Passa ai contenuti principali

Modelli educativi

Per rispondere a Sara che nel post precendete chiede se i ragazzetti in questione fossero più o meno seri, riporto questa notizia presa pari pari da Yahoo.

Roma, 1 marzo 2011 - Sangue e liquido seminale: questi gli ingredienti di base del profumo che la popstar statunitense lady gaga lancerà sul mercato il prossimo anno, senza tuttavia che la relativa fragranza ne venga influenzata.
Come spiega infatti il quotidiano spagnolo 'El mundo' il sangue è stato donato dalla stessa lady gaga ma il risultato finale, nelle parole della cantante (che non ha fornito nessun dettaglio sulla provenienza altri ingredienti), sarà un profumo dall’olezzo simile “a una prostituta ben cara”.

Con simili modelli educativi non vedo in che altri modi potrebbero crescere.

Commenti

  1. Beh questa notizia mi mancava. Concordo con le tue considerazioni.

    RispondiElimina
  2. Mi viene solo da dire ... che schifo!

    RispondiElimina
  3. Effettivamente questi personaggi non fanno bene affatto agli adolescenti di oggi...proprio ieri vedevo l'ultimo video di lady gaga...bleah...quella ragazza ha avuto secondo me qualche trauma...io però ci credo ancora nei ragazzi capaci di capire cosa è giusto e cosa è una ca**ata...mi sto illudendo? :-)

    RispondiElimina
  4. Quasi quasi ho nostalgia dei "paninari"!
    Sara

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Diversamente titolati

Premessa numero 1. Io non ho nessun tipo di pregiudizio legato al titolo di studio: conosco dei laureatissimi e pure masterizzati ignoranti come capre e persone che con un serale hanno fatto una mega carriera nella dirigenza di grosse aziende. Che, fra l'altro, mi hanno raccontato di ingegneri da 110 e lode che non sapevano da che parte rifarsi per svitare un bullone. Ognuno sa fare il suo, lo può avere imparato studiando o lavorando, e ognuno può essere un genio o un caprone, a prescindere. Ma soprattutto (premessa numero 2) io la penso così: Per capirsi, quando ho iniziato a sentirmi stretta nel posto in cui lavoravo, ho preso a cercare QUALSIASI lavoro mi desse la possibilità di non restare a casa disoccupata e mandai CV anche per fare le pulizie. Mi chiamarono con L'UNICA FINALITÀ di chiedermi se ero proprio sicura, perché "hai una laurea". Risposi che certo che ero sicura, che avevo bisogno di lavorare e che NONOSTANTE LA LAUREA ero perfettamente in grado