Fra chi mi legge ci sono almeno un paio di persone che hanno abbandonato il lavoro a tempo indeterminato e, dalle loro parole, ho capito che avevano le loro buonissime ragioni per farlo. Certo è che il famigerato posto fisso è, per chi è da sempre diversamente occupata come me, una chimera, una sorta di sogno proibito e che sentire che qualcuno lo lascia per l'incertezza della disoccupazione o del precariato lascia quanto meno perplessi.
Però ricordo anche che, fra i tanti studi citati in psicologia sociale, ce n'erano diversi che dimostravano che la soddisfazione economica viene sempre al secondo posto rispetto alla soddisfazione personale nel valutare un posto di lavoro. Certo, studi ormai vecchi, pensando a quanto il mercato stia velocemente cambiando in peggio. Però è certo che il benessere personale, fisico e mentale, deve venire prima di tutto, anche di uno stramaledetto contratto di lavoro.
Tutto questo per dirvi che qualche giorno fa ho letto di una selezione per un lavoro a tempo indeterminato. Le informazioni erano poche ma sufficienti per capire che era un lavoro che non mi piace.
Il consiglio di sopravvivenza al lavoro questa settimana ce lo lascia mia mamma, la stessa che ha sempre insistito perché provassi qualunque lavoro, perché non si sa mai, perché metti caso conosci qualcuno che può tornare comodo per un altro lavoro, perche meglio che stare a casa...
Stavolta invece ai miei tentennamenti sul provare o meno la selezione ha risposto così: "vabbè che il contratto è a tempo indeterminato, ma di lavori di merda ne hai fatti tanti e la vita è una, vuoi costringerti a un lavoro in cui stai male per l'unica vita che hai?"
Però ricordo anche che, fra i tanti studi citati in psicologia sociale, ce n'erano diversi che dimostravano che la soddisfazione economica viene sempre al secondo posto rispetto alla soddisfazione personale nel valutare un posto di lavoro. Certo, studi ormai vecchi, pensando a quanto il mercato stia velocemente cambiando in peggio. Però è certo che il benessere personale, fisico e mentale, deve venire prima di tutto, anche di uno stramaledetto contratto di lavoro.
Tutto questo per dirvi che qualche giorno fa ho letto di una selezione per un lavoro a tempo indeterminato. Le informazioni erano poche ma sufficienti per capire che era un lavoro che non mi piace.
Il consiglio di sopravvivenza al lavoro questa settimana ce lo lascia mia mamma, la stessa che ha sempre insistito perché provassi qualunque lavoro, perché non si sa mai, perché metti caso conosci qualcuno che può tornare comodo per un altro lavoro, perche meglio che stare a casa...
Stavolta invece ai miei tentennamenti sul provare o meno la selezione ha risposto così: "vabbè che il contratto è a tempo indeterminato, ma di lavori di merda ne hai fatti tanti e la vita è una, vuoi costringerti a un lavoro in cui stai male per l'unica vita che hai?"
E' proprio vero!
RispondiEliminaQualche settimana fa sono passata a salutare i vecchi colleghi e ho pensato la stessa cosa quando qualcuno mi ha chiesto se mi fosse venuta la nostalgia!
Purtroppo ci sono lavori davvero terribili e a chi è costretto a svolgerli perché non ha alternative va tutta la mia ammirazione e rispetto, tuttavia se si può evitarli è meglio. Tema davvero scottante il lavoro. Buona serata.
RispondiEliminasinforosa
Quello a cui mi riferisco non era cosi tremendo... Ma lo sarebbe stato per me perchè non mi piacerebbe per nulla, non mi sento portata. Mi attirava solo l'idea del contratto.
EliminaHai fatto benissimo, che lo facessero gli altri, un lavoro per sempre che ti fa star male...!!
RispondiEliminaMoz-
Magari altri che ci sono portati! Ognuno ha le sue inclinazioni!
EliminaSono una di quelle due o tre tue lettrici che hanno lasciato un lavoro a tempo indeterminato perché la scelta era tra continuare a morire lì dentro o suicidarmi all'istante. Sono uscita da lì perché fare un lavoro che ti distrugge non ti fa vivere.
RispondiEliminaCondivido il tuo approccio e le tue considerazioni finali.
P.S. Hai cambiato look al blog?
Sì ricordavo che avevi lasciato il lavoro... Ti fischiavano le orecchie quando sei venuta a leggere vero? 😉 Ho rifatto il look al blog perche inspiegabilmente non faceva piu aprire i link dei post. L'unica soluzione che ho trovato è questa.
EliminaMio fratello ha un lavoro a tempo indeterminato, però dice che è proprio un lavoro da schifo, che però non lascia perchè , a 51 anni, non troverebbe altro. Si è adattato però non è certo contento del lavoro che fa. E' brutto lavorare così ma, a volte, non c'è scelta... Saluti.
RispondiEliminaPurtroppo hai ragione. Sopra i 30 sei da buttare perchè non ci sono incentivi o altro per favorire l'assunzione. E rimanere con il culo a terra è un dramma
EliminaMi dispiace per tuo fratello
Come non pensarti oggi...
RispondiEliminaBuon primo maggio!
Grazie!
EliminaPenso che tutto dipenda dalle condizioni economiche di partenza e dalla predisposizione. Attualmente ho un contratto da stagista in un'azienda che comunque vorrebbe assumermi e penso che lo faccia (ultime parole famose?) Purtroppo quando il lavoro non piace o il clima lavorativo fa schifo la scelta migliore è quella di lasciare (nel momento in cui uno se può permettere ovviamente) perché a lungo andare genera malesseri molto più grandi...
RispondiEliminaE buon 1 maggio a noi!
Le variabili sono stati infinite... Lasciare un contratto certo è un salto nel buio ma chi sta troppo male è costretto in un qualche modo a lasciare. Pena per prima la salute. In bocca al lupo per l'assunzione!
EliminaPenso di essere una di quelle da te citate che ha lasciato il certo per l incerto.....l'importante nella vita è non avere rimpianti, trovo molto giusta la frase finale.... :-)
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