Passa ai contenuti principali

I cavalieri del XXI secolo

Poco fa, sul treno, mi sono alzata e mi sono piazzata davanti la porta in attesa che il treno si fermasse per scendere.
Dallo scompartimento è uscito un ragazzo molto molto carino. Dalle mie parti si dice un tronco di fio. Ha quelle caratteristiche che agli occhi di una ragazza possono sembrare segni inequivocabili dello status di principe azzurro, o cavaliere, che dir si voglia.
Ecco l'amico cavaliere mi ha spintonato per passarmi davanti e uscire prima di me.
Ma se la cavalleria è morta, anche noi donne non siamo più madamigelle che aspettano il principe filando la lana.
Infatti gli ho reso la spallata e sono passata prima io!

Commenti

  1. era solo un tronco o come si dice dalle mie parti "scemo tronco!"
    Sara

    RispondiElimina
  2. Ma guarda te! Ti cascano subito le braccia...hai fatto bene a farti valere!

    RispondiElimina
  3. quanta fretta che aveva!frase fatta in arrivo...non ci sono più i ragazzi di una volta...o perlomeno sono in via di estinzione

    RispondiElimina
  4. hai fatto bene!Avresti anche potuto urlargli,in un revival Carry Bradshow:"You're so busy..SO BUSY!!!
    (ovviamente questa la capiscono solo quelli che seguivano sex'n' the city..)

    RispondiElimina
  5. Bravissima!!! Dobbiamo farci rispettare! Sui treni se ne incontrano di maleducati. Dico: ma non vedi che ho difficoltà con la valigia e che sono un metro e un po' e non ci arrivo, mi vuoi aiutare si o no? Altro che principi azzurri! Il mondo ormai è tutto rosa! W le donne

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Diversamente titolati

Premessa numero 1. Io non ho nessun tipo di pregiudizio legato al titolo di studio: conosco dei laureatissimi e pure masterizzati ignoranti come capre e persone che con un serale hanno fatto una mega carriera nella dirigenza di grosse aziende. Che, fra l'altro, mi hanno raccontato di ingegneri da 110 e lode che non sapevano da che parte rifarsi per svitare un bullone. Ognuno sa fare il suo, lo può avere imparato studiando o lavorando, e ognuno può essere un genio o un caprone, a prescindere. Ma soprattutto (premessa numero 2) io la penso così: Per capirsi, quando ho iniziato a sentirmi stretta nel posto in cui lavoravo, ho preso a cercare QUALSIASI lavoro mi desse la possibilità di non restare a casa disoccupata e mandai CV anche per fare le pulizie. Mi chiamarono con L'UNICA FINALITÀ di chiedermi se ero proprio sicura, perché "hai una laurea". Risposi che certo che ero sicura, che avevo bisogno di lavorare e che NONOSTANTE LA LAUREA ero perfettamente in grado