Passa ai contenuti principali

Dove è che ti ho già vista?


Non so se anche da voi si usa una certa espressione anche un pò sarcastica per descrivere una situazione in cui si lavora ma non se ne traggono guadagni. Da noi si dice "ho lavorato per la gloria".
Devo dire che ultimamente mi sembra di utilizzarla un pò troppo perchè mi sto facendo quello che si può definire, per usare un francesismo, un culo quadro.
Soddisfazioni tante eh, però anche tanta tanta fatica che non so se verrà ripagata in modo concreto. Anzi, temo proprio di no, comunque della gloria potrò beneficiare.
Per dirne una l'altro giorno sono andata dal medico e mi ha detto "a te ti ho vista sul giornale"... Son piccoli momenti di gloria anche questi!

Commenti

  1. Sì, ma ho la netta impressione che, da parte di chi il lavoro lo sfrutta, ci si stia un po' troppo approfittando della gloria

    RispondiElimina
  2. io lavoro per la gloria ma non finisco nemmeno sui giornali.
    Mi sa che dovrò combinare una cazzata abnorme per avere questo riconoscimento: ora inizio a pensarci! ^_^

    RispondiElimina
  3. Anche da me si dice, anche l'espressione lavorare per far caldo rende l'idea!

    Un abbraccio

    RispondiElimina
  4. Di questi tempi, mica è poco:)
    Lavorare (punto primo) e per di più per la gloria.
    E' sicuramente una soddisfazione.
    Complimenti, anche perché sei simpatica!!!
    Ciao,
    Lara

    RispondiElimina
  5. Però non si vive di sola gloria.. Purtroppo..

    RispondiElimina
  6. La gloria è diventato il mantra dei lavoratori di oggi...lavoriamo tutti per la gloria...almeno sei finita sul giornale...dai che le soddisfazioni, se non arricchiscono materialmente, riempono le giornate di buone vibrazioni! :-)

    RispondiElimina
  7. eh...una realtà comune a molti...peró dai, anche lavorar per la gloria non è del tutto "tempo perso"...prendila come tutta esperienza che aiuta a crescere sia moralmente che praticamente...

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Vorrei un gesso e un whisky liscio

A voi capita mai che, in certi momenti particolari, vi succeda qualcosa che vi riporta a una particolare canzone, o addirittura ad un solo suo verso? A me è venuto in mente questo:  " Quello che importa in una persona è l'immagine che dà..." In che occasione? Stamani. Quando uno dei bimbi mi ha chiesto se abitualmente bevo whisky. Devo dire che dopo lo scorso anno dove ho tenuto un profilo piuttosto basso, quest'anno mi sono data di più ai ragazzi diventandone confidente, raccogliendo battute, sfoghi, pianti, risate. E mi sono aperta alle loro curiosità (ma dove abiti? Ma come mai fai la bidella? A te che profumo piace? Veramente ti piace l'insalata di cavolo crudo?). Non mi sono mai chiesta come mi vedessero dai loro occhi. Però tutto mi pensavo fuor che essere passata da grande bevitrice!

Meglio che niente faccio l'insegnante.

C'è stato un tempo in cui volevo fare la maestra. Secondo me è in fase da cui un po' tutte passiamo (passavamo, adesso vogliono fare l'estetista e il tatuatore, e lo dico perché mi è successo di leggerlo nei temi). Come la fase del "da grande voglio fare il veterinario". Poi la fase ci passa e io ne sono stata ben lieta perché mi sono resa conto che non avrei la pazienza necessaria. Quando facevo l'educatrice nei doposcuola il lavoro mi piaceva ma c'erano alcuni ragazzetti che me le avrebbero tolte dalle mani e in una classe vera, per più ore al giorno, sarei stata veramente in difficoltà. Tutto questo preambolo per dire che nella mia mente l'insegnante è ancora una professione per cui serve una sorta di vocazione. Un qualcosa di più anche dell'esserci portati. A maggior ragione oggi giorno che queste generazioni di bambini è ragazzi sono sempre più complesse da gestire (perché tale è diventata la società, in fin dei conti). Ecco, pare che sia

Gli strati della lasagna

Ho letto in diverse recensioni che Coliandro piace perché è uno di noi . Indubbiamente, con quell'aria da eterno sfigato, è molto più umano e "reale" di tanti poliziotti eroi che si vedono in tv. Non è difficile, come avevo già scritto, ritrovare un po' della nostra vita nella sfortuna e nella voglia di rivalsa coliandresche. Soprattutto se si è diversamente occupati. In fondo anche Coliandro lo è. In questa serie oltretutto ha fatto pochissime cazzate, ha preso pure un encomio, eppure è ancora relegato a tappare buchi negli uffici più sfigati del commissariato. Certo, è pur sempre una fiction e i Manetti Bros non sono i soliti registi che costruiscono una storiella così, già vista e sentita, scontata e piatta. I Manetti Bros hanno dei picchi di genialità unici. Roba trashissima. A volte i loro cattivi sono talmente malvagi e sopra le righe da risultare quasi caricature pulp. Ricordo un dj Francesco tossicomane e psicopatico che ciao. Nell'ultima puntata andata