Passa ai contenuti principali

I primi ultimi


Oggi, mentre stendevo fischiettando (no, non è vero, perchè non so fischiettare, ma ci stava bene) una sfilza di calzini e mutande usciti di fresco dalla lavatrice mi sono messa a pensare. Non che solitamente non pensi e mi servano delle mutande profumate di marsiglia per farlo. E' che ho ad un tratto realizzato che quella probabilmente è stata l'ultima volta che ho usato quella lavatrice. A meno che non faccia la pipì a letto e debba lavare di nuovo le lenzuola. E, come dire, tutto ci sta. Ora, sia chiaro, non soffro di incontinenza ma dopo la cervicale e le terme io non mi stupisco più di nulla.
Ma comunque... Mi sono resa conto di botto che questo è l'ultimo mercoledì che passo qui, che ieri non avevo pensato che quello era l'ultimo martedì, e domani sarà l'ultimo giovedì.
Io sono una che in genere metabolizza gli addii in ritardo. Non mi metto a piangere, non mi rattristo, mi comporto come se ne infischiasse un bel nulla. Semplicemente perchè dentro di me qualcosa non se ne rende conto. Saluterò questa casa e chi ci abita come se nulla fosse, come se dovessi tornare la prossima settimana. Poi la malinconia mi prende, quando sono passati dei giorni, quando il mio cervello realizza l'accaduto, quando metabolizza il distacco.
Può darsi sia una forma di difesa. Chissà.
Domani faremo una cena per salutarci. Per me sarà "solo" una cena. Solo tra dieci o quindici giorni capirò che era l'ultima. Forse dovrei invitare anche Giuda per mettermelo in testa. Perchè dopo, quando inizio a sentire la mancanza, allora fa ancora più male. E' vero che di alcune cose ero veramente stufa, ma è anche vero che di molte altre non lo ero affatto.
Forse lo sto scrivendo per farlo sembrare più reale...
...
... Ammazza che detersivo potente!!!

Commenti

  1. io invece sono una che si fa mille pippe mentali... del tipo cazzo è l'ultimo mercoledì, giovedì e l'ultima cena (toccando ferro)... e alla fine mi rovino i momenti belli..

    buona notte ire, e stai tranquilla chhe questa non è l'ultima notte!! :D

    RispondiElimina
  2. allora mi sa che comunque si mette quando c'è un "ultimo" c'è da sospirare! :(

    RispondiElimina
  3. Credo che sia fisiologico, quasi, avere quel pizzico di nostalgia nel frangente in cui ti rendi conto che qualcosa sta per finire, qualcosa sta per cambiare... o no?! Almeno, a me fa questo effetto nostalgico!!!

    ... Ma... Che detersivo adoperi???!!!!

    ;-)))

    RispondiElimina
  4. Nei quasi 22 anni trascorsi ho scoperto di dare il meglio della mia "sensibilità" quando sono completamente da sola. Non vuol dire che quando sono con il resto del mondo non "sento" niente, ma semplicemente non esce fuori di me o ne esce una piccolissima parte, infinitesimale. Anche nel parlare di qualcosa che mi riguarda, sembra più che altro che parli di qualcuno che conosco più che di me stessa. Forse anche io sono una metabolizzatrice lenta... Non lo so bene.
    Ti auguro di goderti questi momenti e i loro ricordi senza troppa malinconia e con un sorriso.
    Ste

    RispondiElimina
  5. ahahahahah
    mi associo a Silvia...
    che detersivo usi?

    RispondiElimina
  6. anche io come te...me ne rendo conto dopo. però forse è meglio così. quando dici che non vuoi perderti neanche un momento degli ultimi giorni in un posto, poi va a finire che ti ricordi solo l'ansia.

    RispondiElimina
  7. Io invece sono triste il vero e proprio ultimo giorno, ma poi non sono una di quelle che sta li giorni e giorni a rimpiangere i momenti passati, un mio amico una volta mi ha detto: " un addio è necessario per potersi rincontrare".

    RispondiElimina
  8. Anche io sono un pó per fare cerimonie. Prendere foto. Cosí poi rimane il ricordo.

    RispondiElimina
  9. Scusa ma dov'è che vai?? E perchè vai?? mi sa che ho perso qualche post...

    RispondiElimina
  10. Credo che dentro di te la consapevolezza dilaghi solo che in qualche modo cerchi di nasconderla a te stessa.

    RispondiElimina
  11. ma è stupendo così. no? andrai via e, dopo un po' comincerai a fare l'elenco dei lati positivi dell'essere lontana da casa... forma di difesa o no, è una cosa bellissima così. ma per daVero, eh.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Gli strati della lasagna

Ho letto in diverse recensioni che Coliandro piace perché è uno di noi . Indubbiamente, con quell'aria da eterno sfigato, è molto più umano e "reale" di tanti poliziotti eroi che si vedono in tv. Non è difficile, come avevo già scritto, ritrovare un po' della nostra vita nella sfortuna e nella voglia di rivalsa coliandresche. Soprattutto se si è diversamente occupati. In fondo anche Coliandro lo è. In questa serie oltretutto ha fatto pochissime cazzate, ha preso pure un encomio, eppure è ancora relegato a tappare buchi negli uffici più sfigati del commissariato. Certo, è pur sempre una fiction e i Manetti Bros non sono i soliti registi che costruiscono una storiella così, già vista e sentita, scontata e piatta. I Manetti Bros hanno dei picchi di genialità unici. Roba trashissima. A volte i loro cattivi sono talmente malvagi e sopra le righe da risultare quasi caricature pulp. Ricordo un dj Francesco tossicomane e psicopatico che ciao. Nell'ultima puntata andata