Ma voi ci fate caso, quando fate un acquisto, alla provenienza dell'oggetto che state comprando?
Io sì, sono abbastanza fissata. Prima cosa per le cose che mangiamo. Perché se ho voglia di ciliegie a settembre mi mangio comunque un grappolo d'uva e non compro quelle che vengono dalla Turchia, che costano come i diamanti (o peggio, come le caldarroste) e sono piene di cera per farle durare più a lungo. E non protesto per il prezzo perché non sono un coglione che non ha ancora capito che le ciliegie ci sono a maggio.
[Ho lavorato ad un Frutta e Verdura e so di cosa parlo].
E poi in generale cerco il bollino, rarissimo, "Made in Italy". Se lo trovo, magari l'oggetto in questione nemmeno mi serve, ma tanto è l'entusiasmo che non riesco a lasciare lì qualcosa che alimenterà una fabbrica del nostro paese.
Il "Made in China", mascherato abbastanza recentemente con il "Made in PRC", la fa comunque da padrone, anche nelle grandi marche. Ma anche lì ho trovato una mia filosofia, non so quanto etica o giusta:se proprio devo comprare cinese, allora compro un oggetto cinesissimo, e non una grande marca che me lo fa credere fatto dietro casa e invece è uguale allo stesso oggetto Cina che costa la metà della metà.
A volte però abbasso la guardia e non controllo, forse perché il mio inconscio non vuole accettare che pure quella cosa lì ormai la trovi d'importazione. Per dire: questo mese mi sono data all'acquisto di vari cerotti. Niente di grave, metto le mani avanti, solo cosucce molto noiose.
Ma veramente siamo al punto che dobbiamo farci fare i cerotti dalla Cina? E che la grande distribuzione dei prodotti di qualità, delle persone e dei valori ci imponga quella scelta?!
Avrò capito male io, ma la globalizzazione me la immaginavo un po' diversa.
Io sì, sono abbastanza fissata. Prima cosa per le cose che mangiamo. Perché se ho voglia di ciliegie a settembre mi mangio comunque un grappolo d'uva e non compro quelle che vengono dalla Turchia, che costano come i diamanti (o peggio, come le caldarroste) e sono piene di cera per farle durare più a lungo. E non protesto per il prezzo perché non sono un coglione che non ha ancora capito che le ciliegie ci sono a maggio.
[Ho lavorato ad un Frutta e Verdura e so di cosa parlo].
E poi in generale cerco il bollino, rarissimo, "Made in Italy". Se lo trovo, magari l'oggetto in questione nemmeno mi serve, ma tanto è l'entusiasmo che non riesco a lasciare lì qualcosa che alimenterà una fabbrica del nostro paese.
Il "Made in China", mascherato abbastanza recentemente con il "Made in PRC", la fa comunque da padrone, anche nelle grandi marche. Ma anche lì ho trovato una mia filosofia, non so quanto etica o giusta:se proprio devo comprare cinese, allora compro un oggetto cinesissimo, e non una grande marca che me lo fa credere fatto dietro casa e invece è uguale allo stesso oggetto Cina che costa la metà della metà.
A volte però abbasso la guardia e non controllo, forse perché il mio inconscio non vuole accettare che pure quella cosa lì ormai la trovi d'importazione. Per dire: questo mese mi sono data all'acquisto di vari cerotti. Niente di grave, metto le mani avanti, solo cosucce molto noiose.
Insomma, visto che li stavo finendo proprio di domenica con la farmacia chiusa sono scesa al supermercato. Dove ho trovato ben UNA scelta. Troppo cari e, taccagna avveduta come sono, ho provato nell'altro supermercato dove c'era ben UNA scelta. La stessa di prima, indovinate un po'. Mi sono piegata e li ho presi. Solo un paio di giorni dopo mi è cascato l'occhio:made in PRC.
Ma veramente siamo al punto che dobbiamo farci fare i cerotti dalla Cina? E che la grande distribuzione dei prodotti di qualità, delle persone e dei valori ci imponga quella scelta?!
Avrò capito male io, ma la globalizzazione me la immaginavo un po' diversa.
Io x il mangiare faccio più caso alla provenienza x il resto meno.
RispondiEliminaApprofitto del tuo dubbio x dire a tutti che da cellulare x visionare la colonna laterale nei template nuova versione tipo il mio bisogna cliccare sulle 3 barrette in alto a sinistra! Fammi sapere
Grazie della dritta!
EliminaLa Cina ci produce tutto. E quando dico tutto, intendo proprio tutto tutto.
RispondiEliminaAhaha il made in PRC è praticamente la versione tarocca del made in china.
RispondiEliminaMa peggio è quando dicono made in italy e scopri ché sì, le cose sono fatte qua, ma con prodotti esteri.
Moz-
Quello sì che mi fa arrabbiare! Doppia fregatura!
EliminaLa qualità dov’è finita? Ormai è tutto inquinato anche i cibi “salutari”.
RispondiEliminasinforosa
Io sto attenta alla provenienza di ciò che mangio. Per il resto, guardo un pò meno ma , se posso, evito il made in China e il made in PRC , nell'abbigliamento in particolare , anche se è molto difficile trovare qualche cosa che non venga da quei paesi. Saluti
RispondiEliminaA volte è proprio impossibile scegliere prodotti italiani!
Eliminaio sono attenta su frutta e verdura e cerco di comprare quasi sempre prodotti che non arrivino dall'altra parte del mondo...
RispondiEliminaAnch'io sto attenta alle etichette. Gli italiani sono dei bravissimi artigiani. Tanti oggetti dovrebbero essere fatti qui e non da qualche altra parte del mondo.
RispondiEliminaAnche io solo di recente mi sono resa conto di quanto tutto provenga dalla cina. Perfino tanti libri vengono stampati lì!
RispondiEliminaLa cosa mi preoccupa perché veramente mi viene da chiedere:"Ma qui noi cosa facciamo?" Le cose non possono andare avanti così. Davvero servirebbero delle politiche che permettano alla gente di poter produrre, di poter avere delle azienda. INvece mi pare che si rendano le cose difficilissime per le aziende italiane e poi si compra all'estero. (non è un discorso pro-patria o anti-esterofilo, solo che uno deve pur poter lavorare e penso che dovrebbe essere agevolato)
Hai colto precisamente il punto. E non solo:l'Italia è piena di eccellenze a partire dai prodotti alimentari in poi... Perché mai importare dei prodotti peggiori dei nostri e strozzare la produzione locale??
EliminaIo sto attenta al cibo. Ma sinceramente sul resto vado sempre un pò di corsa. I ceretti??? 0-0... Pure quelli?!... La globalizzazione a me pare tanto e solo asiatica...
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