Premessa numero 1. Io non ho nessun tipo di pregiudizio legato al titolo di studio: conosco dei laureatissimi e pure masterizzati ignoranti come capre e persone che con un serale hanno fatto una mega carriera nella dirigenza di grosse aziende. Che, fra l'altro, mi hanno raccontato di ingegneri da 110 e lode che non sapevano da che parte rifarsi per svitare un bullone. Ognuno sa fare il suo, lo può avere imparato studiando o lavorando, e ognuno può essere un genio o un caprone, a prescindere.
Ma soprattutto (premessa numero 2) io la penso così:
Per capirsi, quando ho iniziato a sentirmi stretta nel posto in cui lavoravo, ho preso a cercare QUALSIASI lavoro mi desse la possibilità di non restare a casa disoccupata e mandai CV anche per fare le pulizie. Mi chiamarono con L'UNICA FINALITÀ di chiedermi se ero proprio sicura, perché "hai una laurea". Risposi che certo che ero sicura, che avevo bisogno di lavorare e che NONOSTANTE LA LAUREA ero perfettamente in grado di fare il lavoro che offrivano. Risultato?! Mai più sentiti.
Con questi chiari di luna, la laurea pare essere un handicap, un titolo che è bene nascondere e di cui vergognarsi. Ma nel mondo al rovescio che stiamo vivendo, c'è chi i titoli se li attribuisce da sé e ne fa pure un vanto. Io ne ho conosciuti per certo un paio, ma chissà. Magari sono di più, io solitamente quando conosco qualcuno non è che chiedo il curriculum, le referenze e la copia dei titoli di studio.
Però ricordo, quando ero tirocinante, di una certa dottoressa Pippa Pipponi. Aveva una montagna di incarichi, in tante discipline sanitarie diverse. Mi capitavano sempre sotto mano i documenti dei suoi progetti, sempre firmati dalla DOTTORESSA Pippa Pipponi, e ammiravo la sua ecletticità. Tanto che alla fine ho chiesto "ammazza, ma quante lauree ha la Pipponi, fa la psicologa, la fisioterapista, la musicoterapeuta..." La risposta: "Ah ma mica è laureata. Fa tanti progetti perché nelle associazioni la conoscono tutti, e per darsi un tono si firma dottoressa".
È stata quella la prima volta che ho capito di aver fatto una cazzata a studiare.
Anni dopo, mi sono trovata a inventare, scrivere e gestire un progetto. Però formalmente il responsabile era un altro. Uno che non capiva niente, ma proprio niente. Con lui ho avuto le conversazioni più frustranti della mia vita lavorativa. Anche lui si definiva con un titolo di cui si può fare sfoggio solo con il titolo accademico. Ma era IMPOSSIBILE che con quei pochi neuroni fosse stato in grado di superare la quinta elementare. E infatti avevo sbagliato di poco, perché era fermo alla terza media.
Facciamo una cosa allora, se proprio ci tenete: facciamo scambio scambiotto. Io vi cedo la mia laurea, così poi riesco finalmente a fare il lavoro dei miei sogni!
Ma soprattutto (premessa numero 2) io la penso così:
Per capirsi, quando ho iniziato a sentirmi stretta nel posto in cui lavoravo, ho preso a cercare QUALSIASI lavoro mi desse la possibilità di non restare a casa disoccupata e mandai CV anche per fare le pulizie. Mi chiamarono con L'UNICA FINALITÀ di chiedermi se ero proprio sicura, perché "hai una laurea". Risposi che certo che ero sicura, che avevo bisogno di lavorare e che NONOSTANTE LA LAUREA ero perfettamente in grado di fare il lavoro che offrivano. Risultato?! Mai più sentiti.
Con questi chiari di luna, la laurea pare essere un handicap, un titolo che è bene nascondere e di cui vergognarsi. Ma nel mondo al rovescio che stiamo vivendo, c'è chi i titoli se li attribuisce da sé e ne fa pure un vanto. Io ne ho conosciuti per certo un paio, ma chissà. Magari sono di più, io solitamente quando conosco qualcuno non è che chiedo il curriculum, le referenze e la copia dei titoli di studio.
Però ricordo, quando ero tirocinante, di una certa dottoressa Pippa Pipponi. Aveva una montagna di incarichi, in tante discipline sanitarie diverse. Mi capitavano sempre sotto mano i documenti dei suoi progetti, sempre firmati dalla DOTTORESSA Pippa Pipponi, e ammiravo la sua ecletticità. Tanto che alla fine ho chiesto "ammazza, ma quante lauree ha la Pipponi, fa la psicologa, la fisioterapista, la musicoterapeuta..." La risposta: "Ah ma mica è laureata. Fa tanti progetti perché nelle associazioni la conoscono tutti, e per darsi un tono si firma dottoressa".
È stata quella la prima volta che ho capito di aver fatto una cazzata a studiare.
