Avendo studiato psicologia credevo di essere preparata alle stranezze della gente. Chi più di un "matto" può essere definito strano, anomale?
Eppure, da quando ho cambiatolavoro lavori e sto a contatto con tanta tanta gente tutta insieme, non c'è giorno che passi senza che qualcuno mi lasci a bocca aperta.
Per esempio, ho notato una moda sempre crescente di acconciare bambini e ragazzini un po' da femmine. Tanti capelli lunghi, tantissimi capelli piastrati. Ciuffi perfettamente lisci spostati di continuo dal bambino infastidito (ma molto trendy, a quanto pare) di turno. Sarà che non lo sopporto neppure io il ciuffo negli occhi e soprattutto stare tempi indefiniti sotto il phon e la piastra ad acconciarmi i capelli! Un bambino credo che trovi di meglio da fare in quelle mezzore.
Tutto questo mentre crescono, oltre alla moda della lisciautura, anche la teoria del gender e le sue ferventi opposizioni. E lo so che è una coincidenza ma a me strappa un sorriso (amaro).
Tutto questo preambolo per raccontarvi che il mio primo giorno al nuovo lavoro ero in una scuola elementare, al piano dei bambini di prima, con la collega in inserimento socio sanitario: una ragazzona di quasi 30 anni, bambina tra i bimbi. All'intervallo, prese a smistare i maschi dalle femmine per indirizzarli nel bagno giusto, ci siamo trovate di fronte a un dilemma con un caschetto biondissimo e perfettamente acconciato. E col suo candore infantile la mia collega ha chiesto: "ma tu cosa sei? Sei bimbo o bimba?".
Sappiatelo: preso/a in contropiede, non ha saputo rispondere.
Eppure, da quando ho cambiato
Per esempio, ho notato una moda sempre crescente di acconciare bambini e ragazzini un po' da femmine. Tanti capelli lunghi, tantissimi capelli piastrati. Ciuffi perfettamente lisci spostati di continuo dal bambino infastidito (ma molto trendy, a quanto pare) di turno. Sarà che non lo sopporto neppure io il ciuffo negli occhi e soprattutto stare tempi indefiniti sotto il phon e la piastra ad acconciarmi i capelli! Un bambino credo che trovi di meglio da fare in quelle mezzore.
Tutto questo mentre crescono, oltre alla moda della lisciautura, anche la teoria del gender e le sue ferventi opposizioni. E lo so che è una coincidenza ma a me strappa un sorriso (amaro).
Tutto questo preambolo per raccontarvi che il mio primo giorno al nuovo lavoro ero in una scuola elementare, al piano dei bambini di prima, con la collega in inserimento socio sanitario: una ragazzona di quasi 30 anni, bambina tra i bimbi. All'intervallo, prese a smistare i maschi dalle femmine per indirizzarli nel bagno giusto, ci siamo trovate di fronte a un dilemma con un caschetto biondissimo e perfettamente acconciato. E col suo candore infantile la mia collega ha chiesto: "ma tu cosa sei? Sei bimbo o bimba?".
Sappiatelo: preso/a in contropiede, non ha saputo rispondere.
Ahaha, ma come?? Non sapeva se era maschio o femmina? XD
RispondiEliminaChe poi appunto il problema non è sentirsi l'uno o l'altro, ma avere PISELLINO o PATATINA... questo, di noi, lo sappiamo tutti XD
Moz-
Secondo me la domanda a bruciapelo e l'emozione del primo giorno l'hanno mandato in confusione. Ha risposto bimba, no bimbo, eh mm... Ed è andato/a via.
EliminaAhaha poverina/o :)
EliminaMoz-
Caro Icaro, una domanda strana per uno che ha già compiuto 89 anni!!!
RispondiEliminaCiao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Un sorriso anche a te!
EliminaPiena solidarietà alla tua collega.
RispondiEliminaAlla ludoteca in cui lavoro occasionalmente ne vedo di tutti i colori.
Ogni volta sono davvero a disagio nel non sapere se mi sto relazionando con un bambino o una bambina (soprattutto i piccoli che non parlano).
Nel dubbio, chiamo tutti "amore" e "tesoro" e li faccio andare nel bagno che preferiscono....
Ah con quelli piccoli piccoli al bar ne ho fatte di figure. Che bella bimba ed era un bimbo... E vice versa. Andrebbero veramente vestiti tutti di rosa o azzurro! Almeno si capisce!
EliminaE' vero !!! Anch'io, nella scuola , ne ho viste di tutti colori, col passare degli anni, in quanto a pettinature ma, più che i ragazzini, erano le mamme da riprendere per come li conciavano. Ricordo che , nel mese di maggio di quest'anno, stavo sostituendo una collega per un'ora in una terza e, non conoscendo i bambini, ho chiamato a leggere "la bambina con i capelli lunghi e la frangia, in seconda fila" -la risposta è stata "maestra, io sono un maschio e mi chiamo Luigino"!!
RispondiEliminaPoi ho pure scoperto che era il figlio di una collega . Ora , da due mesi, sono in pensione e di queste cose non ne vedo più. Saluti.
Assolutamente. Sono le mamme a volerli agghindare in un certo modo. Faccio fatica a pensare a un bimbo di 6 anni che chiede di propria volontà che gli venga piastrato il caschetto!
EliminaDevo dire divertente ma ci sta anche la moda va oltre il genere si producono capi uguali per uomini e donne. Io penso che la collega abbia sbagliato il modo di come porre la domanda e il bambino o bambina avrà notato una sorta d'ambiguità e sottointeso che lo ha raggelato e si è vergognato di rispondere. Nulla giustifica però il fatto che i bambini vengono un po troppo considerati come dei pupazzi o peggio degli alberi di Natale da addobbare a piacimento.
RispondiEliminaLa collega si è espressa sicuramente in modo troppo diretto ma ha dato voce al mio pensiero: non è normale non capire il sesso di un bambino. Ne ho uno anche in prima media, solo perché l'hanno chiamato per nome ho capito alla prima che era un maschio.
EliminaSecondo me era timidino ed è rimasto un pò interdetto dalla domanda...
RispondiEliminaLa soluzione migliore per evitare di fare la figura del professor Oak della situazione potrebbe essere chiedere direttamente il nome al bambino!
RispondiElimina