Quando ho avuto il blocco del blogger avevo un sacco di idee che mi affollavano la mente ma che si intasavano sulle dita, senza poterle scrivere.
Quindi per riaprire la Precarioteca ho dovuto rileggere gli ultimi post: mica ricordavo cosa ho pubblicato davvero e cosa avevo soltanto pensato! Quindi figuriamoci se mi ricordo quale canzone avevo in mente quando ho scritto questo post.
Per ricominciare in modo easy, vi presento una canzone sul precariato che più esplicita di così non si può.
La trama. "Laureata precaria" di Simone Cristicchi dice tutto già dal titolo. Ma ad ogni verso, ad un ritmo accattivante ed orecchiabile, diventa sempre più esplicita. Come apertamente dichiara subito, questa canzone è il "secondo tempo di una studentessa universitaria", altra canzone che forse conoscerete perché si sentiva in radio a suo tempo. Tutto tristemente noto: una neolaureata con il massimo dei voti si ritrova con un bimbo piccolo, ahimè precaria, a fare i più disparati lavori, dalla segreteria alla fattorina porta-pizze. Nel 2007 non si sapeva ancora cosa era un rider! Nel 2007 però c'erano ancora i contratti cocopro, che io ancora devo capire se è un bene che siano spariti perché quel che è venuto dopo mi pare di gran lunga peggio.
Perché ascoltarla. Il Cristicchi dei primi anni mi piaceva molto, mi divertiva dandomi ritmi da canticchiare e parole su cui riflettere. Dopo "Ti regalerò una rosa" mi è sembrato che pian piano sia diventato un po' più serioso, più pesante. Poetico ma meno scanzonato. O magari sono io che ho cambiato i miei gusti musicali. Fatto sta che me lo sono un po' perso per strada, dopo essere stata una fan della prima ora. Però l'album che contiene Laureata precaria merita un ascolto. È "Dall'altra parte del cancello", dove potete trovare anche "Ti regalerò una rosa" e altre canzoni che fanno riferimento agli studi di Cristicchi sulla malattia mentale ai tempi dei manicomi. Chissà poi se è un caso che una canzone sul precariato sia finita proprio in mezzo a tanti brani sulla follia!
Piccola riflessione personale. Dicevo appunto che il testo non racconta nulla di nuovo rispetto a quello che quotidianamente tanti giovani vivono o hanno vissuto. Una storia come tante insomma. Ma forse alle volte sono le storie sentite e risentite ad avere bisogno di più voce: si corre infatti il rischio che a forza di sentirle ci sembrino normali e non gli si dia più il peso che meriterebbero per provare a sconvolgerle!
Devo dire che se potessi incontrare Cristicchi gli vorrei fare una sola domanda: che fine ha fatto questa laureata precaria? Serve il terzo tempo della storia. Chissà se gli darebbe una sfumatura di speranza o di completo disincanto. E secondo voi?
La frase.
Che rispecchi fedelmente questa deprimente Italia,
Sogni una carriera straordinaria
Ora prendi 400 euro al mese come segretaria.
(al link trovate la canzone, perché invecchiando non ricordo più come incorporare le canzoni dal telefono)
poetico Cristicchi
RispondiEliminaMi piaceva di più quando usava l'ironia!
EliminaChe, messi così, sembrano versi di una scenetta di Macao... tipo Ballerina di Siviglia o chissà quali altri.
RispondiEliminaInsomma, hai ragione, serve il terzo capitolo che forse è anche il nostro terzo capitolo, quindi speriamo in un lieto fine^^
Moz-
Soprattutto per il nostro
EliminaAnche io ho notato un cambiamento in Cristicchi. E' maturato e cresciuto, diventando più poetico, ma per farlo ha perso di spensieratezza.
RispondiEliminaSì, che puoi non vuol dire necessariamente essere più frivoli, anzi!
Eliminasecondo me alla fine ha deciso di volare più basso e fa la bidella ;P
RispondiEliminaPossibilissimo!
EliminaCi sono ambiti nei quali c'è eccesso di manodopera (o "intellettodopera") e questo comporta precarietà. È abbastanza naturale. Per quanto alcuni ideologizzati lo neghino è un mercato del lavoro: lavori nei quali la domanda di manodopera/intellettodopera non ė soddisfatta tendono ad essere ben/meglio remunerati e stabili.
RispondiEliminaHo visto per caso Cristicchi qualche sera fa, se non ricordo male, con tanto di orchestra alle spalle, ma ho faticato a riconoscere in quel casco di ricci bianco-grigi proprio lui, e anche la canzone, non sembrava più lui. Boh. Certo è che le radio ormai passano solo trash e quindi non mi meraviglio se poi molti cantanti in gamba rimangono nell'ombra, una volta passato Sanremo, ma sinceramente mi è sembrato più spento.
RispondiEliminaSì mi hai tolto le parole di bocca. Sarà l'età, sarà il successo della musica trash, ha perso veramente il tocco brioso
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