Passa ai contenuti principali

Pop corn

Oggi a merenda ho fatto i pop corn. Quelli veri, che si scoppiano nella pentola. E non perché ho le fregole da quarantena ma perché ogni tanto mi piace fare i pop corn.

E allora ho pensato a una delle mie bimbe che veniva a chiedermi il disinfettante perché si era bruciata un dito facendo i pop corn da sola a casa con la sorella. Che poi era anche un po' una scusa per uscire dalla classe e venire a fare due chiacchiere con noi. E poi una volta avevamo scherzato perché il mio collega diceva che dovevo tagliarmi un dito io per regalarlo alla bimba, per farla ridere. E l'ho fatta ridere pure io perché qualche giorno dopo me lo sono tagliato davvero un dito. Sono andata a lavoro con una grossa fasciatura e ho detto alla bimba "guarda, collega ci ha provato davvero a tagliarmi un dito per regalarlo a te!". C'era anche la sorella che rideva, anche se non sapeva tutta la storia.

La sorella è una delle mie preferite, perché mi racconta tutti i gossip della sua classe. Ho assistito anche a una dichiarazione d'amore nel corridoio, grazie a una sua soffiata. Avevo anche dato un suggerimento sul come, diciamo così, declinare l'offerta. Le era piaciuta.


Piccole cose. Immense cose. Mi manca il mio lavoro, perché avevo finalmente trovato un ambiente dove stavo bene. Piccole noie, ma anche grandi conquiste nel trovare la soddisfazione nei contatti umani. Stavo iniziando a legare anche con il ragazzino più difficile della scuola. Un bimbo buono, ma abbandonato a se stesso. Non veniva a scuola perché i genitori non lo svegliavano e non controllavano neanche dove fosse. Mi pareva di aver scalato una montagna ogni volta che mi parlava e condivideva un pezzettino di sé.

Chissà adesso, da solo, con la famigerata didattica a distanza che fine farà.

Chissà che fine faremo tutti.

Commenti

  1. Cara Icaro, una volta pensavo che il pop corn fosse solo per i giovane, ma non è così!
    Pensa io con quasi 90 anni me li mangio con molto piacere.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso 

    RispondiElimina
  2. Quanto mi mancano le ore e ore di preparazione popcorn e pulizia macchina e cappa al cinema. Pensa che quando abbiamo chiuso ho dovuto gettare tantissimi sacchi da 110litri di popcorn salati e anche alcuni sacchi di popcorn dolci. Chissà...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche pulire i cessi dei maschi mi manca. Era la nostra piccola normalità.

      Elimina
    2. Anche a me manca pulire i cessi e le sale. L'ultimo giorno di apertura dei simpaticoni hanno pensato bene di pisciare nei porta spazzolini dei cessi. Uno scgifsch regalo d'addio

      Elimina
  3. La didattica a distanza è sempre una distanza, ovviamente.
    Anche io amo i popcorn fatti in padella, con un filo l'olio di semi e tanto sale.
    Mi hai fatto venir voglia...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Olio di semi eh? Devo provare. Io olio d'oliva o burro.

      Elimina
    2. Boh… io le faccio con l'olio di semi.
      Credo sia più leggero.

      Elimina
  4. Tornerà la didattica normale e quindi si tornerà in classe tutti insieme-
    E tornerà anche questo ragazzino difficile (ma se non viene svegliato, non potete far presente ciò a chi di dovere?).
    Torneremo alla normalità :)

    Moz-

    RispondiElimina
  5. Anch'io credo, come Miki, che torneremo alla normalità, ma non presto. Purtroppo.
    Proprio oggi ho sentito la maestra di mio figlio.
    Non è affatto convinta che riusciremo a popolare quelle aule per quest'anno.
    Io lo spero tanto.

    RispondiElimina
  6. pure a me manca la scuola. mi mancano gli intervalli, mi mancano le chiacchiere dei ragazzini, il caffè con il collega, fare quattro parole con i prof...
    mi manca persino un po' il mocio!

    RispondiElimina
  7. Mancano tantissime cose anche per chi è in prima linea.
    Maurizio

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Gli strati della lasagna

Ho letto in diverse recensioni che Coliandro piace perché è uno di noi . Indubbiamente, con quell'aria da eterno sfigato, è molto più umano e "reale" di tanti poliziotti eroi che si vedono in tv. Non è difficile, come avevo già scritto, ritrovare un po' della nostra vita nella sfortuna e nella voglia di rivalsa coliandresche. Soprattutto se si è diversamente occupati. In fondo anche Coliandro lo è. In questa serie oltretutto ha fatto pochissime cazzate, ha preso pure un encomio, eppure è ancora relegato a tappare buchi negli uffici più sfigati del commissariato. Certo, è pur sempre una fiction e i Manetti Bros non sono i soliti registi che costruiscono una storiella così, già vista e sentita, scontata e piatta. I Manetti Bros hanno dei picchi di genialità unici. Roba trashissima. A volte i loro cattivi sono talmente malvagi e sopra le righe da risultare quasi caricature pulp. Ricordo un dj Francesco tossicomane e psicopatico che ciao. Nell'ultima puntata andata