Passa ai contenuti principali

Ditemi voi

nterrompo il mio resoconto della vacanza mangereccia per riflettere (e invitare a riflettere) sulla giustizia italiana.

Dove faccio il tirocinio ci sono due utenti che hanno avuto problemi con la giustizia. Una ha fatto qualche dispettuccio ai condomini ma assolutamente niente di che (insomma, tra lei e Olindo ce ne passa!) e sta "tribolando" da anni tra opg e comunità con una sentenza che si rinnova periodicamente e che, se conosci la sua storia, speri che si rinnovi per ancora tanto tempo solo per proteggerla, anche se ti stringe il cuore perchè è un essere assolutamente innocuo e non fa che ripetere che vuole tornare a casa. E' marchiata a fuoco dalla "pericolosità sociale", che le impedisce di uscire da sola e per uscire la sera ogni volta deve chiedere il permesso al magistrato (chiaramente sempre accompagnata da un operatore del centro). L'altra ha fatto resistenza a pubblico ufficiale ed è ancora in attesa di giudizio (da mesi, alla faccia dell'accorciamento dei tempi dei processi!), ovvero se potrà scontare la sua pena in comunità, nel tentativo (che sta riuscendo!!!!) di riabilitarsi e superare la storia che ha alle spalle, oppure se dovrà passare il tempo della pena in carcere. Per ora pare che chi deve decidere sia propenso per la seconda ipotesi, alla faccia delle pene riabilitative.

Poi arrivo a casa, leggo il giornale e trovo una notizia assolutamente agghiacciante. C'è un tizio di un paese vicino al mio che 10 anni fà ha fatto fuori 3 persone (moglie, sorella e  figlioletta) e tanto per gradire ha fatto saltare la casa dove vivevano, mettendo perciò a repentaglio altre vite. Adesso dopo 10 è fuori. Ha un lavoro come commesso di un supermercato, studia teologia e, grazie all'indulto e alla buona condotta, si è saltato 5 anni di opg. No dico, ha ammazzato 3 persone. Chissà se a lui gliel'hanno data la pericolosità sociale, credo proprio di no, altrimenti non potrebbe avere un lavoro.

Che poi io posso pur essere a favore della pena riabilitativa anche in casi gravissimi come questo, però cazzo, con criterio. Non puoi far durare di più una pena per aver bruciato una siepe di quella di un pluriomicida!

No perchè sennò io c'avrei giusto qui accanto a me una lista di persone che farei fuori estremamente volentieri. Sai che mi conviene?!?? Li stermino tutti, mi faccio prendere, mi riposo un pò in carcere, quando esco mi trovano lavoro (che tanto sennò mica lo trovo) e bona lì.

No, ditemi voi se questa la si può chiamare giustizia... forse è più corretto chiamarla cazzatizia. Ecco sì, la trovo una definizione migliore.

(qui trovate l'articolo strappalacrime della notizia).

Commenti

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. #8 Mirko


    La giustizia in Italia non esiste affatto, ormai ci ho fatto il callo. Puoi toglierti qualsiasi sfizio, tanto te la cavi con poco. Alla fine non so se sia meglio essere onesti o delinquenti!
    13 dicembre 2009 18:28
    #7 Lunga


    @grissino: io non ho "mezzi di paragone" diretti con gli altri paesi.. però è chiaro e lampante che qui è un disastro!

    @carlode petris: certo, chiaro, le amicize nella vita tornano sempre utili!

    @federica:altrochè!

    @serena: per l'appunto guarda, c'è la faccenda di stasi. han chiesto 30 anni. ma per carità va vbene.. ma allora al tipo in questione gliene dovevano dare 90 più altri per aver distrutto case di altra gente.... non ho parole!
    12 dicembre 2009 21:09
    #6 Serena


    E' ovvio che chi uccide sia libero e chi commette reati minori resta dentro...scherzi? SIAMO IN ITALIA!! sono disgustata dalla giustizia italiana, certe cose così evidenti e non punite sono da vomito...bisognerebbe ribellarsi, ma, da quel che sembra ultimamente, non serve a nulla!
    12 dicembre 2009 13:57
    #5 federica


    è ver-go-gno-so!
    11 dicembre 2009 20:11
    #4 Carlo de Petris

    se devi commettere un'ingiustizia, falla bella grossa e cerca le giuste amicizie, te la caverai più facilmente!

    -.-
    11 dicembre 2009 17:31
    #3 Grissino


    Uno dei motivi per cui me ne sono andato é che in Italia non c'é la certezza della pena. Sia nel senso che non la danno proprio, sia che la scontano troppo. E poi per magari una vaccata succede un casino. Riassumendo: in Italia il cittadino non solo vive poco tutelato dai delinquenti, ma anche quando questi vengono presi alla fine il cittadino é preso in giro: o per tempi della giustizia interminabili o per sconti di pena incomprensibili.
    11 dicembre 2009 15:22
    #2 Lunga


    guarda, mi fa piacere che una dell'ambiente condivida questo pensiero. purtroppo si vede che non tutti la pensano così. altrimenti queste assurdità non accadrebbero.

    bentrovata franz!
    11 dicembre 2009 12:31
    #1 Franz


    E' semplicemente vergognoso.

    Ogni volta che metto piede in Tribunale non so cosa ne uscirà. Approvo il tuo sfogo e ti assicuro che la procedura penale dovrebbe essere rivista, dando fiducia a chi la merita e facendo scontare TUTTI gli anni di condanna ai delinquenti.

    Mi dispiace, veramente, per tutte le vittime di questi errori e per tutti i familiari che soffrono ogni giorno davanti alle ingiustizie.

    07 maggio 2011 22:14

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia ...

Un anno e mezzo

Allora è deciso, inutile rimandare l'inevitabile. C'è da decidere solo quando e soprattutto dove. Devo andare dalla parrucchiera.