Che Trenitalia faccia cascare le palle è cosa (tristemente) nota.
Ma che facesse cascare anche attempate signore almeno io l’ho appreso soltanto ieri. E comunque ti pareva che se c’è un casino io ci infilo subito in mezzo???
E’ andata così. A Firenze, dopo la mia buona ora di attività “frizionamento di natiche in attesa della coincidenza” (trad: mi son grattata il culo tutto il tempo), son salita sul mio bel trenino per Faenza. Di solito c’è il Minuetto ma si vede che ieri hanno optato per il trombone, destinandoci uno di quei catorci che ad occhio e croce c’erano già quando la minigonna riusciva a dare scandalo (uh, che belli i tempi quando c’era qualcosa che scandalizzava!).
Dovete sapere che Trenitalia sta ristrutturando tutti i marciapiedi delle stazioni, in modo che si adattino ai nuovi treni. Peccato che poi fanno viaggiare i vecchi e per salirci sopra o sei Sara Simeoni o sei simpaticamente fregato. Infatti ieri una signora, quasi mia vicina (era nel posto al di là del corridoio rispetto al mio), è caduta. Io in effetti l’ho vista sul marciapiede che si stava appropinquando alla salita, ma mi sono anche fatta altamente gli affari miei quando l’ho vista sparire nel nulla, facendo tesoro del detto “chi felice vuol campare i cazzi suoi si deve fare” e soprattutto ninnolandomi nell’abbiocco postprandiale.
Beh quel detto è assolutamente falso, perché i cazzi quando voglio vengono a cercarti, anche se hai voglia solo di guardare fuori dal finestrino e ascoltare la musica.
Insomma. La signora entra nello scompartimento e dice, tranquilla “uh, son anche caduta!”. E poi si siede beata al suo posto. La signora accanto a me, una fiorentina di quelle veraci e caciarone, si gira verso di lei e le chiede quanto e dove s’è fatta male. L’altra, placida, le risponde: “mah, un po’ qui alla gamba” e si tira su il pantalone (io l’ho vista perché ho girato mezzo occhio, giusto per sincerarmi di non avere una gamba rotta sulla coscienza). LA signora accanto a me mi prende un braccio con orrore e mi bisbiglia piano “Tu l’hai visto quanto sangue???” Mi sporgo per metà e vedo la calza della ferita fradicia di sangue. Mi sporgo ancora un po’ e constato che per terra ce n’è già una pozza grande quando una mela. “La va tamponata” mi suggerisce la mia vicina. Io tiro fuori i miei fazzolettini (sottomarca, chiaramente, che non assorbono neanche uno starnuto) e timidamente li porgo. La ferita ringrazia ma se la cava con quello che ha. E nel frattempo continua a buttar sangue. La mia vicina si scalmana appena vede il capotreno, che prima propone invano di chiamare un’ambulanza (“nodddavvero, poi così perdo il treno!”) e poi porta il kit di pronto soccorso. Che secondo me era stato comprato quando è stato comprato il treno.
La ferita si alza e fa “Vo in bagno,per medicarmi mi devo togliere i collant, che me la guardate un minuto la roba ?” “Ci mancherebbe signora”. Nel frattempo la pozza è diventata una confezione da 4 di mele. E la gente che passava in su e in giù assisteva inorridita, bensì guardava come se fosse la cosa più naturale del mondo trovare un corridoio di un treno per niente dissimile ad un mattatoio. Passate due o tre fermate la ferita chiama la mia vicina ad darle una mano. Saran state via mezzora.
Rientrano e mi si presenta una scena assolutamente comica. La tipa ferita assolutamente tranquilla e rilassata, l’altra con la faccia di una che ha appena rammendato una vittima di jack lo squartatore. “Sa, c’ho un po’ le vene fragili”. La mia vicina mi guarda indemoniata e bisbiglia “altro che bene fragili, e la c’ha un pezzo così di carne staccata”. Per rendervi conto del “pezzo così” disegnate una C con la mano allargando bene l’indice e il pollice. Il resto del viaggio poi l’ho passato deliziata da altri dettagli macabri mentre la ferita diceva che tutto sommato gli faceva solo un po’ male.
In tutto ciò è arrivato il capotreno per prendere la “deposizione” dimostrando nell’ordine:
§ Di non essere minimamente sensibile (signora, mi dia un documento – un secondo mi metto seduta – signora il documento – un attimo che mi aggiusto bene – il documento signora – momento che prendo la borsa)
§ Di non sapere scrivere in italiano (cosa metto? – ferita lacerocontusa – feeeriiitaaa laaaceee.. come? – ferita lacerocontusa – ah, ferita lacerocontusO.)
§ Di essere interessato solo al fato che la signora avesse pagato (stessa scena del documento con il biglietto).
E la conclusione è stata “Mah questo qui alle ferrovie è sprecato, poteva fare benissimo…. IL CARABINIERE!”
#7 Lunga
RispondiElimina@grissino: credo che il tuo amico sia l'eccezione che conferma la regola! di solito non sanno nemmeno scrivere in italiano (ti ricordi il mio babbo che andò a fare la denuncia perchè lo avevano derubato e il carabiniere chiese se borsetto aveva una o due t???)
@serena: già...
@carlo de petris: di secondo lavoro (ovviamente non retribuito, come il rpimo!) faccio il dizionario
@lastefy e federica: non vi dico io... mi scappava da ridere ma veramente non potevo!
@lameringa: auguri a te!
31 dicembre 2009 15:48
#6 la Meringa
la Meringa
o ]
Io non prendo un treno da un'eternità. Ma il capodanno lo festeggio lo stesso!
Auguri bella!
30 dicembre 2009 22:05
#5 federica
federica
nelle stesse condizioni della stefy! ^_^
30 dicembre 2009 14:27
#4 LaStefy
So che non dovrei....ma sono piegata in due dalle risate!!!
29 dicembre 2009 22:27
#3 Carlo de Petris
se non altro, ora grazie a te conosco il termine prandiale, non si finisce mai di imparare XD
29 dicembre 2009 20:33
#2 Serena
Ho letto il post tutto d'un fiato...incredibile!! Alè! Viva le ferrovie! Dico soltanto poveri noi...povera Italia...
29 dicembre 2009 20:11
#1 Grissino
SCHERZI?! Io ho un amico carabiniere e non é cosíiiiiii!!! (effettivamente non é proprio carabiniere classico... fa come me l'amministratore di rete )
No comment sul trattamento Trenitalia