No, non ho finito l'elenco di disavventure ai colloqui di lavoro e sì, il post sulla mia fame smodata non era campato per aria perchè voglio ancora parlare delle abitudini poco salutari indotte da certi ritmi di lavoro.
Però...
Però...
Sara nel suo commento all'ultimo post ha scritto una parolina magica sulla quale era da qualche giorno che mettevo il pensiero: i COLLEGHI.
Un diversamente occupato si trova ad avere a che fare con una miriade di colleghi, principalmente perché si troverà a cambiare molti luoghi di lavoro (e spesso i più disparati) ma anche perché di solito laddove si offrono posti precari c'è un gran via vai di persone.
Avete dei colleghi da diversamente occupati è un'esperienza totalmente diversa da quella che può avere un lavoratore a tempo indeterminato: quest'ultimo conoscerà persone completamente nuove solo all'inizio, poi lavorerà al loro fianco fino alla propria o all'altrui pensione. Magari vedrà passare qualche stagista, qualcuno che cambierà lavoro, ma di certo non proverà l'ebbrezza di provare un campionario cosi vario e così mutevole come un diversamente occupato. Oh, va detto che non è sempre un male: se ti capita un gruppo di colleghi stronzi è fantastico sapere che dopo un mese o due, a fine contratto, li potrai mandare a fanculo.
Non è mai semplice sopravvivere ai colleghi, men che meno se hai poco tempo, lavori sotto pressione e magari anche in competizione. Nei venerdì a venire vi racconterò, come per i colloqui, qualche strategia testata sulla mia pelle, per cercare di sopravvivere.
Vi lascio con una chicca di un mio collega stagionale, un fortunato-senza-saperlo. Uno che ha scelto di essere un lavoratore stagionale, naviga a vista e vive un po' nel suo mondo. Nel mio ultimo lavoro, che poi è quello in cui mi sono trovata meglio, in molti sono così: hanno scelto da subito, finite le scuole, di lavorare nel turismo, si sono accontentati e tutto sommato anche se si lamentano di continuo gli va bene così. Però non hanno provato altro e hanno una percezione davvero limitata dell'idea di lavoro di merda. Non per vantarmi, ma io ce l'ho un filino di più.
Insomma, tutti i ragazzi in turno con me erano nel mezzo di un'invettiva contro i nostri datori di lavoro e io sgranavo gli occhi pensando ai miei lavori precedenti, alle notti di lavoro non pagate, anche ai giorni di lavoro non pagati, ai pensionati che si rubavano i soldi del personale per metterseli in tasca, alla meritocrazia calpestata da chi si ergeva sui piedistalli del benefattore, alle raccomandazioni politiche... E a tanto altro, fin quando non ho sbottato: 'ma cosa vi lamentate, non sapete neanche quanto siete fortunati!". E il fortunato-senza-saperlo: "Minchia, ma dove hai lavorato, a Baghdad?".
Eh, tipo.
Non è mai semplice sopravvivere ai colleghi, men che meno se hai poco tempo, lavori sotto pressione e magari anche in competizione. Nei venerdì a venire vi racconterò, come per i colloqui, qualche strategia testata sulla mia pelle, per cercare di sopravvivere.
Vi lascio con una chicca di un mio collega stagionale, un fortunato-senza-saperlo. Uno che ha scelto di essere un lavoratore stagionale, naviga a vista e vive un po' nel suo mondo. Nel mio ultimo lavoro, che poi è quello in cui mi sono trovata meglio, in molti sono così: hanno scelto da subito, finite le scuole, di lavorare nel turismo, si sono accontentati e tutto sommato anche se si lamentano di continuo gli va bene così. Però non hanno provato altro e hanno una percezione davvero limitata dell'idea di lavoro di merda. Non per vantarmi, ma io ce l'ho un filino di più.
