Passa ai contenuti principali

L'abito e il monaco


Io, forse perchè sono una persona pratica e concreta, amo vestirmi comoda. Almeno per "tutti i giorni", poi mi metto un pò più in tiro (ma poco) quando esco nel week end o in occasioni speciali.
Diciamo che vesto CASUAL. Nel senso che apro l'armadio e indosso le cose in modo (per dirla alla Bennato) puramente ca-ca-ca-CASUALe.
Non è che vado in giro come una stracciona, non esageriamo, però nemmeno mi trucco di tutto punto per andare sotto cosa a buttare la spazzatura. E si sappia, questo esempio non è fatto a caso.
Insomma ieri sera dopo un mix di notte insonne-sveglia troppo presto-giornata stancante vado in agenzia di viaggio per fare un biglietto del treno. Vestita con piumino, jeans e scarpe da tennis. Normale, insomma. Dovevo dare degli spiccioli ma li avevo disseminati nelle tasche, nel borsello e nel portamonete e in tutto questo rigirio mi ero sbagliata di 50 centesimi. La tipa mi fa notare gentilmente che mancavano. L'altra mi guarda come avessi appena tirato fuori una pistola urlando "Tira fuori i soldi". Saldo il mio debito scusandomi, mi alzo dalla sedia e la seconda tipa mi fissa come se fossi stata l'ultima degli accattoni.
Stamattina vado in banca. Di nuovo jeans, piumino e scarpe da tennis, oltretutto diluviava. Ci sono 2 impiegati e nessuno in fila ma com'è come non è mi fanno aspettare 10 minuti nonostante non facciano nulla di importante (chiaccherano fitto fitto a voce bassa) e io dia segni d'impazienza. Poi mi riceva l'impiegata, tuuutta elegante e truccata non esattamente come un'impiegata di banca. "Dovrei riscuotere questo assegno" e lei,guardandomi schifata, "Guarda eh, che devo averci il conto nella banca per ritirarlo... Te non ce l'hai, non è vero?" (Oh cielo) "No". "Ecco. Allora guarda, vai a parlare con il responsabile"
Ecco, allora scendi dai tacchi a spillo e vai affanculo!

Commenti

  1. anche io sempre molto CASUALe...

    mi è capitato qualche settimana fa di prendere un treno dove c'erano tantissime ragazzine uscite da scuola. ragazzine di 15 16 anni. ti giuro che mi son sentita un'aliena. quella meno truccata credo avesse il colore di obama!

    RispondiElimina
  2. Scusa a me il tuo look non sembra male, allora se vedono me cosa dicono? Mai trucco, sempre scarpe a tennis o anfibi, pantaloni per parare il freddo e piumino stesso genere...Per fortuna il mio lavoro si addice al mio modo di essere: rigorosamente tuta e scarpe da tennis ogni giorno.

    RispondiElimina
  3. Brava...ottimo finale..ma perché certe persone sono così stupide?

    RispondiElimina
  4. come dice la pubblicità la mia banca è differente, ma lo sono anche io, ti assicuro che al vaffanculo il direttore sarebbe cascato dalla sedia e sarebbe venuto giù da solo.
    Baci e fregatene che sei bellissima casual, poverette quelle che se non si tirano a lucido fan cagare.

    RispondiElimina
  5. Mi ero perso questo post ^_^

    Eh, direi che puoi continuare cosí... quelli con casi psichiatrici.
    ;-)

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Diversamente titolati

Premessa numero 1. Io non ho nessun tipo di pregiudizio legato al titolo di studio: conosco dei laureatissimi e pure masterizzati ignoranti come capre e persone che con un serale hanno fatto una mega carriera nella dirigenza di grosse aziende. Che, fra l'altro, mi hanno raccontato di ingegneri da 110 e lode che non sapevano da che parte rifarsi per svitare un bullone. Ognuno sa fare il suo, lo può avere imparato studiando o lavorando, e ognuno può essere un genio o un caprone, a prescindere. Ma soprattutto (premessa numero 2) io la penso così: Per capirsi, quando ho iniziato a sentirmi stretta nel posto in cui lavoravo, ho preso a cercare QUALSIASI lavoro mi desse la possibilità di non restare a casa disoccupata e mandai CV anche per fare le pulizie. Mi chiamarono con L'UNICA FINALITÀ di chiedermi se ero proprio sicura, perché "hai una laurea". Risposi che certo che ero sicura, che avevo bisogno di lavorare e che NONOSTANTE LA LAUREA ero perfettamente in grado