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Coccole, piadine e friggi-friggi

In cucina sono una di quelle che tra i banchi di scuola  si definirebbe “è intelligente ma non si applica”.
Se mi ci metto so fare piatti un pelo più elaborati dell’aglio oglio e peperoncino e la fettina alla piastra. Però raramente sono invogliata a fare lo “sforzo in più” quando mi metto ai fornelli.
Il perché di questo rifiuto lo si può attribuire a tante cose, per prima cosa al fatto che spesso mettersi a cucinare pranzi e cene pantagruelici per una sola persona è un po’ deprimente, o almeno io lo trovo così.
Però il vero e unico motivo è il mio trauma infantile, di cui spesso parlo ma che non ho ancora superato. Il FRIGGI FRIGGI.   
Quel meraviglioso giocattolo che Babbo Natale non mi ha mai portato in dono.
Ultimamente però la troppa mancanza di casa che sento mi spinge a coccolarmi un pochino, nei tempi e negli spazi. E nelle papille gustative. Cucinarmi qualcosa che non sia pasta al burro mi fa sembrare di non lasciarmi andare alla tristezza e all’inedia.
Lo scorso sabato sono passata in pescheria e mi sono cucinata degli ottimi gamberetti, in bianco, col battuto di prezzemolo e aglio, i miei preferiti. E la domenica mi sono data alla ricetta romagnola per eccellenza: la piadina.
Credo che ci siano un numero infinito di ricette e varianti, la ricetta che ho usato io me l’ha passata una mia ex compagnia di università che viveva in un monolocale di una coppia di vecchini romagnoli doc e la signora spesso le faceva lezioni di cucina per tenerle compagnia.
Ingredienti:
1 kg di farina (io ho usato la farina 0)
2 cucchiai di strutto
Una bustina di lievito per dolci Pane degli Angeli
2 cucchiaini di sale
Acqua tiepida QB
Io ovviamente ho ridimensionato il tutto (ho diviso per 3 e ho ottenuto 7 piadine sottili).
Si fa la classica fontanella di farina, si aggiungono lo strutto, il sale e il lievitino, mescolando con l’acqua aggiunta un po’ alla volta (e caldina, sennò lo strutto non si scioglie!). Si lavora fino ad ottenere un impasto morbido e si lascia riposare almeno una mezzoretta, che con quel rimestio si sarà pure stancata questa piadina!
Dopo si fanno delle palline, si spianano con il mattarello e si cuociono… Lì viene il problema, perché sia con la bistecchiera, sia con la padella antiaderente ci sono dei problemi logistici. Però non credo che tutti abbiano in casa la piastra da piada, quindi tocca arrangiarsi!
La mia riuscita è stata abbastanza buona ma un po’ azzima, non avendo aggiunto niente di lievitante, perché non mi andava di comprare il Pane degli Angeli per usarlo una mezza volta e perché ho pensato troppo tardi che avrei potuto aggiungere un pizzichino di bicarbonato. Vabbè. Forse mercoledì ci riprovo e vediamo che ci tiro fuori.
(Versione alternativa sperimentata: aggiungere sesamo, lino e semi di papavero all’impasto. Risultato: gustosissimo!)
PS: il computer ha ancora seeeerissimi problemi, mi sono collegata per miracolo, quindi non so ogni quanto mi farò viva!

Commenti

  1. vuoi che ti dica una cosa... ma non mi odiare! io ce l'avevo ma non sapevo si chiamasse così, l'ho riconosciuto dalla foto... in realtà ce l'ho ancora!

    Sarà a forza di friggere hamburger e wurstel che sono diventata vegetariana? ;)

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  2. Posso venirti a trovare così ci gioco?

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  3. Uhm, io non me lo ricordo nemmeno quel gioco .. sarà che già da bambina preferivo mangiare che cucinare? ;)

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  4. ahhhh il friggi friggi!!!che bello!

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