Passa ai contenuti principali

Femminismo


Siccome sono la diversamente occupata di famiglia, ho più tempo libero e mi toccano tutte le rogne antipatiche. Ma in fondo anche la fila alla ASL può regalare piccole chicche.

Due uomini di un certa età parlavano di un loro conoscente con una certa dose di complicità maschilista: "Si è preso un pezzo di terra, il cane, chi sta meglio di lui". Un terzo interviene commentando "sta bene perché la terra gliela lavora la moglie". E gli altri due, facendo gomito gomito e il sorriso malizioso "eh sua moglie è difficile" e il terzo "sarà anche difficile, ma lavora solo lei e l'ho visto io che a raccogliere le olive c'era lei". E gli altri due, non paghi "gli avrà detto: stasera la bruschetta te la sei guadagnata". E giù a ridere. Il terzo li ha guardati sdegnato e ha commentato con un mah, allontanandosi.


Sappi signore sconosciuto che ogni donna dovrebbe conoscere una persona come lei. In un mondo in cui ancora essere una donna è un handicap in molti casi, ci da speranza che ci siano persone che ci riconoscono il valore che abbiamo.

Grazie da parte di tutte noi.

Commenti

  1. Cara Icaro, vedo che anche oggi nonostante che sta piovendo, iniziamo bene la giornata!!!
    Ciao  e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-) 
    Tomaso

    RispondiElimina
  2. È un dialogo vergognoso che “sa di antico”, che odora “di muffa”, un dialogo di uomini che sono tali sono di nome, non certo quell’uomo che cercava di farli ragionare. Ma chi, oggi, può parlare ancora così? Mah!
    sinforosa

    RispondiElimina
  3. Che brutto dialogo !! Spero che i giovani di oggi se ne guardino bene dal fare questi discorsi. Buona giornata.

    RispondiElimina
  4. se c'è una cosa che io detesto è quando gli uomini dicono, parlando di una donna, "Devi capirla, ha le sue cose". Ecco, io quando sento quella roba mi incazzo tantissimo perché mi son proprio stufato di ascoltarla.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me, di contro, fa sorridere quando lo dicono a un uomo.

      Elimina
  5. Beh, al di là della bruschetta, mi pare che stessero esaltando la donna in questione... lavoratrice rispetto al marito fannullone... XD

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Solo uno di loro, gli altri due le hanno dato della "difficile" e ridacchiavano alle sue spalle. Eri stato troppo ottimista nell'interpretare le loro parole!

      Elimina
  6. Di sessisti è pieno il mondo.
    Un'estinzione di massa sarebbe opportuna.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Diversamente titolati

Premessa numero 1. Io non ho nessun tipo di pregiudizio legato al titolo di studio: conosco dei laureatissimi e pure masterizzati ignoranti come capre e persone che con un serale hanno fatto una mega carriera nella dirigenza di grosse aziende. Che, fra l'altro, mi hanno raccontato di ingegneri da 110 e lode che non sapevano da che parte rifarsi per svitare un bullone. Ognuno sa fare il suo, lo può avere imparato studiando o lavorando, e ognuno può essere un genio o un caprone, a prescindere. Ma soprattutto (premessa numero 2) io la penso così: Per capirsi, quando ho iniziato a sentirmi stretta nel posto in cui lavoravo, ho preso a cercare QUALSIASI lavoro mi desse la possibilità di non restare a casa disoccupata e mandai CV anche per fare le pulizie. Mi chiamarono con L'UNICA FINALITÀ di chiedermi se ero proprio sicura, perché "hai una laurea". Risposi che certo che ero sicura, che avevo bisogno di lavorare e che NONOSTANTE LA LAUREA ero perfettamente in grado