Anni dopo, mi sono trovata a inventare, scrivere e gestire un progetto. Però formalmente il responsabile era un altro. Uno che non capiva niente, ma proprio niente. Con lui ho avuto le conversazioni più frustranti della mia vita lavorativa. Anche lui si definiva con un titolo di cui si può fare sfoggio solo con il titolo accademico. Ma era IMPOSSIBILE che con quei pochi neuroni fosse stato in grado di superare la quinta elementare. E infatti avevo sbagliato di poco, perché era fermo alla terza media.
Facciamo una cosa allora, se proprio ci tenete: facciamo scambio scambiotto. Io vi cedo la mia laurea, così poi riesco finalmente a fare il lavoro dei miei sogni!
Veramente brutto che il mondo sia così alla rovescia e capitino queste cose. Va avanti chi, invece dei titoli di studio, sa imbrogliare bene il prossimo e ha tanta faccia tosta. Non mollare !! Saluti.
RispondiEliminaLa faccia tosta non si mette sul curriculum ma è la cosa che conta di più.
Eliminache triste realtà!!! io non sono laureata ma ho un diploma di scuola superiore, lavori ne ho sempre trovati, ma erano altri tempi e se ci si dava da fare si trovava, poi ho anche vinto 2 concorsi (e lavoro sicuro quindi) ma nel 2002 mi sono licenziata, ora ho un lavoro precario ma sono + contenta! vedi la vita a volte eh?
RispondiEliminaÈ vero, non è detto che il luogo di lavoro "ideale" corrisponda poi alla serenità!
EliminaNon scoraggiarti. il mondo è alla rovescia soprattutto perché chi è dalla parte del giusto tende a gettare la spugna più facilmente. vai dritta per la tua strada a testa alta e sii fiera di ciò che sei e di quel che sai!
RispondiEliminaLa spugna l'ho gettata anche io perché ne valeva della mia salute psichica e fisica. Diciamo che non è che molliamo più facilmente ma perché dalla parte "sbagliata" c'è veramente troppa gente e il numero stavolta fa la differenza.
EliminaEsatto, un mondo alla rovescia! Poi però i risultati si vedono.
RispondiEliminaPAROLE SANTE Sara!
EliminaIo la mia laurea non la cedo neanche sotto tortura, mi sono fatta un culo, ma un culo per averla.
RispondiEliminaSono quello che sono, per la laurea e per tutto il resto appresso.
Non è il titolo, ma il processo che ti porta ad averlo a fare la differenza.
Ed io a questa differenza ci tengo.
Non mi piego e non mi spezzo.
Giusto, concordo sul fatto che il processo faccia la differenza. Almeno per chi se l'è faticata!
EliminaUna laurea costa fatica e impegno, a meno che qualcuno non te l'abbia regalato o che abbia avuto modo di "comprarla" in qualche modo.
RispondiEliminaAvere una laurea in sé implica, per chi sa capirlo e apprezzarlo, una costruzione di sé un po' diversa da chi non ce l'ha. Ovviamente non è per tutti la stessa cosa perché un idiota con la laurea è pur sempre un idiota.
Anzi, è peggio perché si sente pure titolato per fare l'idiota. Non a caso gli idioti a quanto pare se lo affibbiano anche quando non ce l'hanno il titolo!
EliminaOggigiorno è facile trovarsi sotto occupati. Svolger mansioni inferiori alle nostre capacità e titolo di studio. Però quest'ultimo ce lo siamo conquistati sul campo e, comunque, è la nostra ricchezza personale. La mia laurea in giurisprudenza mi ha aiutato a capire tante cose, tanti meccanismi affatto scontati. Non la cederei per nulla al mondo... anche se in ufficio son l'ultima ruota del carro.
RispondiEliminaAh non ti dico io con psicologia quanti meccanismi scopro! Forse ce lo avevo di indole perché ho sempre osservato le persone... Ma credo che gli studi mi abbiano dato una marcia in più!
EliminaIl primo a chiamarmi dottoressa fu il fotografo della discussione della tesi "Dottoressa le ho fatto le foto" e me le ha vendute ad un prezzo da strozzino.
RispondiEliminaDa lì ho notato che chiunque mi abbia chiamato dottoressa in questi anni in qualche maniera voleva fregarmi.
...sarà stato un caso eh!
Ti ha lisciata per farti sentire importante e poi te lo ha messo in quel posto.
Elimina"Ma era IMPOSSIBILE che con quei pochi neuroni fosse stato in grado di superare la quinta elementare. E infatti avevo sbagliato di poco, perché era fermo alla terza media."
RispondiEliminaStavo cadendo dalla sedia per il troppo ridere. Poi mi è venuto da piangere ma va beh.
Secondo me è un Trota de noartri e ha comprato pure la terza media.
EliminaMa qual è il lavoro dei tuoi sogni?
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