono mai esistiti. E invece sono esistiti eccome, hanno avuto un carico molto importante per me, a livello professionale e a livello umano. Sono cresciuta parecchio in questi due anni. E anche in questo mese e mezzo che son tornata, rendendomi veramente conto di che persone ho e ho avuto intorno. Insomma, è proprio vero che gli amici si vedono nel momento del bisogno!

Oggi “festeggio” un’altra ricorrenza, un altro giorno x.
La prima laurea, la laurea triennale, avvenuta esattamente 5 anni fa’. E di cui ancora porto i segni. Se penso all’esame di stato penso alla tribolazione per ottenere quel titolo e mi viene quasi voglia di lasciar perdere per non rischiare di rivivere il trauma.
Se ripenso a quel giorno ricordo il terrore che mi impediva anche solo di respirare, il sollievo infinito per aver terminato un incubo quando sono uscita, la passeggiata insieme ai miei e la grandinata improvvisa che sembrava voler simboleggiare il mio percorso di studi.
Però è stata quella la svolta. E' stato quel giorno che mi sono convinta che non dovevo arrendermi e che dovevo proseguire per la mia strada lasciandomi alle spalle la brutta esperienza.
Ed è andata decisamente bene!

A volte osare porta i suoi buoni frutti!

E altre....

Commenti

  1. Bello lo sfondo (anch'io adoro i tramonti) e la pagina dedicata alle immagini!

    ... e ovviamente auguri per i 5 anni da dottoressa!

    RispondiElimina
  2. Spero di concludere anche io al più presto la mia esperienza universitaria..oltre alla fatica, alle estati passate sui libri, sono veramente stufa del sistema, della poca serietà e della leggerezza con cui le persone che ci dovrebbero "formare" affrontano il loro lavoro

    RispondiElimina
  3. Oggi è passato un mese che mi son laureata alla laurea magistrale...periodo di ricorrenze...cmq il percorso di studi universitario, che poi sia utile o meno al nostro futuro, è stata davvero una scuola di vita, in tutti i sensi...io che ne sono ancora un pò dentro se ripenso a tutti quegli anni...sarebbe bello ricordarsi della nostra forza di volontà e delle nostre capacità per arrivare al traguardo anche in quei momenti in cui tutti i nostri sforzi sembrano stati vani..e non dimenticarci di chi veramente siamo...felice anniversario...:)

    RispondiElimina
  4. @elisa: sto un pò lavorando per cambiare un pò la veste del blog! e lo sfondo personalizzato era il mio grosso scoglio informatico!

    @isabel: intanto ti dico benvenuta... e poi... ti dico che hai perfettamente ragione!

    @strawberry: hai ragione, sicuramente è una palestra di vita!

    RispondiElimina
  5. Ogni tanto lo ricordo anch'io quando mi sono laureata. Ho invece completamente rimosso dalla memoria l'anno di specializzazione!

    RispondiElimina
  6. hai ragione...mai arrendersi! E come dico sempre io "CE LA POSSIAMO FARE"...

    RispondiElimina
  7. Ire se molli è finita, la cosa più sbagliata è convincersi che non serve a niente andare avanti, perchè così si che non si otterrà nulla. Invece vedrai che questo periodo tostissimo di nero assoluto (ci si passa tutti) terminerà, non fosse altro perchè con l'abilitazione puoi veramente mettere la parola FINE al calvario.

    Vale

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Diversamente titolati

Premessa numero 1. Io non ho nessun tipo di pregiudizio legato al titolo di studio: conosco dei laureatissimi e pure masterizzati ignoranti come capre e persone che con un serale hanno fatto una mega carriera nella dirigenza di grosse aziende. Che, fra l'altro, mi hanno raccontato di ingegneri da 110 e lode che non sapevano da che parte rifarsi per svitare un bullone. Ognuno sa fare il suo, lo può avere imparato studiando o lavorando, e ognuno può essere un genio o un caprone, a prescindere. Ma soprattutto (premessa numero 2) io la penso così: Per capirsi, quando ho iniziato a sentirmi stretta nel posto in cui lavoravo, ho preso a cercare QUALSIASI lavoro mi desse la possibilità di non restare a casa disoccupata e mandai CV anche per fare le pulizie. Mi chiamarono con L'UNICA FINALITÀ di chiedermi se ero proprio sicura, perché "hai una laurea". Risposi che certo che ero sicura, che avevo bisogno di lavorare e che NONOSTANTE LA LAUREA ero perfettamente in grado