Dopo l'innamoramento con Perle ai porci, e in attesa di leggere Perle (lo sapete ormai, io non compro nuove uscite, aspetto pazientemente l'edizione economica e/o l'arrivo in biblioteca), il caso ha voluto che trovassi finalmente due testi che desideravo leggere da parecchio. Tutti e due sulla scuola, guarda caso nel mese di settembre!
Il primo è "La classe fa la ola mentre spiego". Credo che tutti lo abbiate sentito nominare. E' una raccolta di note trovate sui registri italiani, a quanto pare autenetiche. Questo è quello che ho scritto su anobii:
Sono finalmente entrata in possesso di questo libretto, che da tempo puntavo, e che, dentro di me, avevo classificato come divertentissimo. Diciamo che come spesso accade le aspettative fregano un pò.
Sì, sicuramente raccogliere le note disciplinari più strambe è un'idea originale e potenzialmente assai spassosa. Però diciamolo: quelle realmente da ridere sono poche: le più denotano lo stato di maleducazione allucinante di questi ragazzini che vengono su adesso (e a volte anche i professori sconcertano un pò) e altre non sanno veramente di nulla.
Qui aggiungo che mi è dispiaciuto aver dovuto riportarlo in biblioteca in fretta e furia perchè mi avrebbe fatto piacere ricopiarmi quelle più buffe. Però non cambia il giudizio, purtroppo non era così divertente.
Il secondo libro è La scuola raccontata al mio cane, di Paola Matrocola. Diciamo che la parola cane ha fatto il più. Leggendo il retro di copertina avevo capito che in fin dei conti il cane era solo un espediente per raccontare la scuola, però pensavo che fosse una cosa più "giocosa", più ironica, più favoleggiata. Non so. Fatto sta che non l'ho nemmeno ultimato.
Ecco cosa ho scritto su anobii.
Non è un pessimo libro. La scrittura è anche chiara e piuttosto scorrevole.
Ma è incredibilmente prolisso. Sono fuori dalla scuola (come "utente") da ormai quasi 10 anni e sicuramente non la so e non la posso veramente giudicare. E quel poco che mi arriva all'orecchio mi basta per farmi una pessima idea dei cambiamenti che ci sono stati.
Ma sicuramente demonizzarli non aiuta nessuno.
E la Mastrocola lo fa, rimanendo attacca alla sua vechia realtà da vecchia insegnante. Non mi è piaciuto il modo di esporre le idee, che magari sono pure giuste, tutto qui.
Comunque, parliamoci chiaro, di tutti i miei professori di liceo, quelli che portavano onorevolmente questo titolo si contavano sulle dita di una (mezza?) mano. Gli altri erano imbecilli acculturati. Sapere la Divina Commedia a memoria e saperla commentare a occhi chiusi versetto per versetto non significa che sei un buon prof ma solo un esaltato o uno che l'ha spiegata da 30 anni sempre nello stesso modo. Un bravo prof é quello che fa nascere l'entusiasmo per l'argomento nei suoi allievi. E pazienza se alle volte non sa rispondere alle domande o ha dei dubbi. La conferma di ció é che appena vedo latino, filosofia, letteratura italiana (eccetto fantascienza che non veniva infatti degnata di uno sguardo) e via dicendo mi vien la nausea e passo oltre a fare altro. Questo il risultato di tanti bravi insegnanti...
RispondiEliminaP.S.: specialmente oggi il prof deve essere prima di tutto psicologo e capire il perché uno studente non é interessato. Capire come interessarlo o almeno far sí che non disturbi la classe. Le nozioni di base del prof le diamo per scontate.
RispondiEliminaE poi una cosa che mi faceva imbestialire erano certi cretini che giudicavano la preparazione sempre allo stesso modo. Quelli "bravi e simpatici" prendevano 8 se erano preparati e 6 se non sapevano un c**o. Quelli non preparati prendevano 6-- quando sapevano e 4 quando facebano scena muta. Complimenti all'imparzialitá!!
La "squola" è cambiata moltissimo...e per niente al mondo vorrei trovarmi nei panni dei professori di oggi...io ho comprato un altro libro di Federica Bosco "L'amore non è per me"...mi era piaciuto il suo modo di scrivere e, approfittando di un super sconto al centro commerciale, ho comprato questo nuovo suo libro...ti saprò dire...
RispondiEliminaquello della ola l'avevo regalato ad un'amica... secondo me è uno di quei libri che vanno prese a pillole, tipo da sfogliare in libreria, leggerne un paio ridere e passare oltre... se no caricano di malinconia!
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