Passa ai contenuti principali

Sto tornando (forse) (speriamo)

Sembra un luogo comune ma è proprio vero che si apprezza veramente il valore delle cose, o delle persone, quando esse vengono a mancare. Nella mia immensa consapevolezza che una grande fetta della mia vita è legata indissolubilmente al mio portatile (e alla possibilità di collegarlo a internet) non avevo mai fatto realmente i conti con cosa poteva succedere se si fosse messo a scioperare. E no, non fate quelle facce. Volenti o nolenti la tecnologia fa ormai parte delle nostre vite, più di quanto forse si riesce a immaginare.
A me è venuta a mancare proprio nel momento in cui mi ero decisa, dopo oltre un anno, a usarla in maniera utile, tra ricerca di un nuovo lavoro e preparazione dell’esame di stato. Quindi mi sono girate doppiamente le balle.
E poi, vabbè, c’è il cazzeggio.
Innanzitutto meno male, MENO MALE, che ho il cellulare che alla meno peggio mi consente di navigare su internet anche senza computer. Altrimenti sarebbe stata veramente dura. Ormai, almeno per me, internet è diventato il maggiore canale di comunicazione, con qualche click tengo contatti con persone sparse per mezza Italia e questo, lo confesso, mi rende molto meno pesante l’esilio faentino. Un mese fuori dal mondo non me lo voglio nemmeno immaginare.
Poi le foto. Avrò fatto un duecento foto e sono stata tutta un fremito finché non le ho potute scaricare e vedere. Mi è sembrato di tornare indietro nel tempo quando si aspettava lo sviluppo del rullino, girando davanti al negozio del fotografo, come un neopapà davanti alla sala parto.
E non parliamo dei film. Il mio computer è sempre stato occupato per metà da film e telefilm che hanno praticamente sostituito la tv. Nell’ 80% delle sere non c’è mai niente di guardabile e allora zac! Mi piazzo davanti al computer e mi vedo ciò che più mi ispira al momento. In questo mese ho passato le serate a girare compulsivamente i canali assistendo all’inquietante fenomeno per cui, con l’arrivo del digitale e l’aumento del numero dei canali, si è ridotta in maniera inversamente proporzionale l’offerta di trasmissioni da guardare.
E poi mi è mancato aggiornare i blog. Non potevo scrivere neanche post da pubblicare “poi”, perché anche office dava molti problemi. Sono rimasta indietro, ma indietro indietro, questo mese è stato molto intenso e mi dispiace che non sia rimasto impresso in questi miei blogghini.
Vedremo se riuscirò a mettermi in pari.
Intanto, se vedrete questo post, vuol dire che sono riuscita (di nuovo, dopo la prova di ieri) a fare il miracolo e collegarmi a internet. Infatti, come per tutte le grandi invenzioni, per caso il Ranocchia a scoperto quale era il probabile problema che mi mandava tutto in palla e che ci aveva fatto disperare per le sorti del computer. Ora non resta che vedere, sulle lunghe distanze, se è proprio quello e poi fargli un paio di trapianti e qualche vaccino e allora sarà (quasi) come nuovo.
Speriamo bene!!!

Commenti

  1. ben tornata... anche a me son mancati i tuoi post!

    RispondiElimina
  2. Comprendo benissimo il dramma da portatile morto ... anche per me il portatile rappresenta i miei quotidiani, i miei svaghi, i miei contatti, i miei film ed i miei lavori. Ed anche io ho avuto portatili morti con cui aver a che fare.

    Consiglio di dotarti di HD esterno per fare, ogni mese o due, una copia di almeno le tue foto ed i tuoi files più importanti: in caso di incidenti i film te li puoi procurare di nuovo, le tue foto no! :/

    PEr curiosità, cosa aveva il tuo portatile? :)

    RispondiElimina
  3. @carlo:ce l'ho già, regalo di natale di qualche anno fa del ranocchia! Altro che diamanti! :-P e per fortuna, via via ci copio tutto! Teoricamente il problema era la batteria che non caricava più bene e assorbiva tutte le risorse bloccando tutto! Infatti senza va come una scheggia!

    RispondiElimina
  4. è buona norma usare la batteria "solo quando necessario" così la preservi e dura di più ;)

    Io per esempio ... ho un portatile ma lo uso al 95% in casa e non lo sposto, quindi niente batteria :)

    RispondiElimina
  5. lo so ma è da anni che sono "costretta" a tenerla sempre attaccata. quando abitavo a cesena avevamo l'impianto che staccava senza motivo in continuazione e quindi capisci che era impossibile tenere acceso il computer senza batteria. tornata a casa gli ho dato tregua ma da circa un anno mi sono accorta che il cavo non fa molto contatto e quindi se tocco il computer è molto probabile che si stacchi. adesso devo starci molto attenta perchè dovrò vivere senza batteria :(

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Gli strati della lasagna

Ho letto in diverse recensioni che Coliandro piace perché è uno di noi . Indubbiamente, con quell'aria da eterno sfigato, è molto più umano e "reale" di tanti poliziotti eroi che si vedono in tv. Non è difficile, come avevo già scritto, ritrovare un po' della nostra vita nella sfortuna e nella voglia di rivalsa coliandresche. Soprattutto se si è diversamente occupati. In fondo anche Coliandro lo è. In questa serie oltretutto ha fatto pochissime cazzate, ha preso pure un encomio, eppure è ancora relegato a tappare buchi negli uffici più sfigati del commissariato. Certo, è pur sempre una fiction e i Manetti Bros non sono i soliti registi che costruiscono una storiella così, già vista e sentita, scontata e piatta. I Manetti Bros hanno dei picchi di genialità unici. Roba trashissima. A volte i loro cattivi sono talmente malvagi e sopra le righe da risultare quasi caricature pulp. Ricordo un dj Francesco tossicomane e psicopatico che ciao. Nell'ultima puntata andata