Come primo post della Precarioteca ho scelto Full Monty (1997), perché è un classico, perché è il primo film a tema "diversamente occupati" che ho visto e perché nei miei ricordi c'è un posticino speciale per questo film (ve lo dico a fine post). A dire il vero nel vecchio blog del piccione ho sicuramente già scritto di film e libri a tema: rispolvererò quei post al momento opportuno.
La trama: sei operai disoccupati, vittime della crisi delle acciaierie di una cittadina inglese, stanno cercando un modo per sbarcare il lunario e dare qualche risposta alle richieste della vita. Mantenere l'affidamento del figlio, pagare i piccoli vizi della moglie, avere una vita sessuale normale. La disoccupazione annienta tutto. La loro soluzione sarà quanto mai originale. E più che altro integrale.
Perché guardarlo. Perché se ha fatto incetta di nomination, premi e incassi un motivo ci sarà. Perché ha una colonna sonora divertente. Perché è un film duro e drammatico travestito benissimo da commedia. Ma soprattutto perché ogni personaggio ha una storia particolare che affronta una sfaccettatura del tema disoccupazione. Gus è il protagonista, un padre non proprio modello ma che per amore del figlio riuscirà a trascinare gli altri nel folle progetto dello streap tease. Ma quello che a me fa venire un po' più il magone è Gerald che esce ogni giorno in giacca e cravatta, perché non ha mai detto alla moglie di aver perso il lavoro.
Piccola riflessione personale. Scriverò in ogni post un piccolo spunto di riflessione che parte dal film, o dalla canzone, ma che arriva alla vita reale e concreta. E siccome non voglio dilungarmi in discorsi sul senso assoluto del mondo, la riflessione che farò sarà proprio piccola, affacciata alla finestrino del mio piccolo mondo.
Qua nella zona c'è un'industria in crisi da quando ero ragazzina. La diceria è che molti degli operai si siano adagiati sui sussidi statali e si stiano beando in cassa integrazione. Dove sia la verità non lo so ma quel che è certo è prima o poi questi aiuti finiranno e vorrei proprio vedere quanti operai di mezza età riusciranno a trovare un nuovo impiego in un territorio così impoverito. E non credo che succeda come nel film dove il dramma diventa commedia: la realtà porta solo tristezza.
La frase. Gaz a Gerald: non sei più il caporeparto, sei proprio come tutti noi. Un disoccupato.
Ps. Il perché questo film è rimasto nel mio cuore? Per la sua colonna sonora. Al liceo alla giornata dello sport facemmo faville con un balletto sulle note di Hot Stuff.
La trama: sei operai disoccupati, vittime della crisi delle acciaierie di una cittadina inglese, stanno cercando un modo per sbarcare il lunario e dare qualche risposta alle richieste della vita. Mantenere l'affidamento del figlio, pagare i piccoli vizi della moglie, avere una vita sessuale normale. La disoccupazione annienta tutto. La loro soluzione sarà quanto mai originale. E più che altro integrale.
Perché guardarlo. Perché se ha fatto incetta di nomination, premi e incassi un motivo ci sarà. Perché ha una colonna sonora divertente. Perché è un film duro e drammatico travestito benissimo da commedia. Ma soprattutto perché ogni personaggio ha una storia particolare che affronta una sfaccettatura del tema disoccupazione. Gus è il protagonista, un padre non proprio modello ma che per amore del figlio riuscirà a trascinare gli altri nel folle progetto dello streap tease. Ma quello che a me fa venire un po' più il magone è Gerald che esce ogni giorno in giacca e cravatta, perché non ha mai detto alla moglie di aver perso il lavoro.
Piccola riflessione personale. Scriverò in ogni post un piccolo spunto di riflessione che parte dal film, o dalla canzone, ma che arriva alla vita reale e concreta. E siccome non voglio dilungarmi in discorsi sul senso assoluto del mondo, la riflessione che farò sarà proprio piccola, affacciata alla finestrino del mio piccolo mondo.
Qua nella zona c'è un'industria in crisi da quando ero ragazzina. La diceria è che molti degli operai si siano adagiati sui sussidi statali e si stiano beando in cassa integrazione. Dove sia la verità non lo so ma quel che è certo è prima o poi questi aiuti finiranno e vorrei proprio vedere quanti operai di mezza età riusciranno a trovare un nuovo impiego in un territorio così impoverito. E non credo che succeda come nel film dove il dramma diventa commedia: la realtà porta solo tristezza.
La frase. Gaz a Gerald: non sei più il caporeparto, sei proprio come tutti noi. Un disoccupato.
Ps. Il perché questo film è rimasto nel mio cuore? Per la sua colonna sonora. Al liceo alla giornata dello sport facemmo faville con un balletto sulle note di Hot Stuff.
Eheh mitico, specie per Hot Stuff.
RispondiEliminaVero, un film drammatico mascherato da commedia ed è questo che mi piace.
Il tema è serio ma anche la reazione dei protagonisti è qualcosa per cui tifare^^
Moz-
Ricordo lontanamente questo film, caro Icaro e mi feci tante risate!!!
RispondiEliminaCiao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
E dire che io non l'ho mai visto!
RispondiEliminabenvenuta rubrica precaria!
Del film mi colpì la scena in cui una moglie incoraggia il marito , toccante.
RispondiEliminaRicordo di averlo visto anni fa. Film divertente ma , soprattutto amaro. Saluti.
RispondiEliminaDi questo film ho visto la pubblicità innumerevoli volte.
RispondiEliminaE adesso che vorrei vederlo davvero, capirlo nel profondo, in tv non lo danno più.