Insomma, tutti i ragazzi in turno con me erano nel mezzo di un'invettiva contro i nostri datori di lavoro e io sgranavo gli occhi pensando ai miei lavori precedenti, alle notti di lavoro non pagate, anche ai giorni di lavoro non pagati, ai pensionati che si rubavano i soldi del personale per metterseli in tasca, alla meritocrazia calpestata da chi si ergeva sui piedistalli del benefattore, alle raccomandazioni politiche... E a tanto altro, fin quando non ho sbottato: 'ma cosa vi lamentate, non sapete neanche quanto siete fortunati!". E il fortunato-senza-saperlo: "Minchia, ma dove hai lavorato, a Baghdad?".
Eh, tipo.
Beh ma sai che tanti anni fa prima di avere il posto fisso pure io ho fatto diversi lavori quindi gente diversa lavori vari e tutto sommato a me piaceva ...infatti poi dopo un po' se il lavoro non ti piace è stressante sapere che dovrai farlo x sempre finché pensione non ci separi...diciamo...e x qst come tu ben sai mi licenziai e ora vivo nel mio mondo precario ....ihihihihi....ovvio che qst scelta la puoi fare solo se vivi in famiglia o 6 sposata o convivi ...xke se vivi sola e devi campare il discorso cambia.....
RispondiEliminaFiore, sei la prova che il posto fisso non è tutto nella vita! Ci vuole comunque coraggio a lasciare ma l'importante è poi essere sereni.
EliminaHai ragione ci vuole coraggio e la possibilità di poterlo fare come ho specificato ma la mia serenità e salute non hanno prezzo.
EliminaAhahah
RispondiEliminaMa magari a Baghdad ti avrebbero trattata anche meglio. :P
Io sono una diversamente occupata da sempre, ma tendo a guardare il bicchiere mezzo pieno. Ho rassegnato le dimissioni un'unica volta (comunque da un contratto stagionale), perché davvero la titolare era un'idiota, pachiderma, le puzzava l'alito di pesce marcio, sputava quando parlava, era sempre sudaticcia, aggressiva, urlava.
Vabbè basta. Ad oggi, sono ancora convinta di aver fatto benissimo! ;)
Io più che licenziarmi ho rotto i ponti con l'associazione per cui facevo diversi lavori... E anche per me mai cosa fu fatta meglio!
EliminaMi hai divertito è vero le persone non si rendono conto, a Baghdad trattano meglio diciamolo pure a voce alta
RispondiEliminaEcco infatti, avranno sicuramente dei contratti migliori dei nostri! ;)
Eliminaio non commento!
RispondiEliminama ti ringrazio pubblicamente per il supporto psicologico che mi hai dato nella sopportazione ;P
😀 magari troverei i dati raccolti in forma anonima come nelle migliori ricerche psicosociali. Mi fingevo amica, in realtà cercavo idee! 😁
EliminaGente fuori dal mondo. Non saranno mai adulti.
RispondiEliminaIl tizio in questione per davvero è un po' fuori dal mondo ma in generale chi ha sempre avuto il suo lavoretto nella sua piccola realtà non si rende proprio conto di cosa ci sia fuori.
EliminaIl mondo del lavoro e, a volte, dei colleghi di lavoro non è affatto facile.
RispondiEliminaA volte sono peggio i colleghi del lavoro stesso.
EliminaAvevo un contratto a tempo indeterminato ma era come se lavorassi a Baghdad. Me ne sono andata perché stavo morendo, in senso letterale.
RispondiEliminaOra sono una diversamente occupata anche io ma almeno dormo, respiro, sogno e scrivo. Prima non riuscivo più a farlo.
Come Fioredicollina! A quanto pare non è un'esperienza così infrequente... Io sono sempre stata diversamente occupata, ma ho lasciato per il tuo stesso motivo quel mondo che si avvicinava alla mia professione per qualcosa che non c'entra nulla... Ma sto decisamente meglio! E non c'è null'altro di importante.
EliminaIn tanti anni di lavoro di colleghi (o meglio colleghe, perchè nella scuola primaria gli uoomini sono rari) , con alcune ho avuto buoni rapporti, con altre meno. Io ho sempre cercato di essere corretta, non tutti lo sono stati con me. Per fortuna c'era molto ricambio e tante andavano e venivano... ho visto anch'io di tutto. Ciaooo
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