Passa ai contenuti principali

Poche idee ma confuse

Lo so. La vita ci mette sempre davanti a dei bivi. A delle strade da scegliere. A delle decisioni vitali da prendere.
Destra o sinistra? Filo rosso o filo blu? Devi scegliere per forza una sola cosa e lasciare indietro l'altra, senza sapere cosa vuoi davvero e se farai bene a fare come farai.
Ci siamo passati tutti. Io personalmente a qualche bivio importante ho imboccato la via sbagliata, quindi capisco il disagio tremendo della scelta.

Ecco, però non la potete risolvere chiedendo "una birra piccola grande" o "una cioccolata calda fredda". Semplicemente perché non si fa. Non bisogna barare con la vita o con una cassiera che pensa troppo.

Commenti

  1. Ma si può anche decidere di abbandonare il bivio e tornare indietro.
    E' una terza opzione che in pochi valutano.

    RispondiElimina
  2. E tu come rispondi a questi storditi?

    Tantissimi anni fan chiesi in un bar un caffè schiumato caldo (erano i primi tempi che ero passata dal macchiato caldo allo schiumato e mi ero impappinata): il barista mi rispose così male che me lo ricordo ancora adesso dopo quasi dieci anni

    RispondiElimina
  3. Non rispondo in realtà. Con quante richieste strane mi becco ogni giorno sono arrivata ad un livello di interpretazione tale da sfiorare la lettura della mente. Vendo loro qualcosa che intendo io ma di solito coincide con quello che volevano!

    RispondiElimina
  4. Dai che la laurea ti ha dato una marcia in più per la comprensione delle assurdità!

    RispondiElimina
  5. E pensare che la prassi è barare con la vita degli altri...

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Almeno un saluto.

Ho lasciato qualche parola distratta sulla pagina Facebook del blog senza neanche passare da qua. Senza nemmeno fare un saluto. È quando meno da maleducati, me ne rendo conto. È che in questo periodo pur avendo le idee su cosa scrivere non ho voglia di farlo. Avete capito bene: voglia. Non me ne manca il tempo, che comunque non è che abbondi. Avrei potuto trovare una scusa ma voglio essere onesta. Mi si è spenta la "passione" in un qual modo e non ho altro di che dire. Però ecco non è certamente un addio. È senz'altro un arrivederci, che tanto sarò diversamente occupata per ancora tanti e tanti anni.

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia ...