Passa ai contenuti principali

Cattivi presagi

All'inizio è stato sentirsi dire che gli affari andavano benone ma avere la percezione del contrario.
Poi il vociferare che preferivano l'assunzione degli under 29 perché "si sa, costa un po' meno".
Poi i nuovi assunti: TUTTI under 29.
Poi la mensa: una Signora mensa trasformata in quel che di peggiore può venirvi in mente pensando a una mensa di quelle terribili.
Poi la richiesta di ore in più che "dai tanto poi le recuperi".
Poi qualche sforbiciata al personale, con qualche esterno in più che, si sa, costa di meno.

Ma è stato quando ho saputo che erano arrivati gli stagisti che ho deciso che è veramente il momento di volare altrove. Gli stagisti, purtroppo, sono il fondo del barile. Meglio non essere lì quando iniziano a raschiarlo.

Commenti

  1. Umh, e quindi avventura finita?
    Io penso sempre che prima di mollare, devi mettere gli altri in condizione di essere nel torto, o far capire che ci perderanno troppo.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo, e lo dico per altre esperienze, dove si pensa solo a risparmiare si preferisce un dipendente mediocre piuttosto che uno che rompe le balle perché vuole che le cose funzionino al meglio.

      Elimina
  2. Ma sei proprio sicura? Mi dispiace tanto :(
    sinforosa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicurissima. Devo fare in modo di trovare altro entro la prossima estate!

      Elimina
  3. E che palle.
    Ricominciamo con la sfilza delle "diverse occupazioni" allora...
    In bocca al lupo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tanto anche questa era parecchio diversa! Lo stagionale è un po' meglio dei contrattini a progetto ma sempre precario è.

      Elimina
  4. Che desolazione.
    Se puoi, vola via, certo.
    Ripartirai altrove.

    RispondiElimina
  5. Mi spiace per te !!!In bocca al lupo per il tuo futuro, perchè qualche cosa di stabile e fattibile arrivi . Saluti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Crepi. Mah speriamo... Da qualche parte ci sarà un posticino per me?!

      Elimina
  6. Concordo... ci sono segnali ben precisi che 'i capi' percorrono quasi con precisione liturgica.
    Come quando dicono: siamo una grande famiglia oppure tutti devono saper fare tutto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bravo, quelle due frasi lì sono altri due segnali nefasti

      Elimina
  7. avere una lunga carriera da diversamente occupate permette di acquisire la competenza necessaria per spiccare il volo prima che te lo facciano spiccare. O almeno provarci. Insomma, per tornare alle metafore, senti che il piccione si è alzato in volo prima che ti caghi in testa

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Diversamente titolati

Premessa numero 1. Io non ho nessun tipo di pregiudizio legato al titolo di studio: conosco dei laureatissimi e pure masterizzati ignoranti come capre e persone che con un serale hanno fatto una mega carriera nella dirigenza di grosse aziende. Che, fra l'altro, mi hanno raccontato di ingegneri da 110 e lode che non sapevano da che parte rifarsi per svitare un bullone. Ognuno sa fare il suo, lo può avere imparato studiando o lavorando, e ognuno può essere un genio o un caprone, a prescindere. Ma soprattutto (premessa numero 2) io la penso così: Per capirsi, quando ho iniziato a sentirmi stretta nel posto in cui lavoravo, ho preso a cercare QUALSIASI lavoro mi desse la possibilità di non restare a casa disoccupata e mandai CV anche per fare le pulizie. Mi chiamarono con L'UNICA FINALITÀ di chiedermi se ero proprio sicura, perché "hai una laurea". Risposi che certo che ero sicura, che avevo bisogno di lavorare e che NONOSTANTE LA LAUREA ero perfettamente in grado