Essere diversamente occupati e poter stare dietro alla propria salute non vanno di pari passo. Sorvoliamo sui tempi di attesa per una visita:vanno talmente in là coi mesi che tu non puoi neanche lontanamente immaginare se in quel momento lavorerai e, se sì, se potrai prenderti una mezza giornata per curarti. Accetti la data e quasi speri di rimanere sufficientemente disoccupata per non mancare la visita per l'ennesima volta. Poi pensi che la disoccupazione ti causa travasi di bile e ulcera e quindi che avrai di nuovo bisogno della visita di un medico.
Un loop infinito.
Ma la diversa occupazione incide negativamente anche su altri aspetti della cura del nostro organismo. Sto parlando di mantenere una certa regolarità. E ci siamo capiti.
Essere diversamente occupati significa, in molti casi, non avere orari e luoghi certi in cui sai che puoi essere tranquillo per fare quello che certe volte tocca fare. Ho già forse raccontato di quel periodo che passavo tipo 10 ore fuori casa, lavorando due ore qua e un'ora là, facendo la bellezza di 4 lavori in uno stesso giorno. Una mia ex collega invece scherzava affermando di avere l'ufficio in macchina. Poi ho visto la macchina e ho capito che non era uno scherzo e che senz'altro il suo ufficio non era dotato di servizi igienici.
Mi si può appuntare che anche chi lavora su turni potrebbe aver difficoltà a mantenere una naturale regolarità. Indubbiamente chi lavora da turnista non ha vita facile, ma se ha un lavoro NORMALE dopo le sue otto o sei ore, qualsiasi siano, se ne può andare a casa a farsi gli affari propri. Un diversamente occupato è come un turnista che quando esce da lavoro si deve affannare per cercarne un altro, per arrotondare, per farsi un altra possibilità, per cercare un'altra strada.
E solo alla fine, se ha tempo, un gabinetto.
(Si sa che fare l'artista non è propriamente un lavoro stabile. Facciamoci due domande sul perché Piero Manzoni l'abbia fatta in un barattolo)
Un loop infinito.
Ma la diversa occupazione incide negativamente anche su altri aspetti della cura del nostro organismo. Sto parlando di mantenere una certa regolarità. E ci siamo capiti.
Essere diversamente occupati significa, in molti casi, non avere orari e luoghi certi in cui sai che puoi essere tranquillo per fare quello che certe volte tocca fare. Ho già forse raccontato di quel periodo che passavo tipo 10 ore fuori casa, lavorando due ore qua e un'ora là, facendo la bellezza di 4 lavori in uno stesso giorno. Una mia ex collega invece scherzava affermando di avere l'ufficio in macchina. Poi ho visto la macchina e ho capito che non era uno scherzo e che senz'altro il suo ufficio non era dotato di servizi igienici.
Mi si può appuntare che anche chi lavora su turni potrebbe aver difficoltà a mantenere una naturale regolarità. Indubbiamente chi lavora da turnista non ha vita facile, ma se ha un lavoro NORMALE dopo le sue otto o sei ore, qualsiasi siano, se ne può andare a casa a farsi gli affari propri. Un diversamente occupato è come un turnista che quando esce da lavoro si deve affannare per cercarne un altro, per arrotondare, per farsi un altra possibilità, per cercare un'altra strada.
E solo alla fine, se ha tempo, un gabinetto.
(Si sa che fare l'artista non è propriamente un lavoro stabile. Facciamoci due domande sul perché Piero Manzoni l'abbia fatta in un barattolo)
Che dire, non c’è limite alla creatività, alla fantasia, alll’idiozia...
RispondiEliminaSerena giornata.
sinforosa
Eh, lo capisco.
RispondiEliminaIl top sarebbe avere regolarità di mattina (prima di uscire) o la sera (dopo essere rientrati)^^
Moz-
Ti capisco, io ho il tuo stesso problema a causa del mio lavoro : non posso lasciare i bambini incustoditi per andare in bagno !!! Ciao
RispondiEliminaVeramente un post inaspettato....😉beh sono anche questi problemi...quotidiani!!
RispondiEliminagli stitici diversamente occupati invece non hanno questo problema: tanto non riescono a lasciarsi andare da nessuna parte... manco con il posto fisso! ;)
RispondiEliminaPer certi versi ti capisco perchè mi è successo con le lezioni in facoltà -.- un anno avevo degli orari assurdi (un giorno iniziavano alle 8 e il giorno dopo avevo lezione solo il pomeriggio, ma il giorno dopo ancora lezione alle 10 e così via ) e il mio intestino ne ha risentito!!
RispondiEliminaChe poi, anche nel caso in cui a lavoro/scuola/uni venga lo stimolo, non è facile riuscire a espletare i propri bisogni quando nella porta a lato c'è qualcun altro! :(
I tempi del lavoro, non sono i tempi naturali.
RispondiEliminaAhahah! io faccio l'educatrice di Nido e una volta, anni fa, un nonno mi chiese se avremmo educato la sua nipotina a fare la cacca in orari precisi. Alla mia espressione esterefatta aggiunse: "a me lo insegnarono, da piccolo". Ecco, adesso, anche qualora avessi insegnato alla sua nipotina, che ormai è diventata una ragazza, a farla sempre al medesimo orario, e se la medesima ragazza facesse una vita analoga alla tua, le mie fatiche (che sarebbero state inenarabbili, presumo) sarebbero state inutili! Un abbraccio e a auguri al tuo colon
RispondiEliminaMa soprattutto qualcuno avrà comprato la merda d'artista in scatola?
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