Passa ai contenuti principali

Voglio farvi un regalo


Ma non parlarvi di Tiziano Ferro.
Ma farvi gli auguri in ritardo per la
festa della donna. E non ho fatto il collegamento a Wikipedia a caso. E' per ricordare che non è nata per andare a vedere omini gnudi e unti fare pietosi streap contornati da assatanate. La festa avrebbe un altro significato. Avrebbe. Ieri l'ho festeggiata per la terza volta nella mia vita, una cena semplicissima, perchè avevo voglia di stare con la Collega e abbiamo colto così l'occasione.
Però... però... la festa della donna mi pare che non abbia molto senso. Già. Siamo noi donne per prime a darci la zappa sui piedi, a fare del sessismo. Ed è per questo che voglio raccontarvi questa storia-regalo. Regalo perchè spero che passino di qui le MERDE che osano fare cose del genere e dia loro una piccola scossa alla coscienza. Perchè tanto lo so che ieri queste MERDE erano dagli omini unti con bracciate di mimosa.
C'era una volta una ragazza che alle lezioni universitarie sedeva sempre in prima fila. Ce n'era un'altra di ragazza che sedeva sempre nelle ultime, anche perchè arrivava tardi. E a volte la ragazza dell'ultima fila aveva pensato che quella della prima fosse stata un pò antipatica. Poi si conobbero e fra loro scoccò la scintilla, si cercavano per il pranzo, spettegolavano, si davano consigli sulla vita universitaria e su quella "reale", e finiti i corsi si mandavano email piene di faccette e bacini. Nell'ultima la ragazza della prima fila aveva raccontato all'altra di essere triste. Triste perchè tutto l'impegno e l'amore che aveva messo nel centro in cui ha fatto prima volontariato poi tirocinio se n'è andato a farsi benedire. A niente è valso aver organizzato delle attività, averle inventate, aver tenuto "buoni" un gruppo di bambini psicotici con un'abilità unica per una "novizia". No.
Ora al centro assumono ma lei, la ragazza della prima fila, non verrà assunta perchè "questo lavoro non corrisponde ai suoi progetti di vita", visto che ha avuto la malugurata (!) idea di progettarsi di sposarsi, facendo venire la paura al capo di un imminente pargolo e una maternità da pagare. State pensando che quello stronzo del capo dovrebbe essere colto seduta stante da un attacco di dissenteria possibilmente in una situazione in cui NON possa andare in bagno??? Già, peccato che lo stronzo sia in realtà unA stronzA. Una zitella di 40 anni. E inutile dirlo, le altre del centro sono tutte zitelle "rinvecchionnite", come direbbe mia nonna.
Finchè ci saranno degli episodi del genere secondo me la festa della donna sarà solo un'occasione per rubare la mimosa dai giardini.

Commenti

  1. ma che tristezza ... ci dovrebbe essere più solidarietà femminile, e invece nulla ... e per quanto riguarda il capo, mi spiace dirlo, ma è 1000 volte averlo uomo che donna ... ciao e buon lunedì

    RispondiElimina
  2. volutamente non ho parlato della festa della donna, me la son fatta scivolare addosso...

    però dei post che ho letto sull'argomento questo è quello più triste ma anche più terribilmente vero!

    RispondiElimina
  3. volutamente non ho parlato della festa della donna, me la son fatta scivolare addosso...

    però dei post che ho letto sull'argomento questo è quello più triste ma anche più terribilmente vero!

    RispondiElimina
  4. Posso persino raccontarti un fatto anche peggiore di questo quanto a "stronzaggine femminile sul lavoro". Una professoressa mi ha raccontato recentemente che quando iniziò a insegnare passò qualche tempo in un istituto di suore; ebbene, mi ha raccontato che le suore prima di assumere le professoresse chiedevano loro se intendessero sposarsi e avere figli e poi facevano firmare il famigerato foglio in bianco di "dimissioni". Le suore facevano tutto questo. E le suore provengono da quella matrice che esalta il "valore della famiglia" come un proclama regio da rispettare e osservare... e che si scaglia contro chi non si sposa.

    Da questo capisci tutto da sola!

    Non credo che io debba aggiungere altro, no??

    Sai, non è una cosa tanto strana che donne remino contro ad altre donne: è una cosa che mi manda fuori di testa! Non capisco perché spesso manchi comprensione e solidarietà tra di noi! E' certamente una cosa vergognosa e da cambiare se si vuole essere unite contro le discriminazioni cui andiamo incontro. Dobbiamo migliorare noi donne tutte per far migliorare la società!

    Però, io ammetto pure che se il sistema fosse stato sano, equo e giusto fin da subito... le donne non si sarebbero mai adeguate diventando stronze arpie senzacuore, come la donna del tuo racconto.

    E' tutto sbagliato dalle fondamenta, purtroppo. E solo ricostruendo le fondamenta si può migliorare tutto...

    RispondiElimina
  5. Io vorrei solo segnalare un libro che sto leggendo: "STREGHE- La riscossa delle donne d'Italia" di Lilli Gruber.
    E' un viaggio a 360 gradi sulla parità dei sessi (!) attraverso interviste a persone note e meno note, quasi tutte donne, solo qualche uomo...non dà un unico punto di vista (politico o religioso che sia), ma ci fa capire come mai qui in Italia le donne non riescono a fare la rivoluzione!

    P.S. Riguardo all'8 marzo, alla domanda di mia figlia (quasi 7 anni) sul perchè si festeggia la Festa della Donna io ho risposto con la verità. E vi assicuro che la cosa non l'ha lasciata indifferente....anche questo è un modo per cambiare le cose....dobbiamo trasmettere le verità che sappiamo ai nostri figli, non possiamo pensare che siano solo dei bei bambolotti finchè sono piccoli e poi non vedere l'ora che crescano perchè così ce la possiamo finalmente godere! E' nostra responsabilità educarli, far loro comprendere che con le loro idee e la loro volontà possono davvero cambiare qualcosa.
    Iniziamo a farlo anche noi.
    Fin da adesso!

    RispondiElimina
  6. @red non sei la prima a cui purtroppo lo sento dire...
    @federica: :(
    @silvia:senza fare di tutta un'erba un fascio perchè il buono e lo stornzo si trovano da tutte le parti, però non sono stupita del comportamento delle suore. ne è successa una da me da far rizzare i capelli sulla testa!
    @moma: hai ragione, e direi che ci vorrebbero più mome per far girare un pò meglio il mondo!!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Diversamente titolati

Premessa numero 1. Io non ho nessun tipo di pregiudizio legato al titolo di studio: conosco dei laureatissimi e pure masterizzati ignoranti come capre e persone che con un serale hanno fatto una mega carriera nella dirigenza di grosse aziende. Che, fra l'altro, mi hanno raccontato di ingegneri da 110 e lode che non sapevano da che parte rifarsi per svitare un bullone. Ognuno sa fare il suo, lo può avere imparato studiando o lavorando, e ognuno può essere un genio o un caprone, a prescindere. Ma soprattutto (premessa numero 2) io la penso così: Per capirsi, quando ho iniziato a sentirmi stretta nel posto in cui lavoravo, ho preso a cercare QUALSIASI lavoro mi desse la possibilità di non restare a casa disoccupata e mandai CV anche per fare le pulizie. Mi chiamarono con L'UNICA FINALITÀ di chiedermi se ero proprio sicura, perché "hai una laurea". Risposi che certo che ero sicura, che avevo bisogno di lavorare e che NONOSTANTE LA LAUREA ero perfettamente in grado