Mai sottovalutare l'effetto delle parole "mi licenzio".
Ho provato più volte. Hanno reagito come se avessi detto "sono la reincarnazione di Satana", appiccando un incendio con lo sguardo. Che poi è la stessa reazione di quando una donna dice di non voler figli.
Il passaggio successivo è argomentare sul perché e il per come lasciare quel meraviglioso lavoro sia sbagliatissimo. E te lo dicono con uno sdegno che pare tu stia rinunciando a un lavoro da almeno 2000€ al mese, con bonus, trasferte ai Caraibi pagate e sedia ergonomica con massaggio incorporato.
Occhi sgranati, bocca inarcata, vocali allungate per enfatizzare la repulsione che hanno verso di te che rifiuti la loro fantastica OPPORTUNITÀ. "Ma cooome, ti vuoi licenziaaaare davveeeroooo?!".
Come se non fosse possibile voler provare a cambiare in meglio.
Come se non fosse possibile chiedere al proprio lavoro più soldi, più certezza, più tranquillità, più... qualsiasi cosa manchi al vostro lavoro.
Ed è vero che siamo in un momento (che ormai dura ANNI) in cui il lavoro manca e chi ne ha un misero straccio deve comunque ringraziare. Ma è veramente giusto accontentarsi sempre e buttare giù bocconi amari?
Per esperienza: NO. Ci sono limiti che per la propria dignità non dobbiamo superare. E poi, non si sa mai dopo che cosa succederà!
Ho provato più volte. Hanno reagito come se avessi detto "sono la reincarnazione di Satana", appiccando un incendio con lo sguardo. Che poi è la stessa reazione di quando una donna dice di non voler figli.
Il passaggio successivo è argomentare sul perché e il per come lasciare quel meraviglioso lavoro sia sbagliatissimo. E te lo dicono con uno sdegno che pare tu stia rinunciando a un lavoro da almeno 2000€ al mese, con bonus, trasferte ai Caraibi pagate e sedia ergonomica con massaggio incorporato.
Occhi sgranati, bocca inarcata, vocali allungate per enfatizzare la repulsione che hanno verso di te che rifiuti la loro fantastica OPPORTUNITÀ. "Ma cooome, ti vuoi licenziaaaare davveeeroooo?!".
Come se non fosse possibile voler provare a cambiare in meglio.
Come se non fosse possibile chiedere al proprio lavoro più soldi, più certezza, più tranquillità, più... qualsiasi cosa manchi al vostro lavoro.
Ed è vero che siamo in un momento (che ormai dura ANNI) in cui il lavoro manca e chi ne ha un misero straccio deve comunque ringraziare. Ma è veramente giusto accontentarsi sempre e buttare giù bocconi amari?
Per esperienza: NO. Ci sono limiti che per la propria dignità non dobbiamo superare. E poi, non si sa mai dopo che cosa succederà!
Fonte |
ciucciafuffa |
L'anno scorso, verso febbraio, in un momento piuttosto cupo decisi di rassegnare le dimissioni.
RispondiEliminaColleghi e superiori organizzarono in tempo record un party fantastico, con tanto di spettacolo pirotecnico, ballerine di lap dance e alcol a fiumi.
I festeggiamenti durarono un paio di giorni, fino a quando decisi di ritirare le mie dimissioni.
Se stavo sulle palle prima, immagina ora :-)
E comunque concordo: essendo entrato nel mondo del lavoro il secolo scorso, una volta era molto più facile cambiare, sia per trovare di meglio che anche solo per provare qualcosa di nuovo.
Tu sai come comportarti!l'opinione degli altri mi pare che mai come in questo caso, sia parziale!
RispondiEliminaA volte servono le palle di fare un bel salto nel vuoto e osare. Non conosco la situazione nei dettagli, ma penso che tu abbia fatto un piccolo passo verso un miglioramento. Nella vita ottiene chi ha il coraggio di osare. Okay, la frase è fatta ed è tremenda ma è tanto, tanto, tanto vera...
RispondiEliminal'immagine mi ha fatto morire dal ridere :)
RispondiEliminaUn post che avrei potuto scrivere io.
RispondiEliminaO forse l'ho già scritto qualche tempo fa.
No, non sembra comprensibile a nessuno la scelta di voler lasciare (o scappare da?) un posto solo perché ti permette di sopravvivere ma che ti rende una persona sofferente, frustrata, vuota e insignificante.
... ma l'asticella del limite varia da individuo a individuo ...
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