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La morte in diretta

Secondo me Veltroni come politico lascia il tempo che trova. Il Veltroni scrittore invece mi piace molto. Ho letto alcuni dei suoi romanzi e ho trovato che avesse sempre da comunicare qualcosa, per far riflettere il lettore. Ho anche sempre trovato una piccola nota stonata che non mi convinceva al 100% ma, beh, Veltroni è pur sempre un politico! 
L’ultimo libro però ancora non l’ho letto, e me ne dispaccio perché deve essere parecchio interessante. Si intitola L’inizio del buio e, da quanto ho capito dalle presentazioni, affronta anche la tematica del cambiamento del modo di fare giornalismo dalla vicenda di Alfredino Rampi. Di come una notizia di cronaca sia poi di fatto diventato un evento televisivo con tanto di morte in diretta. 
Oggi giorno ormai ci siamo abituati e, anzi, se non ci danno “panem et mortem” non siamo contenti. 
Mi riferisco a quanto letto in diversi siti per quanto riguarda l’accaduto della Costa Concordia. Cosa è accaduto ormai lo sanno tutti, cause e dinamiche sono ancora ma non sta sicuramente a noi stabilirle, anche se pare (sempre guardando qua e là su internet) che qualcuno si senta addosso l’autorità per farlo. 
In ogni caso è innegabile che è un evento di portata enorme, che ha puntato sull’Italia anche i riflettori internazionali. Ora, come al solito stiamo facendo una figura di merda epocale per il solito coglione, però non capisco nemmeno perché dobbiamo essere sempre e comunque identificati nel più stronzo di tutti e non magari nella popolazione del Giglio che in piena notte ha svuotato i propri armadi per prestare aiuto ai naufraghi. Un po’ va bene criticarci, ma poi c’è un limite a tutto! Come cantava Gaber 
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui mi incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia

cos'è il Rinascimento. 

Ma non è questo il punto. 
I social network danno, tra i vari pregi e difetti, la possibilità di conoscere l’opinione della “gente”, molto più facilmente che in passato. Lo scambio vis-à-vis è sicuramente più limitato, con twitter o facebook in pochi click raggiungi un sacco di gente. Ci si guadagna in conoscenza sociale ma ci si perde in stima verso l’umanità! 
Comunque, mi ha colpito che in tanti si fossero indignati per il fatto che Raduno ha mandato regolarmente in onda Ballando con le stelle mentre La7 mandava in onda uno speciale in diretta. Posso dire una cosa!? MAH. 
Non che voglia sottovalutare la cosa, anzi, essendo qui vicino casa mia la sento ancora di più, ma questa modalità intrusiva mi da l’idea di voler soltanto “gustarsi la disgrazia”. Ci sono stati dei morti e non voglio certo sminuire questo fatto però allora dovremmo fermare gli spettacoli CONTINUAMENTE per avere una diretta sulla morte, pensiamo ad esempio a quanti muoiono nei paesi del Terzo e Quarto mondo di fame e malattie. Senza avere nemmeno un’idea di cos’è una nave da crociera. 
Ma questa è realtà quotidiana, non sembra un film con Di Caprio, non fa spettacolo. 

PS: se volete leggere una cosa sicuramente più intelligente della mia, leggete l’editoriale di Gramellini di stamattina.

Commenti

  1. Io penso che la famosa spettacolarizzazione del dolore ci abbia ormai quasi assuefatto...per lo meno molti italiano ormai lo sono...a me provoca solo un gran nervoso..e sinceramente fermare il mondo per una cronaca in diretta che più che tragica io inizierei a trovare grottesca, mi sembra faccia parte di quell'atteggiamento comune dell'italiano in prima fila quando c'è un omicidio efferato o cose di questo genere...sono d'accordo con te...se ci mettessimo a pensare ai paese del terzo e quarto mondo non dovremmo muoverci più...
    tanta stima agli abitanti dell'isola che si sono fatti in quattro per aiutare in questa tragica situazione...queste sono le notizie che vorrei sentire sempre piuttosto che sapere che il programma "Quarto grado" ha fatto il botto con lo share con la puntata su Amanda o Sara Scazzi...

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  2. uno degli articoli di gramellini che più condivido!

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  3. Cara (giovanissima) neo29enne, dici parole sagge. Abbiamo una visione italiota della vita: come quando succede un disastro da qualche parte del mondo e "per fortuna nessun italiano tra i feriti"...

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  4. Io mi sono indignata come tanti per i morti e la figura, ma gli spettacoli devono andare avanti comunque. Non sono questi gesti a far resuscitare nessuno. Diamoci da fare per riconquistare un'immagine decente piuttosto.

    Un abbraccio

    RispondiElimina
  5. Io ne ho già piene le scatole! Ma non per carità per le vittime, ce l'ho coi giornalisti che continuano a martellarci!! Hai dato la notizia? Basta!!

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  6. quotone per Gramellini e per il tuo post!

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