Passa ai contenuti principali

Anno nuovo, Italia vecchia

Fonte: targatocn
.it
Insomma, mi sembrava di aver trovato un ambientino caruccio in cui lavorare, motivazione che mi faceva indorare molto la pillola del dover fare un lavoro che non è esattamente il più elettrifrizzante del mondo.
Mi hanno trattata benone e hanno trovato sempre il modo di farmi fare delle ore in più. Mi aveva fatto illudere che prima o poi sarei entrata un po' meno da diversamente occupata. Perché, e così mi è stato detto da loro stessi, "se vogliono far entrare qualcuno il modo lo trovano".

E infatti.

New entry neoassunto, volto noto perché visto in tutti i posti laddove occorre uno spintone per entrare, eccotelo fregarmi da sotto agli occhi tutte quelle belle ore che fino a ieri facevo io.

Anno nuovo, niente di nuovo. L'Italia è questa e temo non ci si possa far nulla.

Commenti

  1. Mi spiace, per te e per tutti quei giovani che sono nella tua situazione !!! sembra proprio che questa Italia abbia ben poco da offrire, ormai. Un saluto

    RispondiElimina
  2. Senti i sindacati, non fanno miracoli, ma manco fargliela passare liscia.

    RispondiElimina
  3. incredibile che uno necessiti una raccomandazione anche per cose che dieci anni fa se te le avessero proposte forse avresti riso!

    RispondiElimina
  4. E che cavolo!!! Che poi alla fine uno chiede solo di lavorare... mi dispiace tanto.

    RispondiElimina
  5. Sempre peggio, il jobs act ha reso tutti precari e senza futuro.
    Saluti a presto.

    RispondiElimina
  6. E' in casi come questo che mi metto a dire parolacce pesanti. Ma preferisco evitare di scriverle perché sono un'ospite.

    RispondiElimina
  7. Non si possono fare miracoli. E' la gente che proprio non funziona!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Diversamente titolati

Premessa numero 1. Io non ho nessun tipo di pregiudizio legato al titolo di studio: conosco dei laureatissimi e pure masterizzati ignoranti come capre e persone che con un serale hanno fatto una mega carriera nella dirigenza di grosse aziende. Che, fra l'altro, mi hanno raccontato di ingegneri da 110 e lode che non sapevano da che parte rifarsi per svitare un bullone. Ognuno sa fare il suo, lo può avere imparato studiando o lavorando, e ognuno può essere un genio o un caprone, a prescindere. Ma soprattutto (premessa numero 2) io la penso così: Per capirsi, quando ho iniziato a sentirmi stretta nel posto in cui lavoravo, ho preso a cercare QUALSIASI lavoro mi desse la possibilità di non restare a casa disoccupata e mandai CV anche per fare le pulizie. Mi chiamarono con L'UNICA FINALITÀ di chiedermi se ero proprio sicura, perché "hai una laurea". Risposi che certo che ero sicura, che avevo bisogno di lavorare e che NONOSTANTE LA LAUREA ero perfettamente in grado