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Saper aspettare


Quando me ne sono andata dal lavoro stagionale non avrei potuto immaginare tutto questo. E men che meno quando ho lasciato le associazioni con cui collaboravo da lavoratrice autonoma. In entrambi i casi avevo detto basta perché trovavo le condizioni umane e lavorative poco consone al mio essere. 
Alla fine devo ringraziare tutti coloro che, con il principale fine di sfruttare chi avevano sotto di loro, mi hanno sottopagata, chiamata ad orari improponibili, sminuita. E devo ringraziare me stessa che a certe azioni ho fatto corrispondere una sola reazione: andarmene a gambe levate. A quello che si sarebbe poi rivelato il momento giusto. Perché ogni singola fuga mi ha portato all'esatto punto in cui mi trovo adesso. Ovvero che adesso ho un lavoro. 

Sono una bidella laureata. Della laurea non me ne faccio un bel nulla ma in questo marasma che sono stati gli ultimi dieci mesi di pandemia io ho un lavoro. Purtroppo sono veramente in tanti quelli che non possono affermarlo con la mia stessa serenità. È un lavoro precario, certo, ma che mi apre una porticina su una più concreta stabilità. 

Non mi sembra davvero cosa da niente. Facendo un rapido calcolo, se avessi insistito a lavorare nel mio campo professionale, lo avrei continuato a fare con partita iva in servizi che sarebbero stati sospesi a causa dei Lockdown. Magari costretta a qualche smartworking non pagato perché "tanto adesso a casa di tempo ne hai". Ce li vedo i miei capi di allora. Oppure continuando con lo stagionale sarei stata chissà quanto in apprensione per le aperture delle attività e la riduzione del personale in età non più da apprendistato. 

Tutto ciò lo scrivo per ricordare alla me stessa che tanto ha faticato a buttar giù tanti bocconi amari e a chi passerà da qua ritrovandosi nelle mie parole una cosa semplice: non tutto il male viene per nuocere. Che certe sofferenze possono trasformarsi inaspettatamente in parziali ma non troppo magre consolazioni. E portarci dritti verso la serenità. Lungi da me semplificare l'essere disoccupati, la ricerca infruttuosa del lavoro e tutto ciò che ne consegue. In fondo ho quasi 40 anni ho passato i 30 anni e ancora sono precaria, arrangiata in un lavoro che ha buttato alle ortiche anni di studio e di speranze. Però dalla mia esperienza ho imparato che solo dopo anni arriva un ritorno positivo, diciamo così, a tante delusioni.

L'importante è non lasciarsi mai abbattere dalle porte chiuse, perché forse se non si aprono le porte, è il caso di iniziare a pensare di passare dalla finestra!





Commenti

  1. Io spero che il cinema riapra presto ma questa situazione di merda mi ha anche fatto capire come sia ora di qualche cambiamento... e arriveranno spero... per adesso, il fatto di essere a casa mi ha permesso di avere del tempo per dedicarmi a una gatta trovatella, Emma, che è ancora un po' impaurita ma piano piano si abituerà.

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    1. Che cosa curiosa: anche io (spostamenti concessi permettendo) mi sono dedicata a dei gatti abbandonati. Ma sono in una colonia nel bosco. Praticamente le uscite fatte in questi mesi erano dedicate quando tutte a loro.

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  2. Io penso che, in questo momento, la cosa più importante sia avere un lavoro . Mi spiace che tanti studi e sacrifici non siano, al momento , serviti ma non si sa mai. Sei giovane, magari un domani, chissà, potrebbe aprirsi la porta giusta per la tua laurea, te lo auguro.

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  3. L'importante, come dico sempre, è sapersi reinventare ogni giorno.
    Magari fare la bidella non era il tuo sogno di adolescente e, poi, di studentessa, ma oggi ti regala serenità. Dunque è un successo immenso.
    Brava!

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  4. Pure secondo me, o sarà solo una speranza?, solo dopo anni arriva un ritorno che colma le tante delusioni, le crepate, e tutto il resto.
    A me fa piacere per te: ogni nuovo passo è uno step in più verso qualcosa di meglio.
    Si soffre sempre un po', ma così funziona...

    Moz-

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    1. Se dopo la sofferenza anche se tardi arriva qualcosa di buono diventa tutto più semplice!

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  5. ... vedila così se scrivi "bidella" il significato è "Collaboratore scolastico a tutti gli effetti un pubblico ufficiale che svolge le sue funzioni operando tra le fila del personale Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario che opera all'interno delle scuole coadiuvando docenti e dirigenti scolastici nella delicata missione di formare i cittadini del domani con di mansioni fondamentali ed insostituibili anche se spesso non coinvolte nell'attività didattica" ...

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  6. Dirti che un giorno rimanendo qui in Italia avrai il lavoro dei tuoi sogni, ben pagato e con tanta valutazione per quello che fai, sarebbe una vera ipocrisia perchè purtroppo si conosce benissimo la situazione delle aziende italiane, anche se esiste ogni tanto qualche piccola eccezione, dunque credo che tu sappia già che questo grande paese non valorizza nessuno e soprattutto penalizza spesso le donne. Ma chissà,...magari troverai l'eccezione. :)

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