"Finalmente" sono giunta in possesso del libro che da tanto volevo leggere e da tanto inseguivo per le biblioteche: Acciaio di Silvia Avallone.
E qui una doverosa premessa. Il libro è ambientato a Piombino, una cittadina a pochi chilometri dal mio paesello. Quella delle acciaierie Lucchini è una realtà che conosco, direi molto indirettamente, ma la conosco. Purtroppo come al solito sono stata lontana da casa anche nel periodo in cui Acciaio è stato pubblicato e non ho potuto seguire bene la polemica sorta nei cittadini piombinesi che si sono ritenuti offesi dal romanzo. Prima ancora di conoscerne almeno un minimo la trama e collegando questo risentimento con il grande successo del libro, ho "dato ragione" a priori alla Avallone. Ho pensato che li avesse colpiti nel vivo, rivelando informazioni socialmente e umanamente toccanti sulla realtà delle acciaierie. Una realtà non semplice, è vero. Soprattutto in questi ultimi anni di crisi in cui si sono avvicendate anche delle compravendite, dei cambi di proprietà, delle chiusure di impianto.
MA:
già quando ho letto la trama e qualche commento su Anobii mi sono immaginata che era un libro tutt'altro che socialmente impegnato. Anzi.
Mi sono messa in testa quindi che lo volevo leggere comunque per rendermi veramente conto di cosa si stesse parlando ma che sicuramente non mi sarebbe piaciuto. Il fatto che però si parli di una realtà così vicina a me, me lo ha reso irresistibile.E ho anche cercato di allontanare il pregiudizio quando alla fine dell'inseguimento per le biblioteche (è sempre fuori!!!) mi sono arresa e ho prenotato (sborsando addirittura 50 centesimi).
Ebbene, alla pagina 52 si rilevano i seguenti stereotipi, esagerati fino all'inverosimile:
- 2 migliori amiche tredicenni-quasi-quattordicenni (cit.) che sfiorano la relazione lesbo
- gli spogliarelli delle suddette nel bagno con le finestre aperte per farsi vedere dai vicini che si masturbano guardandole
- la mamma comunista e il figlio berlusconiano
- il padre che guarda morbosamente la figlia, che la picchia e forse abusa di lei PERCHE' lavora alle acciaierie
- i tossici che si fanno in vena (roba che neanche ai tempi dei ragazzi dello zoo di Berlino
- il topo morto tra le case e il puzzo di urina
- la mente di qualche personaggio che funziona come l'altoforno, perchè lavora da sempre alle acciaierie e quindi non può che accadere così
- operai e famiglie che non sono mai usciti dalla Val di Cornia
- la ragazzina di 16 anni sposata in fretta e furia perchè incinta e il matrimonio che si è limitato a una festa con patatine coriandoli
- la bellezza delle due protagoniste descritta come in un romanzo softporno
- la sfigata di turno, loro coetanea, con tanto di sorella malata sulla sedia a rotelle. Sfigata brutta che odia le belle ma che sotto sotto vorrebbe essere come loro
- operai che succhiano anfetamine come fossero Tic Tac
- afa tremenda neanche fosse il Sahara. Perchè c'è l'altoforno.
- donne grasse e sudate
- frasi ad effetto messe dalla Avallone per far vedere che conosce le acciaierie, con termino tecnici che ci insegnavano anche alle medie a educazione tecnica.
E se a pagina 52 siam già messi così... Sono oltre 300 pagine!
o__O
RispondiEliminaE sì che quando avevo letto la trama da qualche parte mi era anche passato per la testa che, forse forse, avrei anche potuto leggerlo.
Mmmmm mi sa che avevo bevuto quando mi è passato quel pensiero per la testa ;)
mi sa che me lo levo dalla testa pure io!
RispondiEliminammmmm...che libro strano...aiuto!
RispondiEliminaInsomma allora i protagonisti si sono risentiti a giusta ragione!
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