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Ora basta!

Sembrava quasi fatta. A fronte di altre 2 persone in aspettativa, mi era stato prospettato un allungamento di contratto (negativo) ma in full time (superpositivo).
Ci avevo davvero sperato e creduto. Me lo meritavo, cazzo. Non mi meritavo, non più di altri, di trovare il lavoro appena finito il tirocinio. Ma a questo punto me la meritavo una gratificazione del genere. Una promozione, diciamo. Anche perché col part time da fuori-sede ci vado praticamente pari.
E invece no.
É andata che l'ultima proposta è solo il prolungamento. Niente soldini in più. Ho un lavoro che mi impegna come un full time, perché sono stata così cogliona da dichiararmi disponibile a qualsiasi orario, purché mi lasciassero il venerdì pomeriggio libero e così il mio orario è un'accozzaglia di ore che non mi permette di prendere nessun altro tipo di impegno. E ovvio, il venerdì lavoro 3 ore. Al pomeriggio.
Ma ora basta.
Ieri presa in contropiede ho detto che andava bene, anche se ho mostrato il mio scontento. Dopo una notte insonne la decisione già meditata ieri ha preso ulteriormente campo. No, belli miei, io questa proposta non l'accetto.
Questo no in qualche modo lo pagherò, ma questo episodio è stato la goccia, anzi no, la cascata che ha fatto traboccare il vaso. E va bene che per lavorare si devono accettare dei compromessi ma quando è troppo è troppo. Stavolta non sarò solo io a pagare.
Mi autocito da facebook.
Non è andata come speravo, ma non andrà nemmeno come sperano loro.

Commenti

  1. hai fatto bene: a tutto c'è un limite!

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  2. Ma dai, che pacco! Istintivamente ci viene sempre di dire sì, ma riflettendo fai benissimo a ribellarti...qui si esagera!

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  3. purtroppo siamo sempre sotto ricatto: il lavoro non si trova e spesso siamo disposti a tutto per averne uno. Ma ovviamente ogni cosa ha un limite e la gavetta non può avere tempo illimitato! Poi sicuramente prima di tutto viene la nostra serenità... Brava Ire!

    Vale

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  4. @tutt'e 3:avete colto nel segno, è l'aver passato ogni limite di decenza ad avermi portato all'esasperazione. Ho vissuto momenti che mi facevano pensare al mobbing perché ogni errore era mio (adesso con una divisione dei compiti diversa cercano di cogliermi in fallo ma non ci riescono!). Mi hanno attaccata in ogni modo, ma non perché sono io in quanto Irene ma perché incarno un modo di stare al mondo totalmente diverso da quello che concepiscono loro! Ho sopportato in nome del lavoro ma come il lavoro è a tempo determinato così lo è stata la mia pazienza!

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