Se la memoria non mi inganna, la prima volta è stato in vacanza coi miei da ragazzina. Ai tempi non c'erano i vari booking e tripadvisor e, se l'appartamento o l'hotel prenotati erano una catapecchia, lo scoprivi solo quando era troppo tardi. Ricordo perfettamente il brivido gelido che attraversò la mia schiena quando all'indirizzo indicato nel dépliant trovammo una casa quasi franante con le tendine a tutte le finestre. Poi scoprimmo che il nostro appartamento era tre case più avanti e che avevano semplicemente riassegnato i civici della via. Ma quella casa abbandonata con ancora sù le tende ancora nuove mi aveva rapita. Mi aspettavo ogni sera di vedere accendere una luce e passare un'ombra da una stanza all'altra.
Gli anni sono passati e ho iniziato a far caso a quelle case abbandonate che ancora facevano bella mostra di qualche oggetto della vita che fu. Le tende, un vaso con una pianta ormai morta sul balcone, qualche sedia abbandonata sull'ingresso... Quando abitavo in Romagna sono stata a Riccione e il Grand Hotel era ancora in stato di abbandono. Avrei pagato per poter sbirciare quello sfarzo ormai decaduto.
Poi beh, c'è stato il Manicomio. Ci sono andata piuttosto di recente, ma erano anni e anni che lo desideravo. Sì, ovviamente ho portato la macchina fotografica, ma lo scopo primario è stato capire. Capire cosa era la malattia mentale prima di Basaglia. A farmi capire che potevo visitarlo è stato "Ti regalerò una rosa" e tutta la ricerca che Cristicchi vi ha fatto intorno. Adesso non lo seguo più granché, ma quello sui matti era un lavoro davvero ben fatto.
Entrarci mi ha fatto impressione. Non fosse altro per quegli e stanzoni immensi, le vasche per le terapie", le inferriate alle finestre, i lettini arrugginiti...
Se non che... Sembrava di stare in passeggiata a Rimini per ferragosto.
Esplorare l'abbandono però mi è piaciuto e molto. Ho iniziato ad informarmi e ho trovato degli altri posti da visitare. E nel frattempo, a malincuore, mi rendevo conto che l'esplorazione dell'abbandono è ormai diventata una moda. Mi aspettavo ogni volta di godermi un silenzio irreale per poter assaporare i segni delle vite passate da lì, e invece trovavo gruppi di persone urlanti, che neanche alla grigliata di Pasquetta dopo il quarto fiasco di vino.
Oh, a me, che sono nata col mal di gente, andare in un luogo abbandonato e trovarci più gente che all'ipercoop fa venire l'ansia.
Direi proprio che dovrò trovarmi un altro hobby.
Gli anni sono passati e ho iniziato a far caso a quelle case abbandonate che ancora facevano bella mostra di qualche oggetto della vita che fu. Le tende, un vaso con una pianta ormai morta sul balcone, qualche sedia abbandonata sull'ingresso... Quando abitavo in Romagna sono stata a Riccione e il Grand Hotel era ancora in stato di abbandono. Avrei pagato per poter sbirciare quello sfarzo ormai decaduto.
Poi beh, c'è stato il Manicomio. Ci sono andata piuttosto di recente, ma erano anni e anni che lo desideravo. Sì, ovviamente ho portato la macchina fotografica, ma lo scopo primario è stato capire. Capire cosa era la malattia mentale prima di Basaglia. A farmi capire che potevo visitarlo è stato "Ti regalerò una rosa" e tutta la ricerca che Cristicchi vi ha fatto intorno. Adesso non lo seguo più granché, ma quello sui matti era un lavoro davvero ben fatto.
Entrarci mi ha fatto impressione. Non fosse altro per quegli e stanzoni immensi, le vasche per le terapie", le inferriate alle finestre, i lettini arrugginiti...
Se non che... Sembrava di stare in passeggiata a Rimini per ferragosto.
Esplorare l'abbandono però mi è piaciuto e molto. Ho iniziato ad informarmi e ho trovato degli altri posti da visitare. E nel frattempo, a malincuore, mi rendevo conto che l'esplorazione dell'abbandono è ormai diventata una moda. Mi aspettavo ogni volta di godermi un silenzio irreale per poter assaporare i segni delle vite passate da lì, e invece trovavo gruppi di persone urlanti, che neanche alla grigliata di Pasquetta dopo il quarto fiasco di vino.
Oh, a me, che sono nata col mal di gente, andare in un luogo abbandonato e trovarci più gente che all'ipercoop fa venire l'ansia.
Direi proprio che dovrò trovarmi un altro hobby.
Quei luoghi parlano e raccontano tutta la miseria el sofferenza che ancora grida. Da ragazza ho frequentato, insieme ad amici e al prete che ci portava, i “ manicomi”. Allora erano ancora occupati da tanti pazienti. Andavamo per Natale, per Pasqua e ogni volta, in quegli stanzoni, con le porte senza maniglie e le inferriate alle finestre, uomini giovani e meno giovani camminavano ripetendo le stesse frasi. Una pena infinita. E quelli erano i pazienti meno gravi. Non farmici pensare.
RispondiEliminasinforosa
Qualche mese fa scrissi un post su una casa abbandonata sulla spiaggia che mi terrorizzava da ragazzina.
RispondiEliminaTi sarebbe piaciuto.
Ma no, non cambiare hobby.
Vacci solo in periodi dell'anno dimenticati, come il mese di febbraio o di novembre. 😉
Sai che anche io amo fare queste esplorazioni? Al di là dei manicomi (ho un amico fissatissimo col manicomio di Teramo, per dire), mi piace quel che hai fatto, sono ricerche emotive sensazionali^^
RispondiEliminaMoz-
Credo stia proprio in queste cose il senso del l'esplorazione. Si percepisce chiaramente la volontà di entrare nelle situazioni e capire. Anch'io apprezzo questa tua iniziativa. Un salutone a te.
RispondiEliminapiù che altro ci vorrebbe una certa sensibilità/conoscenza di quello che si sta visitando...
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